Il nostro smartphone ci ascolterà dormire
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Tecnologia

Il nostro smartphone ci ascolterà dormire

Un software consente di utilizzare uno smartphone per monitorare il nostro respiro durante il sonno, e diagnosticare eventuali disturbi

Che tu soffra di insonnia, apnea notturna, sonnambulismo o bruxismo, le procedure per valutare e dunque affrontare i disturbi del sonno sono complicate e spesso noiose; in alcuni casi devi presentarti in un ambulatorio specializzato dopo una notte di insonnia forzata e lasciarti monitorare mentre dormi in un letto che non è il tuo.

Secondo alcuni esperti questo approccio non garantirebbe risultati affidabili, ed è perciò necessario sviluppare un sistema non invasivo che consenta di monitorare le caratteristiche del sonno di un individuo senza influenzare la qualità dello stesso.

Esistono già diversi dispositivi che promettono una corretta monitorazione del sonno, è il caso di Whithings Aura, un sensore da piazzare sotto il materasso che tiene traccia dei movimenti dell’utente, dei cicli respiratori e del suo battito cardiaco durante la notte; ci sono poi dispositivi come Beddit, che richiedono un contatto diretto con l’utente, o come Jawbone UP3, un fitness tracker da polso che, insieme a tutto il resto, si concentra anche sul sonno.

Ma alcuni esperti della Stevens Institute of Technology e della Florida State University, sta lavorando su un nuovo tipo di approccio, potenzialmente rivoluzionario. Il team guidato da YingYing Chen ha sviluppato un software che consentirebbe di monitorare la qualità del sonno di un individuo semplicemente lasciando sul comodino accanto al letto uno smartphone dotato di cuffie e microfono.

Utilizzando un nuovo sistema di riduzione dei rumori di sottofondo e modificando le cuffie in modo da poterle utilizzare come microfoni addizionali per registrare in mono e in stereo, il team ha ascoltato il respiro di sei pazienti durante le loro sessioni di sonno, riuscendo ad avere un resconto accurato di disturbi come l’apnea notturna.

L’idea di Chen è di trasformare il prima possibile questo software in un’app per smartphone che consenta a chiunque di conoscere meglio i propri problemi con il sonno, così che possano in seguito rivolgersi allo specialista adatto per ricevere un trattamento adeguato.

Negli ultimi anni, complice anche un netto cambiamento nello stile di vita, i disturbi del sonno si stanno diffondendo a macchia d’olio, tanto che qualche associazione specializzata già parla di vera e propria epidemia sanitaria.

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Fabio Deotto