Ecco la app che giudica e dà un voto ai tuoi selfie
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Tecnologia

Ecco la app che giudica e dà un voto ai tuoi selfie

Si chiama «The Selfie Analyzer» e consiglia se conviene o meno pubblicare un autoscatto sui social network

L’eccezione è il selfie discreto, ricordo geloso di un momento, custodito in segreto nella memoria capiente del telefonino. La regola, però, è il selfie pubblico, scattato e quasi in diretta condiviso sui social network, esposto al giudizio di chicchessia, catalizzatore di «mi piace» e commenti. Ecco perché dovrebbe essere fatto a regola d’arte o, si spera, almeno in modo non indecente. Ecco perché abbondano le app con il ritocchino di serie, che ingentiliscono i tratti, smussano gli spigoli facciali, emendano i difetti.

Mancava ancora un elemento nel kit della vanità digitale tascabile: un’applicazione che giudicasse gli autoscatti, ne valutasse l'appeal, la capacità di successo un istante prima della pubblicazione. Dicendo se è opportuno sfiorare il tasto condividi, oppure ripassare dal via e ripetere daccapo l’operazione d’immortalarsi davanti all’obiettivo. Magari con uno sguardo meno lascivo, compiaciuto e sì, meno ebete. Si chiama «The Selfie Analyzer» , è in lingua inglese ed è disponibile da pochi giorni sui dispositivi Apple. A svilupparla è stato un terzetto di amici di San Francisco, decisi a cestinare le brutture delle immagini che non ci fanno fare un’ottima figura con amici e conoscenti.  

Funziona in modo semplicissimo. Una volta scaricata e installata (è gratis), ci fa scattare un selfie o pescare da uno disponibile in memoria. Si preme il tasto start (vedi schermata qui sotto) e l’analisi parte: qualche secondo di attesa ed ecco il risultato. Che indica il livello di vanità dell’immagine, la performance che potrà avere sui social, l’analisi dell’umore che lo scatto trasmette, un voto espresso in lettere, da A in giù. Dalla meraviglia all'orrore. A corredo, commenti scritti: se è più adatto a Facebook o al profilo di Twitter, se è spettacolare o ributtante

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Si tratta, è evidente, di un passatempo con pretese di serietà molto relativa. Un gioco, perfetto per una serata tra amici. Corredato infatti da trofei, badge da ottenere e altri meccanismi tipici mutuati da videogame di successo sui dispositivi mobili. E però, con un piccolo, minimo, criterio: almeno dalle nostre prove, i selfie più accettabili hanno ottenuto punteggi positivi, quelli con smorfie o sguardi da dimenticare, non hanno fatto breccia nell’insondabile algoritmo che fa ragionare il cervelletto della app. Che giudica foto singole, di gruppo, di animali, ma non di cibo. O meglio, alla fine lo fa anche, ma un hamburger, nel nostro test, ha ottenuto una desolante «D-». Segno che chi ha un volto simile a un grosso, gustoso, conditissimo panino da cui spunta una fetta di bacon, non deve proprio avere vita facilissima. Almeno nella fiera della vanità dei social network.    

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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