Telefonini e italiani: fenomenologia di uno status symbol
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Tecnologia

Telefonini e italiani: fenomenologia di uno status symbol

Uno studio rivela che noi italiani compriamo molti smartphone, ma principalmente li utilizziamo per mandare Sms. Ecco perché gli smartphone sono il nostro nuovo status-symbol

È maschio, ha circa quarant’anni, e in tasca ha uno smartphone che utilizza perlopiù per inviare SMS. Questo il profilo schematico dell'utente italiano medio che emerge da un nuovo esauriente studio condotto da Nielsen.

Stando ai dati rilevati, la diffusione di mobile phone ha raggiunto proporizioni trasversali. In alcuni paesi, come la Corea del Sud, i 99% degli abitanti è in possesso di un telefono cellulare, in Italia si arriva a quota 97%, e persino nazioni come il Brasile e l’India hanno ormai da tempo superato quota 80%. A fronte di questo dato, Nielsen ha condotto uno studio che analizza come, quanto e per cosa gli utenti utilizzano un telefono cellulare. Lo scenario risultante mostra diversi dati interessanti, soprattutto per quanto riguarda il nostro paese.

In Italia, il 62% di chi possiede un telefonino ha uno smartphone, una percentuale superiore rispetto a Stati Uniti (53%) e Regno Unito (61%), ma inferiore rispetto ad Australia, Cina e Corea del Sud. Più di un quarto degli utenti (27%) utilizza un feature phone (ossia un telefonino privo di tastiera QWERTY e sistema operativo avanzato), mentre solo l’11% degli italiani tengono in tasca un multimedia phone (ossia un telefono con touschreen o tastiera QWERTY, ma privo di sistema operativo avanzato.)

La vera particolarità dell’utenza italiana si individua nei dati riguardanti le fasce d’età. Mentre nel resto dei paesi analizzati dallo studio, i possessori di smartphone sono in gran parte giovani under-30, in Italia la maggior parte di chi utilizza uno smartphone ha ricade nella fascia compresa tra i 35 e i 64 anni. In generale, sia in Italia che negli altri paesi, la popolazione maschile mostra una maggiore propensione all’acquisto di smartphone che di feature phone.

Tra gli utenti italiani, si individua inoltre una spiccata tendenza ad acquistare più di un telefonino. Mentre solo il 16% degli inglesi e il 17% degli americani posseggono due telefoni cellulari, tra gli italiani questa percentuale sale al 31%.

È dunque evidente l'amore che gli italiani dimostrano nei confronti dei dispositivi connessi. Ma per cosa utilizzano questi dispositivi? Per mandare SMS, sostanzialmente. Mentre in UK e USA gli utenti acquistano smartphone per poi navigare sul Web, interagire sui social network e utilizzare applicazioni connesse, in Italia queste funzionalità sono ancora in secondo piano e il 50% degli utenti le utilizza solo occasionalmente. Solo il 37% usa il proprio smartphone per navigare in Rete, solo il 47% per accedere a un social network, solo il 49% utilizza applicazioni mobile, e poco più di un italiano su due si serve del proprio smartphone per inviare email. In compenso, l’89% lo utilizza per inviare SMS, cosa che potrebbe benissimo fare con un feature phone molto meno costoso.

Viene da chiedersi, a fronte di ciò, perché tanti italiani si preoccupino di possedere uno smartphone, se poi ignorano gran parte delle funzionalità proprie di questo tipo di dispositivi. La risposta più probabile, è che nel nostro paese, lo smartphone sia ormai un irrinunciabile status symbol.

C'è però un altro dato da evidenziare. Anche se per molti versi l’utente italiano tende a discostarsi da quello britannico e da quello americano, questa tendenza non sussiste quando si vanno a individuare le ragioni che spingono un utente a comprare un dispositivo mobile. Sei in paesi come il Brasile, l’India e l’Australia si tende a privilegiare il design e la semplicità d’utilizzo di un telefonino. In Italia, come in UK e USA, gli utenti scelgono principalmente in base al rapporto qualità/prezzo e alla percepita bontà del sistema operativo.

Insomma, dovendo spendere tanto per uno status symbol, tanto vale assicurarsi che si tratti di un dispositivo eccellente. Fa niente se poi finirà per rimanere in tasca a perdere valore.

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Fabio Deotto