Addio password, useremo l'orecchio
Simon James, Flickr
Tecnologia

Addio password, useremo l'orecchio

Yahoo sperimenta un nuovo tipo di autenticazione: è finito il tempo di numeri e dita. Basterà avvicinare il telefono al padiglione per sbloccarlo

Yahoo sta studiando nuovi sistemi per proteggere computer e dispositivi portatili dagli occhi indiscreti di hacker e criminali informatici. Per farlo non integrerà la sua piattaforma con le ultime procedure di autenticazione sdoganate dai big della telefonia tra cui il Touch ID di Apple e lo sblocco di Samsung e Huawei ma rivolgerà lo studio biometrico altrove, precisamente verso le orecchie. Si perché la compagnia sta seriamente pensando di mappare la forma dell'organo uditivo per consentire lo sblocco quando il cellulare viene portato vicino al padiglione per rispondere ad una telefonata o in attesa che dall'altra parte l'interlocutore dia segni di vita. 

Meno password più biometria

I Labs di Yahoo hanno spiegato: "Si chiama Bodyprint ed è una tecnologia che riesce a compensare un basso input (la sagoma dell'orecchio è decisamente meno definita di un dito ndr) con un'ottima precisione di autenticazione". Secondo i primi test di Yahoo, su 12 partecipanti, Bodyprint ha classificato parti del corpo corrispondenti al 99,98% del totale, identificando gli utenti con il 99,52% di accuratezza e una percentuale di errore del 26,82%. Alla fine dell'analisi proprio l'orecchio è risultato essere la parte più propensa ad essere riconosciuta per un'autenticazione su dispositivi mobili e anche altrove visto che una simile tecnica potrebbe essere integrata anche su altri tipi di piattaforme. La lettura dell'orecchio è solo l'ultima delle invenzioni pensate dai ricercatori per far dimenticare del tutto le password in tempi in cui quasi tutti adottano la doppia autenticazione per entrare negli account social e servizi di mail e bancari. Ma il futuro è un altro e non prevede l'inserimento di numeri e cifre ma solo di utilizzare il proprio corpo come sistema di autenticazione principale.

Il precedente svizzero

Se lo sblocco con l'orecchio vi sembra una pazzia degna dei migliori film di fantascienza degli anni '90 c'è chi invece la considera come parte del futuro della sicurezza informatica. L'esperta di biometria Angela Sasse dell'Università College di Londra pensa infatti che strutture del genere possano migliorare a rendere effettivamente più protetti i dispositivi che portiamo sempre dietro pieni zeppi di informazioni personali. "Le richerce in tale ambito sono andate avanti per anni - ha spiegato alla BBC- ma adesso è il momento di concretizzarle". Non è nemmeno la prima volta che l'orecchio viene usato come tecnica di riconoscimento biometrico. In Svizzera ad esempio la polizia tende a confrontare la sagoma dell'orecchio di presunti ladri con le impronte trovate su scene del crimine. Per quale motivo? I criminali prima di tentare lo scasso si appoggiano a porte e finestre per sentire se i padroni sono in casa, quanto basta per lasciare un segno analizzabile della loro presenza. 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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