Risen 2: Dark Waters, avventure cappa e spada – Recensione
Deep Silver
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Risen 2: Dark Waters, avventure cappa e spada – Recensione

Pirati, tesori nascosti, isole da scoprire: questo action corsaro ha qualche difetto di troppo, ma anche fascino da vendere

Con Risen 2: Dark Waters è un po' come ammirare da lontano i cannoni fradici di un galeone: li vedi, ti aspetti un botto pazzesco, invece l'acqua ha bagnato le polveri e l'esplosione non arriva.

Perché è davvero promettente l'idea di ambientare l'avventura in un mondo che mescola pirateria e mitologia – i titani combinano danni sulla terra dopo la scomparsa degli dei e tu, eroe solitario, ti barcameni fra la loro minaccia incombente, un ordine militare religioso, gruppi rivali di bucanieri e qualche selvaggio assortito, senza dimenticare isole da esplorare, resti di civiltà perdute e tesori nascosti.

È anche innegabile che gli sviluppatori di Piranha Bytes siano riusciti ad arricchire in modo efficace una spina dorsale action/adventure con alcuni elementi da gioco di ruolo (crescita del personaggio, trama non lineare, esplorazione libera). Ma cosa te ne fai di tutto questo se, quando entri nel vivo dell'azione, devi fare i conti con una realizzazione grafica così così, un'intelligenza artificiale abbozzata e una profondità limitata?

Dark Waters resta comunque un titolo interessante, che nonostante i difetti riesce a mantenere buona parte del suo carisma. Alla fine, chi non ha mai fantasticato di andare per mare sotto la bandiera pirata?

Voto: 7,3

Piattaforma: PC, PlayStation 3, Xbox 360 (versione testata)
Sviluppatore: Piranha Bytes
Produttore: Deep Silver

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Aldo Fresia

Scrivo di cinema e videogame. Curo e conduco la trasmissione radiofonica Ricciotto.

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