Pono, ecco perché non è il solito lettore musicale
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Pono, ecco perché non è il solito lettore musicale

I motivi per credere alla promessa di Neil Young di un player che cambierà il nostro modo di ascoltare la musica (e quelli per non farlo)

L’iPod sta morendo (o forse è già morto) e anche iTunes non se la passa benissimo. Nel 2015, nell’era in cui basta uno smartphone e un abbonamento a uno dei tanti servizi di streaming per ascoltare tutta la musica prodotta dal genere umano dalla notte dei tempi ad oggi, sembra davvero difficile - se non impossibile - trovare un buon motivo per credere ancora nei lettori musicali. A meno che non ti chiami Neil Young e hai passato una vita intera a scrivere musica, musica di qualità.

Ebbene sì. Il popolare cantautore canadese, ormai prossimo alle 70 primavere, è convinto che gli appassionati di musica - quelli veri - abbiano ancora bisogno di uno strumento specifico per appagare le proprie orecchie. Qualcosa che assomigli a un iPod nella forma, ma non nella sostanza, considerata l’evoluzione dei vari formati digitali nati sotto il segno dell’mp3.

Da qui l’idea di Pono, un lettore che - come spiega lo stesso Neil Young sul sito che ospita l’iniziativa - vuole offrire la miglior esperienza di ascolto musicale oggi possibile per chi “consuma” musica digitale. L’ex leader dei Crosby, Stills, Nash & Young ci ha messo qualche “spicciolo” per avviare il progetto, il resto è arrivato dai contributi dei piccoli e grandi investitori che hanno sostenuto l’iniziativa su Kickstarter. Circa sei milioni di dollari, dollaro più dollaro meno, quanto basta insomma per trasformare quella che in origine era poco più che un’idea ambiziosa in un vero e proprio prodotto acquistabile nei negozi.

Ad annunciare la commercializzazione di Pono è stato lo stesso Neil Young dal palco della più importante manifestazione americana dedicata all’elettronica di consumo, il CES di Las Vegas, specificando che il lettore sarà in grado di riprodurre tracce audio di qualità tecnicamente superiore a quella degli stessi CD, tutte scaricabili dall’omonimo bazàr multimediale, il PonoMusic World.

Necessario a questo punto provare a capire quali sono i punti di forza e di debolezza del dispositivo [Scorri Avanti per continuare].

Meglio, molto meglio di un mp3

A differenza di tutti i normali lettori mp3 - prodotti nati per leggere file compressi - Pono è stato concepito per essere quanto più vicino alla qualità di registrazione audio. Per questo motivo il lettore può riprodurre tracce con frequenze di campionamento che vanno da 44.1kHz/16 bit a 192 kHz/24 bit, il che - tradotto in soldoni - significa una qualità da 6 a 30 volte maggiore rispetto ai normali mp3.

Pochi ma buoni

Al contrario del modello praticato da Deezer, Spotify, Pandora  e da tutti i vari sistemi di streaming musicale, Pono si rivolge a quanti non sono interessati a fare scorpacciate di musica a 9,99 euro al mese, quanto piuttosto ai collezionisti della musica di qualità. In questo senso PonoMusic World, lo store per l’acquisto delle tracce compatibili con l’ecosistema Pono,  assomiglia di più a una boutique della buona musica che al classico supermercato della musica in stile iTunes.

Costa 399 dollari (musica esclusa)

Pono arriva sul mercato a un prezzo di 399 dollari, praticamente il doppio rispetto all’iPod Touch nella sua versione base (da 16 GB). La vera spesa, però, non sta tanto nel dispositivo in sé quanto piuttosto nelle tracce presenti nello store Pono. Scaricare Led Zeppelin IV da nel PonoMusic World costa 27.49 dollari contro i 13.99 dollari di iTunes. Più abbordabile l'acquisto delle tracce singole (i prezzi oscillano dai 2 ai 3 dollari a canzone) ma in questo caso la disponibilità è più limitata. 

Più qualità significa meno spazio

Considerato il volume mediamente più alto dei file audio di ottima qualità rispetto agli mp3 (circa 70 Mb a traccia), Pono non può offrire la stessa capacità di archiviazione offerta dall’iPod e da tutti i più comuni player digitali. I 128 “giga” di spazio messi sul piatto dal lettore di Neil Young (64 GB di memoria interna più altri 64 GB di espansione) sono sì e non sufficienti per salvare qualche centinaio di traccia alla massima risoluzione (192 kHz/24 bit). Ovviamente abbassando le pretese lo spazio aumenta in proporzione: se ci si accontenta della qualità dei CD campionati a 44.1 kHz/16 bit è possibile arrivare a circa 5000 tracce salvate per lettore.

Streaming? No grazie

Il vero limite di Pono sembra essere però un altro, ovvero il suo rifiuto quasi dogmatico verso qualsiasi forma di ascolto in streaming. Il lettore, come detto, accetta file musicali in formato fisico, da quelli in alta definizione - come FLAC, ALAC, WAV - ai formati più compressi (come MP3 e AAC), ma non c'è modo di collegarsi a servizi come Deezer e Spotify. Pono è infatti ideologicamente contrario al modello degli abbonamenti a un tot al chilo, un approccio forse un po’ troppo integralista e che alla lunga potrebbe danneggiare alcune categorie di utenti. Ad esempio quanti vorrebbero avere la possibilità di “assaggiare” il contenuto di un album prima di acquistarlo.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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