Il prossimo Datagate arriva dal mare
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Tecnologia

Il prossimo Datagate arriva dal mare

Nicholas Knight: segnatevi questo nome perché potrebbe essere il nuovo Edward Snowden

Chissà cosa avranno pensato i colleghi della USS Harry S. Truman quando hanno scoperto che Nicholas Knight di giorno vestiva i panni di militare della marina statunitense e di notte quelli di hacker, intento a rubare dati e informazioni classificate dagli archivi di bordo. Il ragazzo lavorava come amministratore di sistema e controllava, tra l’altro, il reattore nucleare della nave e le sue protezioni.

Il problema è che quando non era in servizio, Nicholas pensava a violare i sistemi informatici di istituti e organizzazioni vicine agli Stati Uniti d’America, come il Dipartimento di Sicurezza Nazionale, l’Agenzia Nazionale di Intelligence Aerospaziale, il Toronto Police Service, la AT&T e la stessa Marina. L’hacker è stato colto sul fatto, mentre cercava di intrufolarsi in un database governativo, in pieno mare, viaggiando su una delle navi degli USA.

È inevitabile associare la figura di Nicholas Knight a quella di Edward Snowden. Entrambi hanno agito dall’interno, validando la propria posizione presso i datori di lavoro per poi colpire nel segreto, appropriandosi di file segreti e potenzialmente distruttivi per il loro paese.

Ma c’è una, grande, differenza: Nicholas non agiva da solo. Il suo team di hacker è conosciuto come Digi7al che, secondo un’accusa federale presentata la scorsa settimana, si è reso colpevole di numerose irruzioni cibernetiche, furti e pubblicazione di materiale riservato. Se l’obiettivo di Snowden era di informare il mondo sulle pratiche di monitoraggio e raccolta dati da parte della NSA, Knight sembra rispecchiare quell’indole hacker spocchiosa di chi sa di aver fregato il governo e fa di tutto per renderlo noto.

“Non so se postare tutto su Twitter” – aveva detto in un’email indirizzata all’emittente ABC News in cui negava di essere a capo di un’unità criminale ma solo di un “gruppo di persone che ha copiato alcune cose”. Queste “alcune cose” riguardano almeno 220 mila informazioni personali su impiegati della marina degli Stati Uniti e, soprattutto, i dati degli impiegati del Los Alamos National Laboratory, da cui uscirono le bombe atomiche lanciate durante la Seconda Guerra Mondiale.

Adesso il Governo USA trema, per paura che ci siano tanti piccoli Edward Snowden nascosti in enti pubblici, agenzie, partner e organizzazioni militari. L’effetto Snowden si fa sentire: da quel luglio 2013 sono tante le persone che credono si debba fare di più per preservare la privacy dei cittadini, senza rinunciare a quel senso di protezione e sicurezza di cui si sente il bisogno, soprattutto dopo l’11 settembre.

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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