Cos’è il WiFiSlam (e perché Apple ci sta investendo)
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Tecnologia

Cos’è il WiFiSlam (e perché Apple ci sta investendo)

Come funziona la rivoluzionaria tecnologia di geolocalizzazione per ambienti indoor sulla quale Apple potrebbe rifondare il suo sistema di mappe

Immaginate di essere al supermercato, anzi in uno di quei mega centri commerciali nei quali quasi quasi servirebbe un mezzo di trasporto per spostarvi da una corsia all’altra. Dovete acquistare solo un pacchetto di tovaglioli, cosa fate? Avete due strade: mettervi pazientemente a cercare il reparto cartaigienica e asciugatutto oppure chiedere a un commesso di fornirvi le indicazioni "stradali".

Fra poco, però, potreste anche contare su una terza alternativa; offerta, manco a dirlo, dal vostro smartphone tuttofare. Si tratta di una nuova risorsa a metà strada fra il Wi-Fi e il Gps che vi consentirà di orientarvi negli spazi chiusi e ristretti, laddove – per ovvie ragioni di assenza di segnale nonché di approssimazione – i sistemi satellitari non sono in grado di fornire risultati affidabili. Si chiama WiFiSlam, che sta per Wi-Fi Simultaneous Localization and Mapping, ed è in buona sostanza una tecnologia in fase di sviluppo che nasce col preciso intento di mappare in tempo reale gli ambienti indoor. Un'opportunità che - come vi abbiamo spiegato in questo articolo - ha spinto i vertici di Apple a staccare un assegno da 20 milioni di dollari per acquisire i brevetti dall’omonima azienda che lo ha sviluppato.

Ma come funziona nel dettaglio WiFiSlam? Senza scendere troppo in tecnicismi si può dire che la tecnologia si basa sulla possibilità di acquisire le informazioni registrate nella zona d’interesse dai sensori presenti sul telefonini intelligenti (accelerometri, giroscopi, magnetometri) e di incrociarli con i dati di rete i dati di localizzazione provenienti dalla triangolazione fra Wi-Fi e rete cellulare.

Ogni qual volta muoviamo un passo in un ambiente, spiega in questo articolo TNW,un giroscopio del nostro smartphone registra un impatto; allo stesso modo, ad ogni cambio di direzione un accelerometro è in grado di rilevare una variazione della velocità lineare. Questi dati, abbastanza inutili se presi da soli, diventano piuttosto significativi se vengono combinati con quelli di molti altri utenti, riuscendo a fornire un visione probabilistica dell'ambiente da mappare.

La tecnologia sembra in effetti promettente  ma i problemi non mancano, soprattutto sul versante della privacy. Affinché sia davvero affidabile, infatti, il WiFiSlam ha bisogno di mettere a fattore un corposa massa di dati provenienti dagli utenti mobili. I quali – naturalmente – dovranno acconsentire affinché Apple metta il naso all'interno dei propri telefonini per monitorare ogni singola variazione (movimenti, passi, cambi di direzione) registrati da sensori del proprio smartphone.

Certo è che se l'esperimento avrà successo si può davvero pensare a una cartografia senza Google Car e simili: le mappe del futuro verranno scritte in prima persona dagli utenti.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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