Così IMApp fa parlare i musei
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Così IMApp fa parlare i musei

Una startup italiana ha sviluppato un’app per rendere la visita ai musei più interattiva e appassionante. Ecco come ci riesce

Quante volte si entra nei musei e non si ha la più vaga idea di quello che si sta guardando? Che si tratti di quadri, sculture o installazioni all’ultimo grido, proprio non riusciamo a capire cosa rappresentino o, nella migliore delle ipotesi, non ricordiamo il soggetto di un quadro e a cosa si riferisce. Ed è qui che la tecnologia ci viene in soccorso o almeno lo ha fatto una startup per noi. Si chiama IMApp ed è l’applicazione per iOS e Android che Ultraviolet ha sviluppato per i Musei Civici di Palazzo Farnese a Piacenza.

Si basa tutto sulla tecnologia introdotta da Apple con iOS 7: iBeacons. Si tratta di piccoli ripetitori Bluetooth con un raggio d’azione che può arrivare fino a 70 metri e che, se abbinati ad un oggetto che sappia “gestirli”, possono dar vita ad interazioni particolari e dai molteplici utilizzi. Quello che ha pensato di fare Ultraviolet è stato integrare nell'app dei Musei Civici una navigazione indoor che, sfruttando gli iBeacons ogni volta che ci si avvicina ad un quadro, restituisce ai visitatori informazioni aggiuntive sull'opera, la sua storia e aneddoti.

È come avere un’audio guida sempre con sé, da poter consultare quando si vuole e non come quelle che si affittano nei classici musei, che a fine visita devono essere restituite, delegando alla propria memoria (o ai fascicoli in vendita negli store interni) ciò che si è visto. Così i Musei Civici di Palazzo Farnese a Piacenza sono il primo museo italiano, e uno dei primi 5 in Europa, a utilizzare la tecnologia iBeacon per iOS e uno dei primi a livello mondiale per l’interazione con Android.

“L’idea per IMApp mi è venuta in viaggio di nozze mentre, a Parigi, visitavo il Louvre e mi sono perso all’interno della struttura”, ha spiegato Marco Boeri, Amministratore di Ultraviolet. “Un posto talmente ricco di opere e bellezze dove mi avrebbe sicuramente fatto comodo una guida interattiva, facile da usare e capace, da una parte di condurmi e orientarmi, dall’altra di darmi informazioni sull’opera che stavo guardando”.

IMApp per la sua caratteristica di navigatore per interni può adattarsi a diversi contesti, anche non ricreativi. Pensiamo a chi ha bisogno di trovare un padiglione in un complesso ospedaliero o lo studente che cerca la sua aula nel villaggio universitario. L’integrazione degli iBeacons potrebbe risolvere molti problemi, indirizzando le persone nel posto ricercato, semplicemente segnalando in quale punto si trovano con i "segnaposto" iBeacons. È un po’ quello che fa Google Maps ma solo per gli ambienti esterni visto che, almeno per il momento, strutture al chiuso come università, ospedali e musei non rientrano ancora nella mappatura di Big G.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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