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Tecnologia

Dagli smartphone ai tablet, come pulire gli oggetti hi-tech

Non solo lo schermo; polvere e batteri si insediano dovunque. Ecco una guida con i metodi migliori per l’igiene tecnologico

Al giorno d’oggi quasi tutti hanno uno smartphone con schermo touch. Non sembrerà banale il crescente trend di portare con sé, assieme al fidato cellulare, anche un panno (simile a quello per gli occhiali) da utilizzare per togliere le ditate dallo schermo. La “colpa” dell’eccessiva creazione di impronte sui dispositivi hi-tech più comuni è dovuta soprattutto alle pellicole protettive che piazziamo sui display. I cellulari più venduti, iPhone e Samsung Galaxy in primis, hanno infatti un pannello touch oleofobico, fatto cioè di un particolare vetro con polimeri che “respingono” i residui di grasso di cui sono composte le mani, lasciando il display il più pulito possibile.

Ciò non basta ad evitare graffi, rotture o altri segnetti che possono comparire sul telefonino, a seguito di cadute o dello sfregamento con vari oggetti. Ecco allora che l’applicazione di una pellicola, senza la qualità oleofobica, diviene fondamentale ma anche problematica per chi ci tiene ad avere uno schermo chiaro.

Restereste stupiti di quanta polvere e batteri possono insediarsi all’interno delle porte per il caricabatteria, degli auricolari o delle uscite audio. Gli spazi più “ricercati” dallo sporco sono anche le tastiere del computer, le insenature dei tablet e persino quelle dei piccoli smartwatch. A volte pulire diventa un problema e l’utilizzo di materie non idonee particolarmente dannoso per oggetti da centinaia di euro. Ecco allora una guida, creata dal sito specializzato Helpling che ci aiuterà a tenere perfetti smartphone, tablet, computer, orologi smart, cuffie e auricolari.

Smartphone e tablet: cosa fare

iphone 6 custodia appleYanki01, Flickr

Vada per il classico panno in micro fibra con l’accortezza di utilizzarlo umido nel caso di impurità particolarmente resistenti. Nel peggiore dei casi bisogna usare una miscela di acqua e alcol o acqua e aceto da applicare a telefono e tablet spenti, senza batteria, sim card o memorie. Se si utilizza una cover in silicone, la soluzione migliore è toglierla e metterla a mollo in acqua calda e sapone; questo dovrebbe aiutare a togliere qualsiasi macchia di sporco. Asciugare tutto bene prima di riaccendere i device.

Smartphone e tablet: cosa non fare

pulizia lg g flexKārlis Dambrāns, Flickr

Non spruzzare la soluzione detergente direttamente sullo schermo ma applicarla prima su un panno e poi pulire. Altrimenti alcune goccioline potrebbero entrare negli altoparlanti o nel microfono e danneggiare il dispositivo. Nonostante sembri una soluzione efficace salva tempo, è meglio evitare di usare un asciugacapelli per velocizzare il processo di asciugamento: gli oggetti elettronici hanno molte parti delicate che potrebbero essere danneggiate dal getto di aria calda. Quanto spesso si deve pulire il telefono? A livello superficiale anche fare una volta al giorno. Per la pulizia più profonda e accurata meglio ogni due settimane e comunque a seconda di quanto viene usato (e dove) il telefono o il tablet.

Computer: cosa fare

pulizia notebookIntel Free Press, Flickr

Il procedimento descritto per smartphone e tablet va bene nel caso di schermo, mouse e superfici esterne di computer e notebook. Anche qui bisogna tenere il dispositivo spento e scollegare eventuali periferiche. Per la tastiera è utile usare un pennellino morbido per spazzolare nei piccoli spazi tra i tasti, oppure piccoli getti di aria compressa. In commercio esiste anche una speciale “pasta” (sembra un didò, o una pasta modellabile dai colori sgargianti) che attira sporco e polvere.

Computer: cosa non fare

macbook tastieraRachel, Flickr

Meglio evitare le classiche aspirapolveri vsito che l’operazione potrebbe danneggiare alcune parti interne o addirittura tirar via i tasti. Se il problema è nella ventola dell’aria, che causa un eccessivo surriscaldamento, basta adoperare una bomboletta di aria compressa per ripristinare il funzionamento dell’hardware. Ogni quanto si deve pulire il computer portatile? Una volta al mese o più, o comunque quando non riconoscete più dove finisce un tasto e comincia l’altro.

Smartwatch: cosa fare

moto 360TechStage, Flickr

Vale la pena fare una distinzione importante: smartwatch waterproof o no? Ovvero: orologio che si può benissimo mettere sotto l’acqua oppure che può ricevere solo qualche schizzo senza danni? Questione fondamentale perché nel primo caso si può davvero piazzare l’oggetto sotto il lavandino, usando anche del sapone; mentre nel secondo caso bisogna fare attenzione usando dei batuffoli di cotone per pulire le parti più difficili, sganciando prima il cinturino che deve essere trattato a parte e a seconda del materiale di composizione (pelle, plastica, ecc). Asciugare bene tutto prima di assemblare e accendere.

Smartwatch: cosa non fare

lg g watchTechStage, Flickr

Anche per gli impermeabili è bene staccare prima ogni componente esterno, come i cinturini o cover protettive. Come tempistica, è chiaro che lo schermo se opaco va pulito ogni giorno, mentre il cinturino anche una volta ogni due settimane o quando lo ritenere opportuno.

Cuffie e auricolari: cosa fare

auricolariTal Atlas, Flickr

Si tratta di accessori delicati, da trattare con cura. Per pulire le parti interne basta un panno imbevuto di acqua e sapone o anche una semplice salvietta struccante. Per pulire a fondo le parti metalliche delle cuffie è possibile usare un piccolo pennello asciutto, anche se bisogna stare attenti a non andare troppo in fondo e danneggiare la periferica. 

Cuffie e auricolari: cosa non fare

HeadphonesAlejandro Mallea, Flickr

I batteri si trasferiscono con la condivisione, quindi i propri auricolari non vanno prestati ad altri. Anche nell’uso personale però dovrebbero essere puliti ogni giorno, almeno le parti esterne dei gommini che vanno nell’orecchio. Le cuffie invece hanno meno probabilità di essere a contatto con il padiglione, quindi si può procedere con la pulizia anche una volta al mese tramite un prodotto sterilizzante.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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