Blackphone 2: la recensione dello smartphone amico della privacy
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Blackphone 2: la recensione dello smartphone amico della privacy

La seconda versione del telefonino "a prova di hacker" è più potente ed elegante. Ma non vi mette al sicuro da tutto

Il Blackphone 2 non lo trovate nei negozi, e nemmeno su Amazon. L’unico modo per comprarlo è farsi un giro sul sito del produttore, Silent Circle, e farselo mandare da lì, per la modica cifra di 910 euro. Tanto, forse troppo per uno smartphone che in pochi conoscono ma che, parola di chi l’ha provato, non ha nulla da invidiare ai concorrenti più agguerriti, con qualche chicca per la protezione dei dati personali che gli altri si sognano.

Si, perché Blackphone 2, come il predecessore, nasce proprio per questo: donare all’utente un dispositivo che garantisca il più alto grado di sicurezza durante le sue scorazzate online, grazie alla costruzione di un ecosistema che cerca di bypassare le comunicazioni principali (telefonate, chat, sms) gestendole direttamente dai server di Silent Circle che, a detta dell’azienda, sono inviolabili.

Ma procediamo con ordine: click a destra per entrare nel dettaglio.

Design

Rispetto al Blackphone prima venuta, questo è tutto un altro telefono. Costruzione unybody con retro in vetro e angoli smussati a mo’ di iPhone. I tasti fisici sono pochi: quello di accensione e il bilanciere del volume. Sulla sinistra un unico sportellino nasconde lo slot in cui inserire nano SIM e microSD. Nonostante la sensazione sia quella di un telefono alquanto scivoloso, tra le mani Blackphone 2 sta più che saldo, merito proprio della parte che divide il fronte dal retro, oltre che smussata, composta da una plastica dura e antiscivolo. Un difetto del design così ricercato? Le impronte sul retro sono odiosissime.

Hardware

Ha uno schermo da 5.5 pollici a 1080p di tipo LCD. Il processore è un Qualcomm Snapdragon 615 octa-core, la RAM da 3 GB e la memoria interna da 32 GB espansibili. Il suo focus non è certo la multimedialità ma la potenza alla base c’è e dunque non dovrete fare al meno del gioco in 3D succhia-risorse preferito. C’è una fotocamera da 13 megapixel, buona non ottima, e una da 5 megapixel sul fronte. È lungo 152,4 millimetri, largo 76,4 e spesso 7,9; in assoluta linea con modelli di fascia alta di Apple e Samsung; e anche il peso è più che contenuto: 165 g. La batteria da 3.060 mAh assicura una giornata di utilizzo, ma c’è il quick charge che permette di arrivare presto ad un buon quantitativo di energia in poco tempo.

Software

Sotto sotto è Android 5.1.1 (niente Marshmallow dunque) ma il vero punto di forza è la personalizzazione Silent OS 2. A differenza del primo modello, qui il Play Store è pienamente accessibile e dunque potrete scaricare tutte le app presenti, comprese quelle piene di malware e virus. "Sicuro una cippa dunque" - direte voi - e invece no, perché il BP 2 contiene un Security Center che permette di controllare cosa le appinstallate (anche quelle di default) posso fare sul telefono, il tipo di accesso ai dati e alle informazioni o la navigazione su internet, attraverso una gestione minuziosa di ogni particolare.

In questo modo, se installate un’app poco chiara (magari quelle per gli sfondi o gli emulatori delle vecchie console), potreste disabilitare l’accesso alla rete e disattivare tutti i permessi, così da tenere aperta solo la porta locale ai file. Certo potrebbe non bastare, ed è per questo che le app sul Play Store sono da preferire agli apk (estensione per Android) che si trovano in giro e che potrebbero sfuggire anche ai migliori antivirus.

Gli spazi

La gestione software è solo una delle facce create da Silent Circle per mettere al sicuro il telefono. All’interno del BlackPhone 2 vengono utilizzati i cosiddetti “spazi”, che non sono altro che tipologie di profili utente da attivare secondo certe necessità. Ogni spazio opera come account diverso, con accessi e restrizioni particolari, non solo a livello di app ma anche alle parti del sistema. Così potete lasciare che lo spazo Proprietario visualizzi tutte le app, quello Lavoro solo i software dediti alla professione (mail, Office) mentre Casa lasci fuori le applicazioni professionali ma tenga attive YouTube, Facebook e così via. Secondo Silent Circle, quando attiviamo uno dei profili, gli altri restano inaccessibili anche agli hacker; quindi durante le ore di lavoro, se si esclude Facebook, chi tenta di entrare nel telefono non vedrà l’app e le informazioni ad essa collegate.

Chiamate e sms al sicuro

Installata sul telefono c’è già l’app Silent Phone con cui effettuare chiamate e inviare messaggi sfruttando i server di Silent Circle e non direttamente quelli dell’operatore telefonico. Tuttavia Silent Phone è a pagamento e costa 9 dollari al mese. Certo non conviene attivarla se non avete altri amici che la usano anche se non serve avere per forza un Blackphone visto che esiste anche su iOS e Android. Certo, quando ci sono alternative gratis come Telegram e WhatsApp (che ha introdotto la crittografia da poco) tutto si fa decisamente più difficile. Resta possibile chiamare chi non usa Silent Phone, ovviamente, ma così c'è la possibilità che le conversazioni vengano monitorate da agenzie e governi.

Le app sicure

Al fianco del Play Store classico c’è anche Silent Store, che presenta la migliore collezione delle applicazioni di varie categorie che preservano la privacy. Per navigare in rete c’è Orbot, per le chat Telegram. Le trovate divise per categoria o notorietà.

Il verdetto

Blackphone non è il telefono che vi metterà totalmente al sicuro, fondamentalmente perché quello che passa per la rete è in qualche modo monitorabile: dagli spioni, dalle agenzie, dagli hacker. Se vi rubano l'account di Facebook conta poco avere un Blackphone 2 oppure un muletto da 100 euro; il profilo è violato e non potete farci nulla. Lo stesso se cliccate su link malevoli in messaggi spam via email o se usate le stesse password per tutte le applicazioni preferite. Insomma, alla base deve sempre esservi un bel po' di forma mentis, il resto contribuisce ad assicurare il contesto.

Di sicuro è lo smartphone che, meglio di altri, consente a tutti, novelli compresi, di impostare le applicazioni a bordo in modo che possano, o meno, accedere ai dati e alle informazioni sensibili. Il suo utilizzo non è immediato, serve un po’ per capire come gestire bene l'ecosistema generale, ma alla fine si avrà tra le mani il miglior Android amico della privacy in circolazione. Non aspettatevi performance degne dell’iPhone o foto al pari dell’ultimo Galaxy; l’obiettivo non è questo.

Quello che Silent Circle ha fatto, al di là della sua app Silent Phone, è stato rendere più immediate quelle funzioni di sicurezza già presenti sul Nexus 5X e su Android 6 Marshmallow, che la maggior parte degli utenti non conoscono o non sanno come attivare (quante volte pigiate subito su “ok” quando le nuove app vi chiedono l’accesso a rubrica, chiamate, ecc?). Ci sono gli “spazi” personali, che isolano determinate app a seconda dei profili e tante belle applicazioni da sfruttare in alternativa a quelle più conosciute (prelevandole dal Silent Store).

Dunque conviene comprarlo? Se ci tenete un po’ di più alla vostra privacy la risposta è si, ma la spesa da sostenere non è irrisoria, soprattutto se si considera che anche la suite Silent Phone è a pagamento e che sono presenti su Play Store applicazioni riconosciute globalmente e più sicure che in passato, del tutto gratuite. Come prestazioni e design c'è ben poco da obiettare: il BP 2 è bello da vedere e usare, forse pecca un po' di personalità, ma ciò che conta è passare inosservato.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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