iPhone 6: ecco perché piacerà (anche) agli utenti Android
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iPhone 6: ecco perché piacerà (anche) agli utenti Android

Uno schermo più grande, certo, ma anche la possibilità di utilizzare un software più aperto che allargherà gli orizzonti delle applicazioni. Così il nuovo Melafonino mira a conquistarsi le simpatie di chi, fino ad oggi, ha sempre privilegiato i dispositivi motorizzati Google

C’era una volta l’iPhone, il dispositivo più snob del Pianeta. Nessun compromesso, nessuna scelta di comodo, nessuna (o pochissime) concessioni alle idee sviluppate fuori dalle mura di Cupertino. È Apple, bellezza, prendere o lasciare. In molti hanno preso (più di mezzo miliardo di utenti, secondo le ultime stime ), altri sono migrati altrove, soprattutto verso la sponda Android.

Quel dispositivo, intendiamoci, c’è ancora. E continua a far parlare di sé, nel bene e nel male. Ma l’impressione è che non sia più l’emblema di quel pensare differente che per anni ha contraddistinto ogni battito di ciglia delle attività di Apple. Tanto che l’iPhone 6 rischia di passare alla storia come lo smartphone più aperto - e proprio per questo anche il più completo - che la società californiana abbia mai concepito.

Sembra che d’un tratto tutti i tabu siano caduti: dallo schermo più grande dei fatidici 4 pollici all’NFC , per non parlare delle cosiddette "estensioni". Sì, perché grazie ad iOS 8, la nuova versione del sistema operativo tascabile di Apple, le app dialogheranno fra di loro e si interfacceranno direttamente con le funzionalità native del telefono. Significa, in parole povere, che gli utenti iPhone potranno d’ora in avanti cambiare tastiera del telefono, condividere i propri contenuti verso molti più servizi Web di quanto fatto finora o arricchire la fotocamera del proprio iPhone con i filtri e le risorse di editing proventi da terze parti (senza bisogno di uscire dall’app fotocamera). Qualcosa che gli utenti Android fanno già da tempo ma che non si era mai visto su uno schermo della Mela morsicata.

La guida di Tim Cook, è innegabile, ha certamente contribuito ad accelerare la metamorfosi. Quelle regole un po’ integraliste che nell’era Jobs sembravano scolpite nella piertra ("Un telefono non è un telefono se il pollice non può toccare gli angoli opposti dello schermo") sono andate via via ammorbidendosi, permettendo agli ingegneri di Apple di ampliare i propri orizzonti.

Ma dietro la svolta “liberista” di Apple c’è soprattutto la consapevolezza che, arrivati a questo punto, parlare solo allo zoccolo duro della propria customer base non basta più. In un mercato nel quale Android detiene circa l'80% delle quote, occorre rivolgersi a una platea molto più ampia, cercando magari di appianare tutti quegli spigoli che fino ad oggi hanno rappresentato la croce - oltre che la delizia - del proprio carattere.

C’è ancora un aspetto che farà storcere il naso a molti utenti Android: il prezzo troppo salato dell’iPhone rispetto a molti modelli low cost motorizzati Google. Ma su questo punto, statene certi, Apple non farà sconti. Perché da che mondo è mondo quella di Cupertino è una società fondata sul profitto, come dire che vendere meglio è più importante che vendere tanto. L'obiettivo, per dirla in altre parole, non è strizzare l'occhio a chi oggi va alla ricerca di un cellulare da 100-200 euro. No, le mire sono altrove: verso tutti quegli utenti che hanno la disponibilità economica per comprarsi un iPhone ma che invece, scientemente, oggi scelgono un Samsung, un Lg o un HTC.

 

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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