Nsa, Internet e telefoni spiati: ecco dove la legge viene violata
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Nsa, Internet e telefoni spiati: ecco dove la legge viene violata

L'opinione pubblica e il Congresso non credono più all'amministrazione Obama sul DataGate: è finita l'epoca in cui la sicurezza giustifica le forzature del diritto

Dobbiamo dunque accettare l'idea che buona parte delle attività di spionaggio della Nsa rivelate da Andrew Snowden sia illegale. Ormai sono in pochi a credere ancora al quadro di diritto (controlli sempre autorizzati da un tribunale speciale) che ha giustificato la Nsa nei primi giorni dello scandalo.

La giustificazione legale da parte dell'amministrazione Obama suona più o meno così: il tribunale segreto Fisa (Foreign Intelligence Surveillance Act) dovrebbe approvare gli interventi di controllo sulle comunicazioni telefoniche (raccolta dei metadati) e le richieste - nell'ambito del programma Prism - di dati e contenuti del traffico Internet (email, messaggi Facebook, ricerche Google, siti visitati) alle varie aziende che operano sulla rete.
Quindi: ogni intervento di sorveglianza sarebbe coperto da un mandato.
 
In verità si è scoperto che:
1) buona parte delle azioni di controllo avvengono in realtà senza mandato;
2) la raccolta di metadati delle conversazioni telefoniche è in quantità eccessiva rispetto a quanto previsto dalla legge che prevede l'autorizzazione ai controlli;
3) Prism e i suoi controlli su Internet riguardano  - nei fatti - anche i cittadini Usa.

(Quasi) tutto senza mandato
1)  L'ultimo colpo, il più pesante, probabilmente, alla presunta copertura legale è arrivato la scorsa settimana con i documenti del Guardian relativi a XKeyscore, il programma che permette agli analisti della Nsa di analizzare - senza necessità di mandato e autorizzazione - le comunicazioni mail e chat, e le cronologie di navigazione di milioni di persone. Ma di colpi questa presunta legalità delle attività della Nsa, ne aveva ricevuti anche prima.
Con alcune indagini giornalistiche associate alle rivelazioni di Snowden, insieme ad altre inchieste e informazioni. Per esempio un irrinunciabile articolo di James Bamford sulla New York Review of Books (n.13, 15 agosto - 25 settembre).

Le altre due falle le riassume l'Economist:
2) dati telefonici: dal 2007 il tribunale Fisa autorizza, in base al Patriot Act, la raccolta dei dati "rilevanti" per le attività di investigazione in materia di sicurezza nazionale. Peccato che invece la Nsa raccolga  tutti i dati e poi li usi e verifichi quali siano "rilevanti oppure no: "perché ti serve tutto il pagliaio per trovare l'ago", come ha detto Keith Alexander direttore della Nsa.
Tra l'altro, ricorda l'Economist, lo scorso anno la Corte Suprema sottolineò esplicitamente che raccogliere molti dati privati in un'indagine sia diverso dal raccoglierne solo una piccola parte (la questione era relativa ai dati Gps necessari per identificare il percorso di un veicolo) e come siano necessarie maggiori garanzie legali se i dati sono molti.

3) Prism: qui il punto è chi viene spiato. Prism, ricordiamo, è il programma che permette alla Nsa di ficcare il naso dentro attività e comunicazioni Internet di cittadini non statunitensi. Il fatto è che questo comporta che la corrispondenza fra gli stranieri e gli americani rientrerebbe, nei fatti, nelle comunicazioni controllabili. Questo tipo di attività è regolato dal Fisa Amendments Act del 2008 che stabilisce che non si possano raccogliere intenzionalmente comunicazioni fra americani. Tuttavia, come ha ricordato il Washington Post, in base ai regolamenti dell'Nsa gli agenti devono verificare che ci siano il 51% delle probabilità che la comunicazione spiata riguardi almeno uno straniero. Il che fa pensare che le probabilità di intercettare in realtà comunicazioni solo di americani siano piuttosto alte: il che le renderebbe, appunto, illegali.

>>TUTTO SU NSA E DATAGATE

Information anarchists

Senza timore di finire fra gli "anarchici dell'informazione" (come l'accusa al processo di Bradley Manning ha chiamato Wikileaks), solo il cambio di prospettiva ci aiuterà nelle prossime settimane e mesi, a capire la portata del Datagate: non solo riprovevole moralmente e dannoso per la democrazia (su questo non si potevano avere grandi dubbi) ma anche illegale in base alle leggi Usa, anche quelle post-11 settembre, che, lo sappiamo, già avevano costretto a imbarazzanti compromessi alcune libertà, per garantire maggiore sicurezza.

La protesta dell'opinione pubblica e del Congresso
Soprattutto, il fatto che sia finalmente riconosciuta come illegale rende tutta l'operazione degli spioni delle comunicazioni meno accettabile per l'opinione pubblica, americana e internazionale, e, ancora più importante, per una parte, bipartisan, del Congresso che già si sta facendo sentire.

Il che potrebbe provocare reazioni in favore di una maggiore trasparenza e rispetto dei diritti da parte dell''amministrazione Obama, alla quale non farà ancora a lungo piacere essere paragonata - per queste faccende - a quella di G.W. Bush, e in alcuni casi a sembrare peggiore. Tanto più che viene sempre più spesso contestata la veridicità dei presunti successi di queste attività di sorveglianza nello sventare complotti e progetti terroristici.

Certo, gli osservatori più attenti (o meno ingenui, io purtroppo sono fra gli ingenui) ora dicono che nessuno si può sorprendere per questa presunta scoperta. Era evidente, aggiungono, sin dalle prime rivelazioni in giugno, che lo schermo legale della Fisa fosse poco credibile e insufficiente, almeno per buona parte delle attività della Nsa.
Ora però sarà più difficile per tutti sia essere ingenui, sia in malafede.

Da leggere:

Liberty's Lost Decade (The Economist)

In the secret state  (The Economist)

They Know Much More Than You Think (The New York Review of Books)

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Luigi Gavazzi