apple watch 2 cinturini
Tecnologia

Perché il prossimo Apple Watch potrà telefonare

Entro l’anno arriverà il nuovo orologio della Mela con supporto all’LTE. Una manna dal cielo per tutto il settore smartwatch

Ne sono convinti tutti e l’ultimo in ordine cronologico è Bloomberg, che afferma di aver parlato direttamente con una persona di Apple: il prossimo Watch potrà telefonare.

Atteso per la fine dell’anno nei negozi, probabilmente la Mela lo svelerà all’atteso evento di settembre, quando sul palco del Moscone Center (non confermato) saliranno prima Tim Cook e poi tutti gli altri per mostrare al mondo l’iPhone 7S, l’iPhone 7S Plus e l’iPhone 8.

Senza smartphone

Che la terza generazione di Apple Watch (qui la recensione della seconda) possa svincolarsi del tutto dal telefonino è anche logico. Quasi tutti i principali produttori oggi permettono di connettere lo smartwatch alle reti Wi-Fi, per ricevere e inviare email e chattare sulle piattaforme supportate ma solo alcuni hanno sfornato modelli capaci di ospitare una Sim o una e-Sim, in grado cioè di sostituire interamente il cellulare.

Scheda classica o virtuale

Gli orologi smart con uno slot per Nano Sim e Sim virtuali (peraltro già presenti nella strategia delle big) stanno prendendo sempre più piede. Il più recente è Huawei Watch 2, che integra entrambi gli standard. Quello più interessante è il secondo (e-Sim), grazie al quale non c’è bisogno di comprare alcuna scheda ma basta recarsi presso il negozio dell’operatore preferito di fiducia (ma si può fare anche tutto online) e farsi abilitare il dispositivo per connettersi alle normali antenne cellulari.

Il vantaggio è che gli smartwatch cone-Sim hanno già al loro interno un chip che si collega alla rete (3G o 4G/LTE), così da eliminare la necessità della tessera di plastica e un passaggio più veloce tra diverse compagnie e offerte. Il problema? L’Italia è ancora indietro e seppur sia stata annunciata un anno fa, la e-Sim è reale solo per Tim, che l’ha introdotta con il Gear S2 di Samsung.

Futuro obbligato

Le cose potrebbero cambiare presto e proprio grazie a Apple. Se finora il mercato non ha guardato con molta convinzione al panorama degli smartwatch, nel prossimo futuro le cose sono destinate a cambiare. Il motivo? L’estrema popolarità degli iDevice e la forza attrattiva di un marchio che riesce ad arrivare dove gli altri stentano.

Negli ultimi 10 anni Jobs e Cook hanno: rivoluzionato il settore smartphone, inventato quello dei tablet, rinvigorito notebook e all-in-one (iMac) e affermato il formato musicale digitale, prima con l’iPod poi con la piattaforma iTunes. È la dimostrazione che quando oltreoceano si mettono a fare le cose per bene ci sono pochi dubbi circa il probabile successo di un nuovo prodotto, hardware o software che sia.

Come funzionerà

Dentro il nuovo Apple Watch ci sarà un co-processore Intel LTE al fianco di quello casalingo, atto a gestire interamente la parte telefonica. Per questo l’orologio digitale non verrà più considerato solo un accessorio ma un vero e proprio oggetto hi-tech a sé, con un’anima propria e indipendente. Aspettiamoci dunque un aumento del prezzo per la versione 4G perché costerà di più produrlo.

Potere al polso

Dal polso partiranno telefonate, sms, messaggi WhatsApp (qui le ultime truffe), Messenger e persino chiamate via Skype senza l’ausilio di alcun iPhone abbinato. Il ruolo degli sviluppatori nel rendere svincolate le app dallo smartphone diventa centrale. Senza i necessari aggiornamenti si resterebbe fermi a quanto abbiamo oggi: tante piccole declinazioni delle applicazioni principali che da sole servono a ben poco e che spesso non esistono nemmeno sull’orologio perché aperte solo all’arrivo di notifiche.

Mossa vincente

Tutto ciò finirà col minare i dati di vendita di iPhone a favore del Watch? Probabilmente no perché per qualche anno i cellulari resteranno ancora centrali nella vita delle persone. Ma alla lunga dispositivi come l’Apple Watch 3 prenderanno il sopravvento. Del resto lo dicono analisti ed esperti: non abbiamo più bisogno di uno smartphone. Anzi nel 2020 in giro ne resteranno davvero pochi.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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