La Barbie col Wi-Fi che spaventa i genitori
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La Barbie col Wi-Fi che spaventa i genitori

Mattel l’ha presentata a febbraio ma negli USA c’è una petizione per bannarla dai negozi. “Ascolta e registra le conversazioni dei nostri figli”

Nel giorno di San Valentino 2015 Mattel ha presentato Hello Barbie, una bambola dotata di Wi-Fi, microfono e riconoscimento della voce. Cosa può mai esserci di sbagliato in un oggetto del genere? Nulla se non si è mai sentito parlare di intercettazioni, privacy ed NSA. Non che l’Agenzia di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti abbia già un software per recepire le conversazioni tra bambini e giocattoli (ma non ci giureremmo) ma i dubbi sull’estrema “internettizazione” delle cose cominciano ad essere davvero tanti.

Se poi succede che i fatti contribuiscono ad accrescere fobie, paure ed ansie allora la situazione diventa molto seria. La bambolina tanto carina rappresentazione di un sogno americano persistente tra decappottabili, party in piscina e giornate in spiaggia pare essere un perfetto agente segreto. Secondo quanto scrive l’associazione CCFC (Campaign for a Commercial-Free Childhood) che promuove l’assenza di prodotti con finalità pubblicitarie e lesive della crescita dei bambini, le conversazioni tra il giocattolo in grado di riconoscere la voce e i più piccoli potrebbero dar vita ad una violazione della privacy e dei diritti dei minorenni.

Ogni volta che il bambino parla il microfono della Barbie recepisce, memorizza e invia a dei server la voce ascoltata per finalità ben poco chiare. Come ha spiegato ad ABC NewsMartin Reddy, co-fondatore della ToyTalk startup che ha realizzato Hello Barbie, le conversazioni vengono conservate sugli stessi server dove risiedono anche i file dell’intelligenza artificiale che muove la bambola. Reddy ha ribadito come tutte le informazioni recepite dal microfono della Barbie restino private e non condivise con agenzie o istituti di ricerca esterni. Ma non tutti sono d’accordo.

Ecco il testo della petizione che la CCFC ha avviato per bloccare la vendita di Hello Barbie: “Non si tratta di bambini che parlano ad un giocattolo ma di persone ingenue che raccontano i loro interessi e preferenze ad un conglomerato commerciale con scopi puramente finanziari. Tutto ciò è raccapricciante e crea una serie di pericoli per i nostri bambini e le nostre famiglie. Di norma i più piccoli rivelano tante cose su di loro quando giocano. Nella demo mostrata dalla Mattel la Barbie pone domande che potrebbero portare i bambini a fornire informazioni basilari sulla loro vita; dati che potrebbero benissimo essere utilizzati per indirizzare meglio messaggi pubblicitari e prodotti”.

Da parte sua Mattel dice che la Barbie non è intrusiva o proattiva; se ne sta li ferma fin quando non viene premuto un bottone sulla fibbia della cintura. A quel punto la bambola pone una domanda e si avvia la conversazione tra uomo e macchina. Come ulteriore garanzia, i genitori possono ricevere una newsletter settimanale in cui vengono riassunti i temi trattati e le risposte fornite dai figli. Tutto risolto allora? Per nulla.

La ToyTalk è un'azienda come le altre, i cui sistemi informatici potrebbero essere violati al pari di quelli della Apple, Google, Microsoft e così via. Basterebbe davvero poco a far venir meno la l’ostentata sicurezza dichiarata da ToyTalk circa la conservazione e crittografia delle informazioni ricevute da Hello Barbie. Chi ci dice che qualche hacker non possa intercettare le comunicazioni, tradurle e compiere azioni criminali tra cui l'entrare in casa quando il bambino racconta di essere solo? Vi fidereste voi di un orecchio sempre aperto e pronto a captare ogni segnale che arriva dal suo possessore che ancora non discerne cosa è giusto da ciò che è sbagliato? Questo non è un attacco alla Barbie, anzi lunga vita alla biondona americana più famosa al mondo, ma a quella che ascolta i bambini solo nel loro immaginario e non seduta dietro la scrivania di una multinazionale.

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antoninocaffo