Gmail, l'arma di Google per espugnare l'iPhone
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Tecnologia

Gmail, l'arma di Google per espugnare l'iPhone

La nuova versione di Gmail per iOS consente di aprire i link YouTube, Google Maps e Web trovati nelle mail direttamente sulle rispettive app Google, senza dover più passare da Safari. In questo modo Google cerca di fidelizzare gli utenti iOS. Come reagirà Apple?

Ci siamo, a partire da ieri il peggior incubo di Tim Cook (e del fu Steve Jobs) ha le carte in regola per realizzarsi. Google ha lanciato su App Store una nuova versione di Gmail per iOS studiata in modo da far sì che l’utente Apple possa utilizzare Gmail come piattaforma privilegiata di collegamento per tutte le app dell’universo Google.

Fino a settimana scorsa, quando un utente Gmail cliccava su un link Web, YouTube o Google Maps, il sistema operativo Apple lo trasferiva d’ufficio su Safari, il browser default di Cupertino. Con la nuova versione di Gmail, questo ostacolo viene aggirato e i link relativi a YouTube, Maps e Chrome vengono aperti direttamente nelle applicazioni Google corrispondenti, sempre che l’utente le abbia installate sul proprio dispositivo iOS.

Questa nuova scorciatoia può essere disabilitata, il che significa che se non vuoi che un link di YouTube venga aperto direttamente dall’app di YouTube puoi evitarlo. Ma considerando le lamentele pervenute a più riprese dagli utenti che lamentavano un passaggio forzato da Safari anche quando il loro browser prescelto era un altro, saranno ben pochi gli utenti che decideranno di disattivare questa funzionalità.

Con questa novità, sempre che venga mantenuta, Google ha portato a casa un risultato importante che potrebbe rappresentare un pericoloso precedente, dal momento che sono in tanti a battere sui portoni della fortezza iOS per chiedere udienza (Amazon e Facebook in primis). Qualcuno potrebbe pensare che Google stia cercando di infiltrarsi nell’universo iOS per fare scouting d’utenti e rafforzare il proprio ecosistema, qualcuno addirittura arriva a individuare un tentativo di fare esplodere iOS dall’interno per poi raccoglierne i cocci su Android. In realtà, la situazione è molto meno subdola di quello che si potrebbe pensare.

Quello che interessa a Google in primo luogo, come sempre del resto, è la pubblicità. Se a Mountain View mostrano da sempre uno spiccato interesse a mantenere gli utenti all’interno dello steccato Google (vedi la progressiva integrazione di tutti i servizi Google in Gmail) è perché così facendo possono recuperare dati più numerosi e particolareggiati sui singoli individui, così da garantire agli inserzionisti pubblicitari un sistema di targeting estremamente raffinato e preciso.

Tuttavia, individuare nelle mosse di Google una sorta di strategia bellica non è del tutto sbagliato. Lo scorso anno, in concomitanza con il lancio di iPhone 5, Apple aveva estromesso dal proprio sistema operativo tutta la suite di app predefinite Google, consentendo la sola permanenza di Google Search. Dopo il disastroso debutto di Apple Maps, però, Apple ha riaccolto nel suo steccato Google Maps . La nuova app Gmail segue un altro ingresso eccellente nell’universo Apple, quello di Google Now , traghettato a marzo con la nuova versione di Google Search.

Insomma, Siri deve ancora raggiungere l’età per la patente, e ha già un pericoloso rivale che vive sotto lo stesso tetto. La pressione di Google per blindare la propria suite di app all'interno di iOS è destinata a intensificarsi. Apple può decidere di optare ancora una volta per un contrattacco protezionista, oppure decidersi a presentare ai propri utenti una suite a prova di bomba.

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Fabio Deotto