Un’app salverà Expo2015
Marco Sbaffoni, Flickr
Tecnologia

Un’app salverà Expo2015

Nell’Arena di Smau abbiamo incontrato tre startup pronte a rivoluzionare il mondo delle Smart Cities

Quello delle startup è un tema complesso, soprattutto quando si  parla più delle idee nella loro fase embrionale che dei progetti realizzati. Secondo la prima Relazione annuale sullo stato d’attuazione della politica del Governo a sostegno dell’ecosistema delle startup innovative del Ministero dello Sviluppo Economico, diffusa la scorsa primavera, sono poco più di 1.700 le startup innovative in Italia, la gran parte nel Nord Italia, con la Lombardia a guidare la classifica delle regioni. I numeri sono in crescita ma c’è confusione sul reale bisogno di startup in Italia, non tanto come modus operandi ma, nel pragmatico, come soluzioni in grado di migliorare la vita delle persone, attraverso l’utilizzo della tecnologia.

Smau 2014

A fornire una prima risposta c’ha pensato l’edizione 2014 di Smau, manifestazione che mostra sempre grande attenzione al panorama delle startup nazionali. Quest’anno il tema è centrale perché, con l’avvicinarsi di Expo 2015, le soluzioni innovative possono davvero dare una spinta al paese, permettendo alla tecnologia di essere il vero motore della ripresa economica. All’interno di Arena Expo2015 abbiamo incontrato alcune startup interessanti, tra cui un paio scaturite dalla fucina di App4Expo, il progetto promosso dalla Regione Lombardia per realizzare applicazione che valorizzassero il patrimonio culturale, artistico e territoriale del paese.

Guide intelligenti

La prima è J’eco, che ha realizzato Jeco Guides, una libreria con i punti di interesse dei patrimoni ambientali e culturali d’Italia. Chiunque può utilizzare la libreria collezionata dalla startup per creare la propria app che sfrutti le conoscenze sul territorio e la realtà aumentata, per avere informazioni aggiuntivi sui luoghi o gli oggetti che ci si trova dinanzi. Un esempio è la Provincia di Milano che ha utilizzato il sapere di J’eco per lo sviluppo di Nel cuore di Milano, un’app per iOS e Android con cui vivere un’esperienza interattiva con il capoluogo lombardo, semplicemente inquadrando con lo smartphone o il tablet le zone del centro storico. “Il nostro obiettivo è mettere a disposizione di tante persone la possibilità di vivere le città in modo diverso con il proprio smartphone, non solo cogliendo l’attimo della visita ma anche scoprendo aneddoti e curiosità sui posti che ci circondano” – ha spiegato  Luca Francesco Garibaldo, CEO di J’eco.

Sconti a go-go

Degna di nota anche AppyU, un’applicazione per iPhone e Android per ottenere gratuitamente sconti in tanti esercizi commerciali, molto utile in occasione di Expo2015. “Il funzionamento è molto semplice – dicono Federico De Poli e Danilo Di Bonito, che hanno sviluppato l’app con l’aiuto di Andrea Rangone, docente del corso di eBusiness de Politecnico di Milano -  si ottengono gli sconti salvando o scaricando i coupon direttamente dall’app, visualizzandoli poi sullo smartphone senza necessità di stamparli. A loro volta i commercianti possono cercare di attrarre un pubblico maggiore segnalando le offerte e creando delle inserzioni da visualizzare sul telefono”.

Smau 2014, @Connessioni

Giovane idee a confronto

Arena Expo2015 è stata anche l’occasione per parlare con Leopoldo Mauriello e Michela Di Nuzzo di Dotfarm, startup italiana che dopo un’esperienza londinese ha deciso di tornare in Italia con vari progetti innovativi. “L’Italia è un paese dalle enormi potenzialità sotto il piano della tecnologia. Non a caso siamo secondi, dopo la Cina, per consumo di app. Quello che manca è un hub di connessione tra la domanda e l’offerta di servizi, visto che sono pochi gli esempi di startup o aziende italiane che hanno sfondato nel settore”.

Insomma agli italiani piacciono le app ma abbiamo difficoltà a farci conoscere, più che svilupparle, vista la creatività e la competenza che si vede in giro, soprattutto durante manifestazioni come Smau. Leo e Michela hanno realizzato CoffeeUp, un’applicazione per iOS che nasce come piattaforma di messaggistica per startupper e investitori ma che in realtà può trasformarsi in una potente vetrina in cui  mostrare i propri progetti, chiedendo un confronto con la comunità di esperti e utilizzatori, così da migliorare l’idea prima ancora di svilupparla.

L’idea è molto 3.0 visto che con la geolocalizzazione e la realtà aumentata si può utilizzare CoffeeUp all’interno di piccoli spazi e ambienti di lavoro condivisi. In quel caso sarà possibile ottenere informazioni sui progetti registrati puntando la fotocamera dell’iPhone verso gli altri ragazzi, oppure scoprendo nuove startup girando per la città e utilizzando la funzione di AR dell’app. Smart City non solo tra i semafori e schermi digitali ma anche dentro lo smartphone.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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