Apple, meglio un iWatch che un iTV
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Apple, meglio un iWatch che un iTV

Secondo le ultime indiscrezioni, iWatch arriverà entro fine 2013, monterà iOS e avrà un'autonomia di 4-5 giorni. Nel frattempo, gli analisti sono pronti a scommettere che garantirà margini di profitto simili a quelli del primo iPhone

Nel caso non ve ne foste accorti, nel panorama hi-tech una nuova guerra sta fermentando all’orizzonte: la guerra dei dispositivi indossabili. E quando c’è una guerra in vista, il più guerrafondaio di tutti i contendenti (Apple) non può rimanere in panchina. Così, tra display proiettabili , batterie elastiche e smart-occhiali , Apple sembra aver deciso di puntare tutte le energie nel tipo di dispositivo che potrebbe approfittare di una parte di percorso già asfaltato: lo smartwatch.

Le grandi aziende del panorama tecnologico mondiale lavorano da tempo sul concetto di orologio connesso e interattivo (Microsoft ci aveva pensato già nel 2003), ma ora i tempi sono maturati a sufficienza per una simile sfida. Le persone ormai sono abituate ad essere sempre connesse, i dispositivi mobile sono diventati parte integrante delle nostre vite, e hanno raggiunto un tale livello di complessità da rendere plausibile l’affiancamento di un dispositivo secondario che renda più fluida e immediata l’interazione con le diverse app. Non bisogna poi dimenticare l’incredibile successo riscontrato da Pebble, lo smartwatch  per iPhone che su Kickstarter ha raccolto la bellezza di 10 milioni di dollari.

Insomma, Apple si trova a poter fare la sua mossa in un momento in cui il campo è ancora relativamente sgombro da avversari. Come ai tempi dell’iPhone, Tim Cook e soci hanno l'opportunità di reinventare un prodotto già esistente un attimo prima che diventi popolare.

Ma perché proprio un orologio? Insomma, quanti sentono l’esigenza di mettersi al polso un orologio made in Cupertino? Le perplessità sono comprensibili, ma aspettate di sentire un paio di dati. Secondo un’analisi pubblicata ieri da Bloomberg, il mercato degli orologi da polso sta attraversando un nuovo periodo d’oro. Più per questioni di stile che di utilità, sempre più persone sono disposte a spendere fior di quattrini per dotarsi di un orologio alla moda, al punto che si prevede che il mercato degli orologi raggiungerà entro la fine del 2013 quota 60 miliardi di dollari. È vero, il mercato dei TV è ancora più florido (119 miliardi previsti), ma sono gli orologi a garantire un margine di profitto lordo (60%) paragonabile a quello di un iPhone (55%).

Nel frattempo, le previsioni sul futuro funzionamento dell’iWatch si sprecano: c’è chi scommette che Jony Ive abbia schierato un centinaio di product designer con l’obbiettivo di creare un gioello che possa soddisfare i palati più esigenti in fatto di stile e funzionalità, altri che già si immaginano un orologio-braccialetto con display AMOLED flessibile come quello descritto in uno dei 79 brevetti a tema iWatch depositati da Apple negli ultimi mesi, altri ancora che sognano un dispositivo capace di ricaricarsi unicamente con l’energia cinetica e il calore del corpo.

Tornando con i piedi per terra, in un report pubblicato oggi da The Verge, vengono citate nuove fonti che lasciano intendere come lo smart-orologio di Cupertino monterà iOS e raggiungerà gli Apple Store entro la fine del 2013. Sempre secondo la stessa fonte, la criticità maggiore in fase di sviluppo riguarda la batteria, Apple infatti vorrebbe poter consegnare all’utente un dispositivo capace di funzionare ininterrottamente per almeno 5 giorni, ma considerando quanto energicamente voraci siano i sistemi operativi di Cupertino, è un traguardo piuttosto difficile da raggiungere.

Che dite? Non ho ancora risposto alla vostra domanda: quanti sentono l’esigenza di mettersi al polso un orologio made in Cupertino? Avete ragione, ma permettetemi di rispondere con un’altra domanda: quanti di voi, prima del 2007, sentivano l’esigenza di avere in tasca uno smartphone?

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Fabio Deotto