Usare l'iPhone? Come suonare il violino
Matthias Weinberger, Flickr
Tecnologia

Usare l'iPhone? Come suonare il violino

Chi digita spesso parole sullo schermo attiva le stesse aree del cervello dei musicisti che pizzicano le corde di uno strumento. Parola di scienziato

Immaginate che il vostro nuovo iPhone 6 Plus sia un piccolo violino. Quando lo impugnate per accenderlo è come preparare la bacchetta per farla scorrere leggermente sulle corde. Ogni cambio di nota corrisponde ad un tap su una cartella, ogni aumento di tempo alla scrittura di un messaggio. Non si tratta di strani ragionamenti filosofici ma del risultato di una ricerca condotta da Arko Ghosh, neuroscienziato dell'Università di Zurigo in Svizzera. Ghosh ha scoperto che al pari del cervello di un musicista, che viene stimolato dalla produzione di musica sulle corde, quello degli utenti mobili attiva le medesime aree quando compie azioni sul suo telefono.

Il dono dell'ubiquità

"La tecnologia digitale che utilizziamo giornalmente - spiega lo scienziato - contribuisce a formare alcuni processi sensoriali nel nostro cervello in un modo che ci ha letterlamente sorpreso". L'aspetto che più di altri ha causato un certo cambiamento del modo in cui il cervello ci spinge ad approcciarci ai nuovi strumenti digitali pare l'essere l'ubiquità. Se avessimo bisogno di controllare la posta elettronica, i messaggi di WhatsApp o le notifiche di Facebook solo un paio di volte al giorno probabilmente il nostro cervello non se ne accorgerebbe nemmeno o almeno non tanto da cambiare il suo comportamento. Il fatto di essere disponibili ovunque e in qualsiasi momento ha invece spinto il nostro motore ad attivare degli adattamenti sensoriale ben precisi, aumentando l'attenzione ogni volta che fissiamo gli occhi sul piccolo schermo.

Il test: tecnologici vs dinosauri

Per provarlo, Arko Ghosh ha registrato le differenze tra alcune risposte date dal cervello di chi utilizzava uno smartphone e coloro che premevano i tasti su un cellulare "old style". Il team di ricercatori ha attaccato una speciale macchina di analisi al pollice, indice e medio di alcuni volontari per analizzare la mole di attività elettriche cerebrali durante l'utilizzo dei due dispositivi. Dopo vari test gli scienziati hanno individuato una maggiore attività nelle vie somatosensoriali delle persone con gli smartphone. Nel loro caso l'area del cervello che impartisce comandi al pollice risultava essere maggiormente sollecitata in confronto a chi utilizzava un vecchio cellulare.

Le conseguenze

"Sono rimasto molto sorpreso della scala di cambiamenti neuronici introdotti dagli smartphone" - ha riferito Gosh in relazione allo studio pubblicato su Current Biology. A quanto pare digitare regolarmente sullo schermo touch dell'iPhone è come suonare il violino, anche se con una dovuta differenza: i musicisti hanno bisogno di allenamento ed esercizio costante per attivare maggiormente i collegamenti neuronali individuati dai ricercatori mentre chi usa uno smartphone da vita ad una certa potenza somatosensoriale sin dai primi passi, senza grosse differenze con il passare del tempo. Insomma se avete uno smartphone potete sentirvi artisti anche voi, almeno quando rispondete ad un messaggio su WhatsApp.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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