Sul Samsung Galaxy Gear è guerra di numeri
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Sul Samsung Galaxy Gear è guerra di numeri

Per BusinessKorea sono solo 50 mila gli esemplari venduti nei primi mesi dalla società coreana. Che però smentisce: la startup del prodotto conta già più di 800 mila smartwatch sul mercato

Il Galaxy Gear è un flop o un successo? A leggere ciò che scrive BusinessKorea , uno dei più autorevoli giornali finanziari coreani, lo smartwatch di Samsung sarebbe un autentico fiasco. Lo confermerebbero le cifre di un’indagine condotta all’interno del mercato retail che parlano di circa 50 mila esemplari venduti da settembre a oggi. La casa coreana però smentisce seccamente, snocciolando stime di ben altro tenore: sarebbero 800 mila gli smartwatch venduti finora – scrive oggi la Reuters citando una fonte ufficiale della casa - numeri che farebbero del Galaxy Gear un vero e proprio oggetto di culto.

Dove sta la verità? In mancanza di riscontri concreti è doveroso fidarsi dei dati rilasciati da Samsung (non fosse altro perché si tratta di società quotata in borsa con bilanci pubblici). Si tratta, ad ogni modo, di numeri da prendere con le pinze. Innanzitutto perché non si chiede mai a un oste di parlare del suo vino. E in secondo luogo perché stiamo parlando di un oggetto appena sbarcato sul mercato (e che ha avuto una fortissima spinta commerciale dal marketing dell’azienda). Qualunque siano le reali cifre di vendita bisognerà attendere qualche mese per capire se e quanto lo smart-orologio di Samsung abbia le carte in regola per diventare un oggetto di diffusione di massa.

Sui limiti del prodotto (uno su tutti, la compatibilità con pochissimi device) abbiamo già scritto altrove . Ma al di là della perfettibilità del device, il nodo da risolvere resta un altro: gli utenti hanno davvero bisogno di un oggetto da circa 300 euro che non offre altro valore aggiunto se non quello di ribadire – su un secondo schermo da attaccare al polso – i contenuti di uno smartphone? Per dirla in altre parole, lo smartwatch sta allo smartphone come il 3D sta al televisore (qualcosa capace di entusiasmare pochi techno-addicted ma sostanzialmente accessorio) oppure si tratta di un dispositivo che cambierà radicalmente il nostro approccio alle tecnologie digitali?

Samsung, va detto, non è nuova a questo genere di sfide. Non più di due anni fa, la società coreana fu duramente attaccata per aver portato sul mercato uno smartphone dalle dimensioni abnormi (il Galaxy Note). Come sia andata, poi, lo sappiamo bene .

 

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Roberto Catania

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