Apple TV, ecco perché a Cupertino serve un televisore vero e proprio
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Tecnologia

Apple TV, ecco perché a Cupertino serve un televisore vero e proprio

Se reinventasse il televisore, Apple avrebbe uno strumento per entrare nelle case degli utenti e consolidare il loro legame agli apparecchi con la mela

Quanto tempo è che sentiamo parlare di una fantomatica, irrinunciabile Apple TV? Quante volte, negli ultimi anni, siamo arrivati a credere che nei salotti degli utenti Apple il focolare domestico sarebbe stato sostituito da un televisore ultrapiatto con la voce di Siri? Abbiamo sentito gridare così tante volte “al lupo, al lupo” che quando lo scorso agosto è trapelata la notizia secondo cui Apple stava trattando con i vari cable network americani con l’idea di trasformare l’attuale AppleTV in un set-top box per la televisione via cavo , non ci si è sorpresi più di tanto.

Il fermento che era montato attorno alla reinvenzione della televisione made in Cupertino si è dunque abbassato fino a raggiungere il livello dei rumors di seconda categoria. Finché, negli ultimi giorni, due importanti analisti e, in parte, lo stesso Tim Cook hanno riportato tutto sul tavolo: Apple non abbandonerà l’idea di un televisore con la mela, semplicemente perché ne ha bisogno.

Fino a qualche mese fa, ai piani alti di Apple non si faceva mistero del fatto che l’attuale incarnazione di AppleTV, lo scatolotto che puntualmente vediamo apparire nei keynote, rappresenta una sorta di hobby, qualcosa a cui l’azienda si sta dedicando senza sperarci troppo. Giovedì scorso, però, nel corso di un’intervista con la NBC, Tim Cook ha sfoggiato un vocabolario molto meno dimesso:

Ogni volta che vado nel mio soggiorno e accendo il televisore” ha detto il CEO di Apple “Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo di 20 o 30 anni. Non posso dire niente di più. Di certo è un’are di forte interesse.

Ma cosa può spingere Apple a essere così “fortemente interessata” al mercato dell’hardware TV? Una risposta illuminante l’ha fornita Heather Bellini di Goldman Sachs. In un rapporto, l’analista ha valutato la possibilità che Apple intenda sfruttare la televisione per fidelizzare ulteriormente la propria utenza , e garantirsi una sorta di “abbonamento” che possa durare quasi 10 anni.

L’idea di Bellini è questa: se spendo 1.500 dollari per comprare un AppleTV, è probabile che per un lungo periodo di tempo (valutato intorno agli 8 anni) quel tipo di hardware rimarrà nel mio soggiorno. Dopotutto, un televisore non lo cambi ogni anno. Poiché un AppleTV potrebbe fungere da fulcro domestico dell’attività dell’utente Apple, chi possiede questo tipo di televisore avrebbe vantaggi a scegliere Apple anche per le altre esigenze hardware (telefonino, computer e, volendo, tablet).

Questa prospettiva è corroborata dall’analisi di un altro nome di peso, Gene Munster, che in un suo recente report ha ipotizzato che il nuovo “gioiello” di casa Apple verrà presentato entro il Novembre 2013, avrà un prezzo compreso tra i 1500 e i 2000 dollari, uno schermo superiore ai 42 pollici, supporterà il controllo vocale e applicazioni come FaceTime, inoltre sarà strettamente interconnesso con tutti i dispositivi mobile di Cupertino.  

Ma se AppleTV può essere vantaggioso per Apple, come ci mettono così tanto a partorirlo? Il problema, questa volta, per Tim Cook e soci, non è tanto la mancanza di idee per rinnovare le tecnologie televisive, quanto il fatto che, a differenza di iPhone e iPad, Apple si ritrova in questo caso a piantare gli scarponi in un terreno già battuto da decine di potenti rivali, che per decenni hanno consolidato la propria posizione in un settore che negli ultimi vent’anni ha conosciuto pochi e limitati cambiamenti.

Se con l’iPhone Apple aveva reinventato il telefono, con una nuova AppleTV potrebbe tentare di salvare la televisione dall’estinzione. È un’impresa tutt’altro che facile, ma forse è proprio il tipo di battesimo del fuoco di cui Tim Cook a bisogno per uscire del tutto dall'ombra del suo predecessore.

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Fabio Deotto