Ecco come si guida sotto l'effetto della droga
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Ecco come si guida sotto l'effetto della droga

Una tuta sviluppata da Ford simula gli effetti degli stupefacenti, induce allucinazioni e tremori, suggerisce quali danni possono fare al volante

La cannabis rallenta i riflessi, abbassa la concentrazione e la capacità di sterzare. E se è vero che la cocaina fornisce un’improvvisa botta di vitalità, poi spiana la strada ai colpi di sonno. Tutto il contrario dell’ecstasy, che fa sentire fin troppo sicuri di sé stessi e spinge a sottovalutare i rischi al volante. Per non parlare dell’Lsd, che provoca allucinazioni e stati confusionali. O dell’eroina, che la vista l’annebbia e parecchio.

Guidare assumendo una droga qualsiasi è una pessima idea. Sotto i suoi effetti, in generale, si moltiplica per 30 il rischia di finire coinvolti in un incidente. È talmente ovvio che è quasi superfluo suonare l’allarme. Eppure numerosi studi europei fotografano leggerezza, scelleratezza e frequenza di comportamenti pericolosi per sé e gli altri passeggeri. Innanzitutto tra i giovani. Per dire: il 18 per cento dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni ammette di aver accettato passaggi da una persona che aveva consumato stupefacenti.  Di più: nel 2014, sempre nel Vecchio Continente, 8,8 milioni di giovani hanno fumato spinelli, 2,3 milioni non hanno disdegnanto la cocaina. 

Non è finita qui. Quattro italiani su dieci tra i 15 e i 34 anni ammettono con candore di aver fumato almeno una volta una canna. Insomma, che tanti di loro possano ritrovarsi al volante o come passeggeri di chi non dovrebbe nemmeno sfiorare acceleratore e freno, non è improbabile. È statistica.

Per far capire loro cosa rischiano senza sacrificarne l’incolumità, per convincerli che sarebbe saggio e prudente evitare, Ford ha avuto un’idea. Ha creato una tuta hi-tech che, una volta indossata, simula gli effetti delle droghe.

Guida-morte

È composta da cuffie che producono rumori di sottofondo per distrarci, occhiali con lenti speciali che annebbiano la vista, riducono il campo visivo e sparano verso le pupille lampi di luce; una fascia per il collo che inibisce i movimenti della testa, un’altra per i gomiti che provocano nelle braccia un innaturale e fastidioso effetto slow motion. C’è anche una polsiera per mandare a quel paese coordinamento ed equilibrio, stessa cosa riprodotta per ginocchia e caviglie. C’è pure un generatore di tremori, una specie di vibrazione extra large come quella dello smartphone che rende gli arti traballanti com’è prassi quando non si ha il pieno controllo del proprio corpo.

Sembrerebbe uno strumento di tortura, invece la«Drug driving suit», così si chiama, non fa altro che replicare quello che proveremmo (se non l’abbiamo mai provato) con un bel po’ di stupefacenti che circolano nel nostro sangue. È una gemella della «Drink driving suit» (sempre idea di Ford), che fa lo stesso simulando i postumi di una bevuta.

In Europa il 18 per cento dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni ammette di aver accettato passaggi da una persona che aveva consumato stupefacenti

Sviluppata dall’Ovale Blu in collaborazione con i ricercatori del Meyer-Hentschel Institute tedesco, è personalizzabile a piacere. O meglio, si può scegliere quanto dispiacere arrecare. Che droga far provare a chi ce l’ha addosso. O gettarlo nello scompiglio più completo combinando tutti gli effetti collaterali insieme. C’è poco da divertirsi, parecchio da spaventarsi.

Per vederla all’opera non bisognerà aspettare molto. Sarà infatti una delle protagoniste del programma di corsi gratuiti «Driving skills for life», con i quali la casa automobilistica insegna ai giovani i principi della guida responsabile, mostrando loro come anticipare il pericolo, prevenire le situazioni di rischio e gestire quelle d’emergenza. Alle sessioni di training hanno già partecipato in Italia più di 1.500 ragazzi.

L’auspicio è che la tuta con i suoi ottimi, pratici, irruenti argomenti, non li spinga soltanto a non assumere droghe quando devono mettersi al volante, ma a evitarle del tutto. E a convicere i loro amici a fare lo stesso.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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