Una settimana con la Leica Q
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Una settimana con la Leica Q

Le nostre prime impressioni sulla supercompatta a ottica fissa della casa di Wetzlar

Da quando questi (maledetti) smartphone hanno fatto irruzione nella nostra vita, per noi amanti della fotografia senza “se” e senza “ma” è iniziata una fase un po’ controversa: da un lato c’è ancora, ed è vivo, il desiderio di scattare con attrezzi di qualità, gli unici che ci consentono di arrivare a un Risultato con la R maiuscola; dall’altro, è innegabile, tendiamo a impigrirci, a lasciare nel cassetto il nostro pesante fardello fotografico nella consapevolezza che, comunque vada, un ricordo accettabile lo porteremo sempre a casa, anche con un dispositivo concepito in origine per telefonare.

Alcuni produttori - non molti per la verità - sembrano aver compreso questa impasse, puntando su un concetto di macchina tutto sommato inedito: quello di una supercompatta a ottica fissa in grado di cavarsela - e bene - in tutte le situazioni di scatto. Più o meno quello che si propone di fare la nuova Leica Q, una fotocamera atipica rispetto al pregresso della casa tedesca ma che a conti fatti ha ben più di un motivo per farsi apprezzare:

1. È una macchina molto maneggevole (13 centimetri su lato lungo, meno di un iPhone)

2. È una full frame basata su un sensore da 24 megapixel

3. È costruita secondo i canoni (maniacali) di Leica

4. È dotata di un obiettivo fisso (Summilux 28 mm f/1.7 ASPH) pensato per calarsi all’interno di qualsiasi scena e - soprattutto - in qualsiasi condizione di luce.

5. Ha un prezzo elevato (poco meno di 4000 euro) ma comunque più accessibile rispetto al resto del catalogo Leica

Dopo una settimana di prova, possiamo sbilanciarci in qualche considerazione più approfondita.

Piccola ma ben costruiita
Iniziamo col dire che la Leica Q è un oggetto che non ci ricorda nessun altra fotocamera provata finora (ad eccezione, forse, della Sony RX1R). Non è solo questione di compattezza, ciò che colpisce è la volontà di cercare (e trovare) il baricentro fra dimensioni, qualità del corpo macchina e comandi manuali. L’impressione, già alla prima impugnatura, è quella di un piccolo concentrato di tecnologia, un oggetto leggerissimo in termini di ingombri, ma molto, molto pesante sul piano delle finiture e della qualità costruttiva.

I comandi che contano sono tutti situati sulla parte alta della fotocamera, e più precisamente sul lato destro. È qui che troviamo il tasto di scatto, incastonato nella ghiera di accensione (che funge anche da sistema di regolazione dello scatto, singolo o continuo), quello per l’attivazione della modalità videocamera e le due ghiere per la regolazione della velocità di scatto e la compensazione dell’esposizione.

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Pensata per la street photography
Certo, chi arriva da una reflex rischia un po’ la claustrofobia, anche se - vale la pena ribadirlo - questa non vuole essere la macchina per rimpiazzare le Dslr professionali, ma un’idea raffinata per cimentarsi nella fotografia da strada, o - piuttosto - una seconda macchina “indossabile” in tutte le occasioni.

Vanno comunque sottolineati gli sforzi di Leica nel cercare una quadratura del cerchio a livello funzionale. In questo senso non passa inosservata la presenza di un mirino elettronico di buona qualità (1280 x 960 pixel la risoluzione totale), il tasto Fn personalizzabile e la possibilità di regolare l’apertura del diaframma dalla seconda ghiera dell’obiettivo integrato.

Rispetto a tante reflex oggi sul mercato, inoltre, la Leica Q ha già tutto quello che serve per comunicare (leggasi trasferire le foto) con uno smartphone o un tablet senza passare da PC. È sufficiente scaricare l’omonima applicazione mobile (disponibile per iOS e Android) per creare un ponte diretto fra la fotocamera e il dispositivo portatile

Un'ottica da favola
Una menzione speciale va all’obiettivo scelto da Leica per l’occasione, un Summilux 28 mm f/1.7 ASPH, scelta dettata - citiamo le parole del produttore - per "riprodurre scene con prospettive e proporzioni naturali". Uno scatto alle cinque di pomeriggio al parco Lambro di Milano a 1600 ISO ci è sufficiente per capire che per questa Leica la luce non sarà mai un problema.

parco lambro Foto Luigi Gavazzi, Flickr luiginter (clic per ingrandire)

Azzeccata anche la scelta di puntare su un display touch screen, non tanto per ciò che ne consegue a livello di navigabilità fra i vari menu e sottomenu, quanto per la possibilità di sfruttare il cosiddetto touch focus: quando occorre comporre l'inquadratura senza passare dal mirino elettronico basta toccare un punto del display per selezionare il fuoco e scattare.

Conclusioni
Non ci sono dubbi: per nitidezza, luminosità e incisività dei colori siamo di fronte a una Leica di razza. Certo, chi compra la Leica Q sa che dovrà convivere vita natural durante con un’ottica fissa da 28 millimetri. Prendere o lasciare, insomma. Va detto però che con 24 megapixel a disposizione e una tale precisione di fuoco, c'è spazio (e in abbondanza) per effettuare crop spinti.

Un po’ meno esuberante la parte video della fotocamera. La Leica Q può effettuare registrazioni in Full HD a 30 e 60 fps ma manca il supporto al 4K, un’opzione per girare a 24 fps e soprattutto una presa jack per il microfono esterno.

Come ogni prodotto Leica non si può ovviamente prescindere dal costo finale, che in questo caso è di 3.995 euro, una cifra più abbordabile rispetto a quella affissa sulla maggior parte degli articoli Leica ma in ogni caso superiore alla spesa media effettuata da un appassionato di fotografia nel corso di una vita intera.

Una cosa è certa: chi acquista una Leica Q difficilmente si troverà a mangiarsi le mani per la troppa fretta; a meno di improbabili evoluzioni sul tema, sarà quasi impossibile vedere a breve compromessi migliori in termini di rapporto qualità-ingombri.

Leica Q: le foto

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Roberto Catania

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