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Android Instant App: inizia l'era delle applicazioni che non si installano

Al via i test delle nuove applicazioni istantanee. Consentiranno di eseguire processi complessi semplicemente cliccando su un link

Con un breve post pubblicato sul blog degli sviluppatori, Google ha fatto sapere che il suo programma di Instant App si appresta a entrare nel vivo. Applicazioni come Periscope, Buzzfeed e Viki - ha spiegato Aurash Mahbod, software engineer della grande G - da oggi saranno disponibili sotto forma di applicazioni istantanee per un numero limitato di utenti Android che vorranno testarlo.

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L’iniziativa, passata un po’ in sordina fra le varie novità presentate allo scorso Google I/O, mira a promuovere l’utilizzo di applicazioni atipiche, per le quali cioè non è richiesta installazione. Le Instant App di Android si basano infatti su un concetto diverso di applicazione, che non prevede l'utilizzo del programma per intero, ma solo un frammento di esso; quello necessario per completare un determinato task.

I vantaggi per l'utente (e quelli per Google) 
L’obiettivo, è evidente, è alleggerire la frammentazione di Android, spesso intasato da applicazioni inutili o sottoutilizzate. Gli utenti, ha spiegato a più riprese Google, potranno eseguire funzionalità specifiche delle app (guardare un video, acquistare merce su un ecommerce) senza scaricare alcunché, semplicemente cliccando su un link.

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Secondo molti addetti ai lavori, in realtà, le Instant App nasconderebbero anche un secondo fine: consentire a Google (e alle sue ricerche) di spingersi fin nel cuore dell’esperienza mobile, laddove - finora - non è potuta arrivare. Bypassare le app come le abbiamo finora considerate, consentirebbe in pratica alla grande G di acquisire una maggiore centralità nell’esperienza in mobilità, dal momento che per molti utenti sarà molto più comodo cliccare su un link ipertestuale piuttosto che scaricare un’applicazione intera.

L’apertura delle Instant App al pubblico - seppure in forma limitata - sarà in questo senso importante per comprendere come reagiscono gli utenti di fronte al nuovo modello di interazione. Le prime applicazioni pilota, ha fatto sapere Google, saranno compatibili con tutte le versioni di Android da Jelly Bean in avanti.

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Roberto Catania

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