Reed Hastings
Roberto Catania
Tecnologia

Netflix, perché abbonarsi (e perché no)

Tutti i pro e i contro della piattaforma di streaming americana, da ottobre anche in Italia

La previsione è di quelle che meritano un bel nodo sul fazzoletto: entro sette anni - ci spiega Reed Hastings, CEO di Netflix - saremo presenti in un terzo delle case degli italiani. Verrebbe da pensare alla solita sparata dell’imprenditore ottimista di turno, se non fosse che quello che abbiamo di fronte è l’artefice del più importante servizio di streaming del mondo, nonché colui che ha preconizzato (in tempi non sospetti) la morte della videocassetta (prima) e del DVD (poi).

Tanta fiducia deriva dai numeri in crescita (75 milioni di utenti in praticamente tutto il mondo) ma anche e soprattutto dagli investimenti che la società sta mettendo in campo per migliorare catalogo ed esperienza d’uso. "Lo streaming sta alla televisione lineare come il telefono mobile sta a quello fisso", azzarda il 55enne manager americano che puntualizza: "nel mondo ci sono 6 miliardi di telefoni cellulari contro le 700 milioni di linee fisse, e il motivo è semplicemente: la gente vuole le cose migliori. La stessa cosa accadrà con lo streaming".

Ma è davvero così? Su quale basi Netflix può definirsi un’alternativa migliore, oltre che diversa, rispetto alla Tv tradizionale? In questo articolo proveremo a capirne di più, analizzando pregi e difetti della piattaforma [Scorri Avanti per continuare].

Addio palinsesto: i contenuti sono "a comando"


Per guardare i contenuti di Netflix non occorre piazzarsi davanti alla TV a una determinata ora. Grazie allo streaming è lo spettatore a decidere quando, dove e come guardare un film, una serie Tv, un cartone animato o un documentario. Qualsiasi vincolo legato allo spazio e al tempo, insomma, non ha più ragion d'essere. Per accedere a un archivio di 15mila titoli always on basta una Tv connessa o uno dei tanti dispositivi compatibili (qui la lista di tutti i supporti), una connessione dati e un abbonamento al servizio. Nulla di più.

Uno streaming molto efficiente


Netflix, così come tutti i servizi di streaming, si basa sulla trasmissione di contenuti audio/video via Internet. Affinché l’esperienza di visione sia soddisfacente (leggasi fluida e senza scatti) è perciò consigliabile disporre di una connessione a banda larga di almeno 3.0 Mbps per trasmissioni in qualità standard, 5.0 Mbps per quelle in HD e 25 Mbps per l’Ultra HD (4k). Da sottolineare il fatto che Netflix abbia adottato una serie di tecnologie proprietarie per attutire l’impatto dell’ampiezza di banda sulla qualità di riproduzione dei contenuti. Ad esempio il cosiddetto “adptive streaming”, una tecnologia di sincronizzazione che permette di avviare la riproduzione del film o della serie tv in pochi secondi dal clic, a prescindere dal tipo di connessione utilizzata, o il nuovo sistema di encoding per la codifica di ogni contenuto "pesata" sulle sue caratteristiche intrinseche (e non in base alla banda): in questo modo, ci spiegano i responsabili del servizio, si limita l’utilizzo della banda senza compromettere la qualità della definizione finale.

Una programmazione che si plasma sui gusti dell’utente


Chi si abbona a Netflix può impostare fino a un massimo di cinque account diversi che possono essere utilizzati, ad esempio, per creare diversi profili per ogni singolo componente familiare. Ciascuno di questi viene personalizzato automaticamente dal servizio sulla base dell’utilizzo pregresso, e in particolare sulle tipologie di titoli visti. Un algoritmo interno si preoccupa infatti di esiminare ogni contenuto selezionato dall’utente in base a determinate macrocategorie - ad esempio genere (drammatico, comico, thriller), mood, ambientazione, protagonisti - così da costruire una lista di suggerimenti personalizzati.

Dalla TV allo smartphone, senza soluzione di continuità 


TV, ma anche console gioco (Xbox, PlayStation, Nintendo Wii U), lettori Blu-Ray, box tv dedicati, Apple Tv, Chromecast oltre ai vari dispositivi mobili quali smartphone e tablet. I contenuti distribuiti da Netflix possono essere visti su una lunga lista di dispositivi compatibili e - fatto non meno importante - in modo ubiquo: significa che è possibile avviare la riproduzione di una serie TV sul televisore di casa e continuare la visione in treno, sul proprio iPad.
Piuttosto corposa anche la lista di opzioni “fini”: è possibile scegliere la lingua, i sottotitoli nonché la tipologia di audio surround. È prevista anche una modalità di ascolto per non vedenti con la narrazione delle scene.

Una fatturazione trasparente

L’iscrizione al servizio può essere effettuata creando un account sul sito della società (oppure attraverso l’app Netflix), selezionando uno dei tre pacchetti disponibili (prezzi da 7,99 a 11,99 euro) e inserendo le proprie coordinate bancarie. Il servizio può essere testato gratuitamente per un mese e quindi attivato (ogni mese Netflix addebita la quota prevista nel giorno che corrisponde alla data della registrazione), e in ogni caso può essere interrotto in qualsiasi momento.

Supporta il 4K e l’HDR


Oltre a garantire una modalità di visione ubiqua, Netflix offre numerose opzioni per la visione di contenuti in alta e altissima definizione. La piattaforma supporta il 4K (a fine 2015 la piattaforma dichiarava oltre 300 ore di trasmissioni in Ultra HD ma l’obiettivo per l’anno in corso è di raddoppiare il minutaggio), il che significa possibilità di guardare contenuti su TV compatibili con una definizione 4 volte maggiore rispetto agli attuali sistemi Full HD. È di pochi giorni, inoltre, la notizia del lancio dei primi titoli in HDR: si inizia dalla prossima estate con Marco Polo e Daredevil ma l’obiettivo, anche in questo caso, è di estendere il supporto a un numero sempre più elevato di titoli.

Un modello che ammicca soprattutto agli appassionati di serie Tv


Nel catalogo di Netflix ci sono film, serie TV, cartoni animati e documentari. La distribuzione, però, non è uniforme: a conti fatti le serie Tv rappresentano quasi il 70% dell’intero catalogo. È il risultato di una precisa scelta strategica che punta a valorizzare le produzioni seriali e in particolare quelle “coltivate” direttamente da Netflix. Chi predilige i film tradizionali è bene che lo sappia: ad oggi - e presumibilmente ancora per qualche tempo - la lista dei titoli cinematografici in senso stretto non supererà il 20-30% del totale.

Attenzione al consumo dei dati
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La trasmissione dei contenuti via Web, lo abbiamo scritto poc’anzi, permette di fruire del servizio da qualsiasi dispositivo compatibile, anche da un comune smartphone o tablet. Ciò da cui non si può prescindere è il collegamento a una qualsiasi sorgente Internet (Wi-Fi o cellulare): chi si abbona a Netflix, infatti, non può in nessun modo effettuare il download in locale dei titoli per poi rivederli offline. Una limitazione che ovviamente si ripercuote sui costi finali del servizio, soprattutto in mobilità.

Tutto il mondo (non) è Paese

Uno dei vanti di Netflix sta nella simultaneità della distribuzione, vale dire nella possibilità di lanciare le nuove serie in contemporanea in tutti i paesi nei quali il servizio è attivo. Per una serie di accordi di licenza, però, il catalogo dei titoli disponibili varia da nazione a nazione. Giusto per fare un esempio: House of Cards, una delle produzioni originali più gettonate, in Italia non è visibile, avendo la società americana già venduto i diritti a Sky. È un limite che non può essere bypassato nemmeno attraverso le classiche tecniche di delocalizzazione dell’accesso Internet (VPN ad esempio); per Netflix si tratta infatti di pratiche illegali che violano precisi accordi sul territorio nazionale e che, come tali, verranno monitorate ed eventualmente bloccate attraverso appositi filtri.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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