Huawei P10
Huawei
Tecnologia

Huawei: "Con il P10 vogliamo conquistare gli utenti Apple e Samsung"

Parlano i manager della casa cinese che spiegano come il nuovo telefono abbia tutte le carte in regola per catturare la fascia alta del mercato

Cinque o sei anni fa nessuno avrebbe potuto immaginare che Huawei se la sarebbe giocata con Apple e Samsung nel campo della telefonia mobile. L’azienda, conosciuta soprattutto per la realizzazione e gestione delle infrastrutture di rete, ha sofferto non poco l’origine cinese e l’idea secondo la quale da quelle parti non sono in grado di sfornare prodotti hi-tech di punta, con un’anima personale, e non solo scopiazzata dalla creatività occidentale.

Eppure siamo qui a raccontare di come la multinazionale di Shenzen stia mettendo tanta paura ai colossi del settore, arrivando a creare qualche dubbio su chi vende più telefoni nei principali paesi europei, Italia compresa. Vale dunque la pena capire dove vuole arrivare il brand asiatico, ascoltando le strategie direttamente da chi prende le decisioni, a livello internazionale e nostrano. In occasione del Mobile World Congress e della presentazione nostrana dei nuovi P10 e P10 Plus (qui la nostra recensione), abbiamo fatto un paio di chiacchiere con l’entourage di Huawei, che ha soddisfatto più di una curiosità intorno al marchio.

“Con la nuova generazione di Huawei P10 e P10 Plus c'è la consapevolezza di poter fare un passo in più, conquistando una fascia di utenti che fino a ieri era di dominio incontrastato di due nostri competitor, Samsung e Apple. Se già con il P9 e il P9 Plus abbiamo raggiunto un risultato incredibile, con oltre 300 mila unità vendute, con P10 e P10 Plus siamo convinti di poter andare anche oltre perché i nuovi dispositivi esprimono quanto di meglio ci sia oggi a livello tecnologico ed estetico” – ci ha detto Pier Giorgio Furcas, Deputy General Manager Consumer Business Group di Huawei Italia.

Nell’evoluzione del design avete cercato di trovare un compromesso anche con il pubblico femminile?
"Sicuramente abbiamo alzato il livello di gradimento delle donne, un target interessante, che rispetto a quello maschile dà risposte più veloci e in alcuni casi più consistenti. Del resto le donne sono sempre molto attente ai prodotti di design. Anche loro rappresentano quel tipo di utente che, due o tre anni fa, ha comprato un iPhone o un telefonino Samsung e adesso vuole qualcosa di diverso".

Un punto fondamentale per i clienti è il prezzo: fino a quando continuerà questa rincorsa al profitto?
"Tutti sanno che sotto i 100 euro la profittabilità dei prodotti è risicata, man mano che saliamo di fascia il profitto cresce (come per il recente P8 Lite 2017ndr.). Il mercato sopra i 500 euro è cresciuto molto e oggi ha una dimensione molto vasta. Intorno a quelle cifre un’azienda riesce a vivere". 

In Spagna è James Zou, General Manager Consumer Business Group di Huawei Italia a raccontarci le novità del marchio: “Lo scorso anno il 20% dei clienti P9 arrivava da iPhone, il 51% da Samsung. Altre ricerche condotte da terze parti ci dicono che chi ha acquistato un telefono Samsung comprerebbe un altro Samsung, ma se dovesse cambiare sceglierebbe Huawei, così come coloro che attualmente hanno un iPhone. Pensiamo che questo sia un aspetto su cui riflettere perché ci fa capire quanto Huawei sia diventata una vera alternativa ai due grandi brand: gli utenti della concorrenza ci considerano la prima scelta su una nuova strada.

Parlando dei recenti P10 vorrei soffermarmi sul design e i colori che contraddistinguono la rinnovata famiglia. Tutto è frutto di un processo di innovazione che sfocia fin dentro lo smartphone, nel software e nel sistema operativo che trova nella personalizzazione EMUI 5.1 il punto più alto della collaborazione tra i team. Se stiamo investendo molto in questa interfaccia e perché crediamo che possa donare un reale valore aggiunto a chi la usa. Passo dopo passo EMUI sta trasformando l’esperienza Android dei nostri clienti”.

Perché allora non vi costruite un OS tutto vostro?
"Da un punto di vista tecnico fare un sistema operativo ex novo è una cosa che ha un impatto molto grande, non solo in termini di costi. Vuol dire chiedere a tutte le aziende che hanno investito in questa piattaforma di cambiare strada. Dobbiamo pensare che ci sono già molte applicazioni e contenuti per Android, per cui ripartire da zero ora non avrebbe senso".

Le ultime considerazioni ce le lascia Walter Ji, Presidente Consumer Business Group, Huawei Western Europe, incontrato durante la presentazione italiana di P10 e P10 Plus: “Crediamo molto nell’Italia, un mercato per noi fondamentale sotto tanti punti di vista. Non è un caso se abbiamo scelto Milano come luogo privilegiato in cui portare l’ufficialità dei due telefoni. Questa è la capitale della moda e gli smartphone del 2017 vogliono essere anche un oggetto di design, da mostrare con fierezza.

Arrivati a un certo livello, non crede che le differenze tra i top di gamma siano davvero irrisorie? Cosa cambia tra Huawei P10, iPhone 7 o Galaxy S7?
"In realtà anche all’interno dello stesso Android esistono ancora tante differenze, spesso celate da una serie di orpelli grafici e animazioni volutamente accattivanti. Noi puntiamo sulla trasparenza: il meglio che possiamo offrire è sotto gli occhi di tutti, dalla fotocamera co-ingegnerizzata Leica (qui la recensione) al reparto audio, per passare al processore Kirin e alla durata della batteria. Per non parlare della partnership con Pantone che ci ha permesso di sfornare device unici dal punto di vista della restituzione visiva, con i quali altri oggi non possono competere.

Comprare uno smartphone di fascia alta non è semplice perché bisogna valutare, seriamente, quanto può essere utile alla quotidianità individuale; in che misura semplifica alcune azioni (pensiamo alle gesture che abbiamo inserito nel pulsante touch ibrido) e rende più interessante il mondo in cui si vive, in grado di fornire spunti e riflessioni maggiori sul rapporto che ognuno ha con la tecnologia. Huawei P10 e P10 sono nati per rispondere a domande ed esigenze del genere".

I più letti

avatar-icon

Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

Read More
avatar-icon

Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

Read More