Privacy su Facebook: cinque cose da sapere
Tecnologia

Privacy su Facebook: cinque cose da sapere

Impostazioni e regole: ecco come proteggere al meglio il proprio profilo e quello dei minori

C’è un pregio che va dato a Zuckerberg ed è quello di aver implementato, non senza polemiche, l’introduzione di precisi settaggi per la privacy dei suoi iscritti. Non sono lontani i tempi in cui era difficile capire chi potesse vedere un certo contenuto, se era pubblico o meno e con che frequenza appariva sulle bacheche dei propri amici. Ci sono volute pressioni, parecchie, da parte di utenti e organizzazioni, ma alla fine qualcosa è cambiato, anche se non sempre in meglio.

I cambiamenti sulla privacy di Facebook sono stati tali da far perdere qualche passaggio anche ai navigatori più assidui, che potrebbero aver smarrito la strada per impostare al meglio l’accesso ai contenuti prodotti. Mercoledì il social network ha poi annunciato di aver mollato la presa sulla privacy dei minorenni che adesso possono postare “proprio come i grandi”. In termini quantitativi cambia tantissimo: le bacheche e le chat vengono popolate anche dai teenager che rappresentano, purtroppo, una facile preda per raggiri e truffe. Ma come è possibile impostare al meglio le opzioni di privacy così da renderle più vicine alle proprie esigenze? Ecco cinque consigli utili per migliorare la propria visibilità e quella dei minorenni.

I rischi per i minori

Per i minorenni è cambiato qualcosa. Se prima i loro post erano visibili solo agli “amici” o agli “amici degli amici”, adesso possono renderli pubblici e visibili a chiunque nella rete. La scelta, peraltro criticata da più parti , allenta il controllo sugli iscritti che hanno dai 13 ai 17 anni ed ha un risvolto pubblicitario non da poco. Addetti marketing e agenzie di adv potranno infatti ricercare, con i classici strumenti di Insight, i post resi pubblici dagli adolescenti, indirizzando proprio a loro offerte specifiche. Allo stesso modo i ragazzini potrebbero essere rintracciati, anche via chat, da persone con intenti peggiori. Facebook terrà nascoste alcune informazioni personali dei minori, come la data e il luogo di nascita e le scuole frequentate, ma il consiglio va ai genitori: tenete un occhio in più sulla presenza dei vostri figli nella rete delle reti.

Come regolare le impostazioni di privacy

Facebook è stato spesso criticato per non badare molto alla privacy. Con il tempo il livello di settaggio raggiunto è diventato soddisfacente, tanto che oggi si può dire di avere tutto il necessario per proteggersi al meglio. Nella parte inferiore di ogni pagina c’è un link alla sezione Privacy, non facilissima da raggiungere (il sito continua a caricare i post). Per facilitarvi ecco qui il link diretto . La pagina è un ottimo modo per controllare come cambiano le politiche di Facebook ed inoltre è possibile cliccare su “Strumenti interattivi” e “Anteprima del profilo ” per scoprire come appare il proprio profilo ad una persona specifica.

Chi può stringere amicizia

Una volta che si accetta una persona come amico ci si deve rendere conto che qualsiasi informazione e contenuto sarà a disposizione del nuovo contatto. Se abbiamo dei dubbi su una nuova relazione, possiamo prendere singole foto e “nasconderle” a determinati utenti. Per farlo bisogna aprire ogni immagine, cliccare sull’iconcina al fianco della data e fare click su “Personalizzata” scegliendo a chi nasconderla; lo stesso discorso vale per i post. Inoltre su Facebook si possono creare una marea di liste. Amici, famigliari, colleghi, ecc. Ognuno può elencare i contatti e filtrarli per condividere solo con loro certi contenuti. Molti non sanno che Zuckerberg ha introdotto, di default, una categoria speciale di amici conosciuta come “Conoscenti”. Gli aggiornamenti e i messaggi pubblicati da questo tipo di contatti saranno meno visibili del resto. Allo stesso modo si può scegliere di continuare a inviare post pubblici a tutti, tranne che ai conoscenti che restano comunque amici, anche se un po’ meno (e loro non lo sapranno mai).

La Graph Search

Annunciata a gennaio del 2013, da noi ancora non si è vista. Eppure il pericolo privacy è in agguato. Il team di Facebook tesse le sue lodi come avvicinamento della ricerca utente ad una più semantica (“Quanti ristoranti cinesi ci sono a Milano?”), i più dubbiosi invece vedono nella ricerca grafica un potente strumento di invasione della vita personale di ognuno. Chi ha testato la Graph Search ha messo in evidenza la possibilità che vengano fuori alcune informazioni imbarazzanti degli utenti (qui alcuni casi ), magari poco consoni a controllare chi può vedere i contenuti prodotti. Basterebbe un “Mi piace” dato con troppa leggerezza a proiettare il proprio nome nella lista di quelli che hanno cliccato la stessa preferenza, il che potrebbe mettere la persona in cattiva luce con qualcuno (sessimo, razzismo, fede religiosa o politica). In attesa che arrivi anche in Italia il consiglio è settare per bene la visibilità dei contenuti più “scottanti”, scegliendo con cura chi può vederli e chi no.

Strumenti di privacy

Le impostazioni per regolare l’accesso ai propri contenuti sono molte ma ben raggruppate. Si raggiungono da questa pagina principale e sono divise in diverse sezioni. La più importante è quella che raggruppa tutti i post nei quali si è stati taggati con la possibilità di rimuovere il tag o rendere invisibili i contenuti sul diario. Si potrebbe decidere di eliminare il proprio nome da una foto di un amico oppure di non far vedere a tutti che abbiamo messo il “Mi piace” su un gruppo musicale poco consono al nostro status. Da qui, senza eliminare il Like, si può semplicemente scegliere di tenere nascosta la preferenza, che sarà visibile solo a noi.

 

I più letti

avatar-icon

Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

Read More