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Gli iPhone esausti? Finiscono fra le mani di un robot

Si chiama Liam e ha 29 braccia: a lui Apple ha affidato il compito di smontare pezzo dopo pezzo i dispositivi a fine vita

Da ieri e fino al prossimo 24 aprile, i loghi degli Apple Store di tutto il mondo si tingeranno di verde. È il risultato più evidente della campagna che la società di Cupertino ha appena avviato a livello globale per la giornata mondiale della Terra e che ha fra i suoi obiettivi anche una raccolta fondi per la salvaguardia ambientale.

Per tutta la durata della campagna, fa sapere la società, 27 applicazioni verranno messe in evidenza all’interno del App Store, e il ricavato verrà interamente devoluto al WWF.

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Apple ha approfittato dell’occasione per pubblicare il suo nuovo rapporto ambientale e per dare una rifrescata alla sezione Ambiente del suo sito, il compendio ufficiale che raccoglie tutte le iniziative della società a supporto della sostenibilità ambientale, dall’utilizzo delle energie rinnovabili al riciclo degli imballaggi, dall’impiego di materiali sicuri allo smaltimento dei dispositivi “esausti”. Proprio dalla sezione dedicata alla gestione dei prodotti a fine vita (Life Cycle Assessment) arrivano gli spunti sul commitment di Apple in campio ambientale.

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Ogni prodotto, spiega la stessa Apple nella sezione Q&A del sito ha una suo ciclo di vita medio che si basa sia su dati reali che simulati: si va dai quattro anni per i dispositivi OS X e tvOS (ad esempio un MacBook Air o una Apple Tv) ai tre anni per quelli iOS e watchOS (iPhone, iPad, iPod ed Apple Watch).

Il tempo medio di utilizzo dei prodotti della Mela è solo uno dei paramentri presi in esame per il calcolo delle emissioni di gas serra. Nella stima condotta da Apple si considerano anche i dati relativi a tutti pezzi che fanno parte del prodotto assemblato (dimensioni, peso materiali, scarti) e del packaging, nonché quelli relativi a produzione, assemblaggio, trasporto.

Ecco Liam, il robot che distrugge (ordinatamente) i dispositivi Apple
L’obiettivo finale è dichiarato: riuscire a ricavare l’energia necessaria per le proprie attività da fonti completamente rinnovabili (nel 2015 l’approvvigionamento da fonti “pulite” si è attestato intorno a al 93%), ridurre le sostanze nocive (mercurio e arsenico sono già state eleiminate dagli schermi, il piombo da tutte le saldature) e alzare la percentuale di riciclabilità dei propri prodotti.

Rientra fra queste attività anche Renew, il programma che invita gli utenti a riciclare i propri prodotti Apple ormai inutilizzati. A occuparsi del disassemblaggio è Liam, un robot a 29 braccia in grado di smontare fino a 1,2 milioni di telefoni all’anno. Ecco il video che ne magnifica le doti.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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