iPhone e Android: 5 mosse per mantenere in forma la batteria
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iPhone e Android: 5 mosse per mantenere in forma la batteria

Incubo da autonomia in esaurimento e icona che diventa rossa? Dovresti dare un occhio a questi suggerimenti

Una volta era solo l’iPhone. Ci si lamentava della poca durata della batteria , del doverlo metterlo sotto carica ogni sera, nella peggiore delle ipotesi del portare sempre con sé il cavetto da attaccare alla prima USB disponibile. Un problema che ha presto interessato i concorrenti: schermi più grandi e luminosi, supporti a tutte le reti di connessione disponibili, nuove funzioni e “chicche” mettono i moderni smartphone continuamente sotto stress. Nonostante le diverse aziende (Apple e Samsung in primis) tendono ad elogiare ogni volta le rinnovate capacità dei nuovi prodotti, capaci di resistere ore ed ore utilizzando varie funzioni, le regole di base per mantenere il più elevato livello di autonomia possibile non cambiano. Ecco le principali (abbiamo preso in considerazione soprattutto iPhone e vari modelli di Android, tra i più diffusi sul mercato, senza preservare la possibilità di trattare in seguito altri modelli, tra cui Windows Phone e BlackBerry. Tuttavia alcune linee generali possono essere prese per buone per tutti gli smartphone).

Impedire alle app di aggiornarsi in background

Una delle caratteristiche migliori dei moderni smartphone e tablet è che possono informarci di quello che ci succede intorno in tempo reale. Email, notifiche dei social o delle app di informazione preferite, tutto arriva all’istante permettendoci di non perdere nemmeno un minuto della nostra vita connessa. Ma tutto questo ha un prezzo. Secondo Samsung, l’impatto dell’aggiornamento automatico delle app in background è evidente: “Ogni volta che il telefono fa una richiesta di dati alla rete questo stressa un bel po’ la batteria. Minimizzando tali richieste si riduce la sincronizzazione e quindi il consumo di autonomia residua”. Come risolvere allora la sete di informazione? Sarebbe buon uso tenere in aggiornamento automatico solo le app strettamente necessarie. Tra queste il client email che dovrebbe aggiornarsi ogni 20-30 minuti, non di meno; del resto se qualcuno ha qualcosa urgente da dirci preferirà telefonare no? Indispensabile l’attivazione di app di messaggistica come WhastApp, Line o WeChat, magari non tutte e tre contemporaneamente.

Sfondi live ed effetti 3D: belli e impossibili

Diciamo la verità: senza un processore grafico degno di questo nome anche il più bel wallpaper animato non si può guardare. Movimenti elaborati ed effetti visivi continui (pensiamo a quello introdotto da Apple con iOS7), non fanno altro che succhiare batteria al dispositivo. L’effetto parallasse su iOS 7, che rende le icone e l’immagine di sfondo mobili allo spostare del telefono, stressa il processore dell’iPhone allo stesso modo di uno sfondo animato. L’effetto può essere disattivato andando in Impostazioni, Generale, Accessibilità e mettendo il pulsante “Riduzione del movimento” su ON.  Inoltre se si ha uno smartphone con schermo OLED, come il Galaxy S4, converrà passare ad uno sfondo statico scuro visto che questo tipo di schermo tende ad illuminare ogni singolo pixel piuttosto che l’interno quadro.

Le bufale sui tempi di ricarica

Quando si tratta di ricaricare un moderno device si deve tenere bene a mente la necessità di farlo con il caricatore originale fornito in confezione. Non sono pochi i casi di smartphone scoppiati o resi inutilizzabili per essere diventati bollenti dopo una ricarica con accesso non originali. Il motivo è semplice: i caricabatteria ufficiali riescono a controllare il livello di alimentazione raggiunto e assicurarsi che il telefono si carichi fino al limite, senza eccedere in potenza. Tutto ciò con i cavetti da pochi euro che trovate in giro non succede. Al di là di questo ci sono alcune buone norme per ottimizzare ulteriormente la batteria e la modalità di ricarica. Mentre le batterie al nichel hanno bisogno di essere scaricate fino alla fine per poi essere ricaricate al 100% e garantire un utilizzo con capacità massima, lo stesso non vale per quelle agli ioni di litio, presenti sugli smartphone e tablet. Questo vuol dire che non si deve aspettare che il dispositivo sia allo stremo per ricaricalo, anzi dovrebbe essere messo sotto carica quando si trova a non meno del 20% e portato almeno all’80%. Non bisognerebbe lasciarlo attaccato alla presa di corrente per ore e ore dopo il raggiungimento del limite massimo, non tanto per problemi di surriscaldamento del telefono (che come detto viene gestito bene da caricatori ufficiali) quanto per rallentare il processo di degrado della batteria visto che, anche dopo il 100%, il passaggio di corrente avviene sempre.

Non lasciare il Wi-Fi sempre acceso

Quando il modulo per il Wi-Fi è attivo il dispositivo tende a ricercare di continuo nuove reti, cercando di connettersi a quelle aperte. Principi simili si applicano al Bluetooth, GPS e al 3G e 4G. Le batterie moderne sono progettate per ridurre al minimo queste inconvenienze così che i problemi attuali non sono gli stessi di una volta quando un paio di ore di Wi-Fi bastavano a far scaricare un vecchio QTEK o i palmari HP. La maggior parte dei telefoni Android, così come l’ultimo iOS, permettono di accedere rapidamente alle impostazioni di rete e da lì attivare o meno quello che ci serve, per poi rispegnerlo.

Spegnere la vibrazione

Vi sembrerà una sciocchezza, ma la vibrazione aiuta a consumare batteria. Come? La funzione di vibrazione del telefono, così come il feedback tattile, utilizza un piccolo motore che fa ruotare un peso a velocità elevate per trasformare l’energia elettrica in cinetica e causare la vibrazione del dispositivo. Secondo gli esperti, il motorino, azionato per brevi periodi di tempo prima di essere spento e poi riacceso, crea picchi di corrente che utilizzano più energia che una vibrazione meno frequente e prolungata. Il segreto è togliere la vibrazione dalle notifiche, chiamate in ingresso e quant’altro e, visto che ci siete, togliete anche il feedback tattile presente su alcuni Android. Non vibreranno più le tasche ma almeno arriverete fino a sera.

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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