Le 6 cose che Apple vuole eliminare dai nostri smartphone
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Le 6 cose che Apple vuole eliminare dai nostri smartphone

Da Google Maps a Spotify: ecco i piani (neanche troppo segreti) di Tim Cook e soci per creare un’alternativa 100% Apple ai servizi mobili più gettonati

Se mai vi trovaste a passeggiare per i parchi di Espoo, in Finlandia, potreste incontrare qualche vecchio dirigente ormai in pensione della divisione Dispositivi e Servizi di Nokia. Vi racconterà di quella che negli anni Novanta e per buona parte dei Duemila è stata la più grande azienda di telefoni cellulari del mondo. Una corazzata che sembrava inaffondabile, almeno fino all’arrivo di Apple.

Una bella storia senza lieto fine, da cui non si può che trarre un insegnamento: nel mondo tecnologico nessuno è al sicuro, soprattutto quando si vive all’interno di uno spazio vitale popolato da pesci grossi e perennemente affamati.

Così, all’indomani degli annunci del WWDC, la tradizionale conferenza dedicata agli sviluppatori di Apple, a molti è venuto spontaneo rivolgere un pensiero a tutte quelle realtà dell’Olimpo tecnologico che in un modo o nell’altro si trovano oggi traiettoria di Cupertino. Le novità che Apple introdurrà all’interno di iOS 9 sembrano infatti lucidamente pensate per annientare, o quantomeno indebolire, prodotti, servizi e utility che nel mondo digitale godono di una certa popolarità.

Qui di seguito vi spieghiamo quali sono e cosa rischiano con l’uscita del nuovo sistema operativo tascabile della Mela [Scorri Avanti per continuare].

Google Maps

Per Apple è un autentico chiodo fisso: sviluppare mappe che siano più precise, efficienti e attraenti di quelle proposte da Google. Finora - per ammissione degli stessi vertici di Cupertino - la battaglia è stata impari, ma col passare del tempo il divario potrebbe assottigliarsi. L’uscita di iOS 9 potrebbe rappresentare in questo senso un punto di svolta: il servizio si arricchirà con le indicazioni in tempo reale dei mezzi pubblici. Si comincia con una ventina di città - fra cui New York, San Francisco, Bejing, Londra e Berlino - ma l’obiettivo è mappare nel più breve tempo possibile le principali aree metropolitane del Pianeta.

Google Now

La Sibilla di Google, il software che vede e provvede leggendo nel pensiero (e nella casella di posta) degli utenti, avrà dal prossimo mese di settembre il suo gemello iOS. Stiamo parlando dell’assistente proattivo di Siri, un maggiordomo digitale pronto ad anticipare le nostre richieste, ad esempio ricordandoci l’orario di partenza per arrivare in orario agli appuntamenti o suggerendoci  gli indirizzi da aggiungere a una mail inviata a un determinato contatto. Perché dovremmo utilizzare il nuovo tool di Cupertino al posto di quello Made in Mountain View? Semplice, spiega Apple: perché funziona meglio e soprattutto non dirotterà i dati personali sul cloud o in qualsiasi altro "lido" al di fuori del dispositivo.

Flipboard

Il telefono è diventato il nostro primo organo di informazione ed Apple ha trovato il modo di aggregare le nostre fonti preferite in un archivio dinamico da sfogliare come fosse un quotidiano online. Si chiamerà semplicemente News e dal prossimo mese di settembre (da quando cioè iOS sarà ufficilamente scaricabile) punta a diventare il nuovo aggregatore universale di notizie per i dispositivi iOS. Ricorda qualcosa? Flipboard, ovviamente. Il popolare servizio creato nel 2010 per iPad (e poi esteso a praticamente tutti i dispositivi mobili) ha finora resistito a tutti i vari tentativi di imitazione. Nessuno di questi, però, poteva contare sulla potenza di fuoco di un’azienda da quasi 1000 miliardi di capitalizzazione

Evernote

Ci sono note e note. E quelle di Apple, bisogna ammetterlo, sono state finora abbastanza scarne. Con l’uscita della versione 9 di iOS, però, il discorso cambia. La società californiana arricchirà infatti il suo taccuino personale con una serie di nuove funzionalità interattive: oltre agli appunti di testo potremo ad esempio allegare immagini, creare liste delle cose da fare ed effettuare disegni. Qualcuno dalle parti di Rewood City, sede del quartier generale di Evernote, sta cominciando a sudare freddo: il rischio che tutti i vari block-notes “smart” presenti su App Store diventino obsoleti (e inutili) è - per usare un eufemismo - abbastanza concreto.

Android

Era uno dei desideri nascosti (ma neanche troppo) di Steve Jobs: distruggere Android, un sistema operativo che considerava un furto con scasso ai danni dell'iPhone. Di questa volontà si sono fatti evidentemente partecipi i suoi successori e lo si capisce una volta per tutte guardando il nuovo tool Move to iOS, una applicativo che mira a semplificare la vita a tutti coloro che hanno sempre desiderato passare a un iPhone, ma non hanno mai osato farlo per paura di perdere pezzi per strada. La nuova app - promette Apple - permetterà di trasferire contatti, messaggi, foto, video, segnalibri, email, calendari, wallpaper, brani musicali da un cellulare Andorid a un dispositivo iOS. Con un clic, o poco più.

Spotify (e tutti i principali servizi di streaming musicale)

Da qualche tempo a questa parte iTunes non genera più i profitti strabilianti di qualche anno fa e la colpa non è certo della scarsa vena degli artisti presenti nel catalogo di Apple. No, a cambiare le regole del gioco sono stati tutti i vari servizi di streaming musicale - da Spotify a Deezer, da Tidal a Rdio - capaci di offrire musica a sbafo a un tot al mese. Apple, che non ha nessuna intenzione di cedere ad altri il controllo di un mercato che ha visto nascere e crescere, è corsa ai ripari, confezionando un’applicazione che forse non avrà un nome originalissimo - Apple Music - ma che di certo ha tutte le carte in regola per sfondare: 9,99 euro al mese per accedere, senza limiti, a una playlist da circa 30 milioni di brani. Chi vuole avere un posto al sole nel ridente palcoscenico dei servizi musicali in streaming è avvisato: da oggi dovrà fare i conti anche con la Mela.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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