Questo brevetto renderà innocui i Google Glass
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Tecnologia

Questo brevetto renderà innocui i Google Glass

Smartphone e tablet potranno “oscurare” lo schermo quando una telecamera proverà a spiarli. Parola di Bill Gates

Nella giornata di ieri molti americani hanno sborsato 1.500 dollari per portarsi a casa un paio di Google Glass. L’azienda di Mountain View aveva infatti annunciato la disponibilità, solo per 24 ore e a chiunque negli Stati Uniti, di acquistare i suoi occhialini iperconnessi, anche se pare che di tutti i modelli disponibili solo quello bianco sia andato “sold-out” . La volontà di aprire il programma “Glass Explorer” ad una più ampia fetta di pubblico, deriva dalla necessità di capire il reale appeal degli occhiali nei confronti dei veri utilizzatori. Inoltre vendendo il modello test, e non quello finale che verrà lanciato per tutti entro la fine del 2014, Google si è assicurata la possibilità di ricevere molti più pareri e opinioni sul gadget rispetto a quanto potesse avere con una cerchia ristretta di utilizzatori.

Così mentre una serie di tecnologici entusiasti si è assicurata la prima esperienza di realtà aumentata, c’è chi, sempre negli USA, deposita un importante brevetto, destinato a bloccare sul nascere eventuali problemi di privacy quando in giro ci sono fotocamere e dispositivi di registrazione, come i Google Glass. Presso lo US Patent & Trademark Office è stato infatti depositato un brevetto che riguarda una tecnologia in grado di rilevare e interferire con telecamere “intrusive” che metterebbero in seria discussione la riservatezza dei cittadini, intenti a sfogliare foto e contenuti personali sui dispositivi mobili.

Tra i depositari del particolare brevetto risultano, tra gli altri, Bill Gates e Nathan Myhrvold, rispettivamente co-fondatore ed ex CTO di Microsoft. Dando un occhio alla descrizione si legge: “Il sistema include un dispositivo con un display capace di riprodurre contenuti, un sensore e un circuito di elaborazione. Tale circuito ha il compito di ottenere informazioni dal sensore, analizzare e individuare l’eventuale presenza di una videocamera per poi modificare il contenuto visibile sul display per renderlo invisibile all’occhio di una videocamera esterna”.

Nella pratica, quando si sta guardando qualcosa sullo schermo che si ritiene strettamente personale, il sistema si mette alla ricerca di eventuali telecamere nei paraggi, abili nel poter catturare le informazioni sensibili, e se ne rileva oscura il contenuto visto dall’utente per far sì che non cada nelle mani sbagliate. Il brevetto suggerisce che tra i contenuti altamente privati possono esserci foto, video, estratti di conti bancari, analisi mediche ed ogni altro contenuto che “nessuno vorrebbe far vedere ad altri”.

Anche se il brevetto non cita esplicitamente i Google Glass, è chiaro che tra i dispositivi pronti a spiare chiunque in mezzo alla strada ci siano anche loro. Ma non solo: sarebbero etichettate come tali anche le centinaia di telecamere di sorveglianza che sono accese ogni giorno nelle maggiori città del mondo e che, grazie allo strumento descritto nel brevetto di Bill Gates (ma non solo), potrebbero diventare incapaci di catturare i contenuti riprodotti sugli schermi dei passanti, purché dotati della particolare tecnologia “anti-spia”.

Trattandosi solo di un brevetto, al momento non ci sono speranze di poter vedere nel breve termine un simile oggetto. Restano inoltre dei dubbi sull'implementazione della tecnologia: smartphone già pronti con sensori e schermi che all’occorrenza di oscurano o periferiche hardware da poter adattare anche su modelli già sul mercato? Per ora non vi è risposta ma è una cosa è certa: la tecnologia si evolve e, di pari passo, evolve anche l’anti-tecnologia. In futuro, quando verranno messi in vendita i primi dispositivi brevettati, vedremo videocamere con la prima soluzione in grado di rendere inefficaci altre videocamere. Kramer contro Kramer.

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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