Il parco è diventato tematico. E pure tecnologico
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Il parco è diventato tematico. E pure tecnologico

Viaggio a Mirabilandia, alla scoperta della innovazioni (presenti e future) che ci faranno divertire

I parchi di divertimento non esistono più. Li chiamano ormai parchi tematici, a sottolineare il carattere sempre più esperienziale, organizzato, ma anche esclusivo di questo modello di enterteinment.

Ma c’è un aspetto che le parole non dicono: il contributo sempre più consistente delle nuove tecnologie, l’apporto che l’innovazione, in tutte le sue declinazioni, può offrire al settore. Ce ne si accorge, in modo palese, quando si varca la scoglia dei parchi più grandi, laddove – per ovvie ragioni di budget – maggiori sono anche gli investimenti. È in questi luoghi, prima di qualsiasi altro dove, che l’industria del divertimento sperimenta le sue novità più spettacolari: rollercoaster mozzafiato, viaggi nel tempo, show stracolmi di effetti speciali, ma anche soluzioni per aumentare il livello di sicurezza e di engagement con il pubblico.

In Italia, la meta più ambita per gli amanti delle attrazioni all'ultimo grido si chiama Mirabilandia, il più grande – oltre che il più noto – fra i parchi tematici presenti nel nostro Paese, una struttura da 850mila metri quadri e quasi 1 milione e mezzo di visitatori l’anno, che ogni anno investe una bella fetta dei propri incassi per il rinnovamento delle sue strutture.

È qui che ci siamo recati per comprendere i nuovi orizzonti di questo mercato così spumeggiante. L'occasione offertaci dal varo della Far West Valley, un’area tutta nuova costata circa 4 milioni e mezzo di euro, ci ha consentito di toccare con mano lo stato dell'arte delle città dello svago. Ma soprattutto di scoprire i piani - presenti e futuri - per rivoluzionare l'esperienza d'intrattenimento.

Il divertimento? Un bisogno da innovare
"L’offerta si evolve, i clienti sono sempre più esigenti", ci spiega Tommaso Bertini, Sales & Marketing Director di Mirabilandia davanti alle Oil Towers, le due imponenti torri a caduta libera ispirate alle piattaforme petrolifere del vecchio West. "Non si può pensare in piccolo, dobbiamo confrontarci con i migliori parchi tematici d’Europa e del mondo. Tutti si aspettano ogni anno una novità, ma questo richiede investimenti massici".

L’obiettivo finale è sempre lo stesso: creare attrazioni sempre più sorprendenti, avveniristiche, ma anche sicure. "Su questo fronte la tecnologia ricopre un ruolo molto importante, sia all’interno che all’esterno del parco”, conferma Bertini. "Ci aiuta a migliorare la gestione operativa, ovvero l’esperienza dei visitatori, ma anche la sicurezza. Poter controllare in tempo reale cosa succede in qualsiasi punto di qualsiasi attrazione è un aspetto fondamentale soprattutto quando si viaggia a 5G di accelerazione e a oltre a 90 metri di altezza".

L'occhio della tecnologia per migliorare la sicurezza (e la comunicazione)
Il riferimento è ovviamente ad iSpeed e Katun, le due attrazioni di punta del parco ravennate, due rollercoaster costati nel complesso oltre 25 milioni di euro, che richiamano migliaia di visitatori da ogni parte d'Italia, e d'Europa.

Queste strutture, così come le altre 45 presenti nel parco sono controllate da una fitta rete di sensori che si occupa di tenere d’occhio i sistemi meccanici ed elettronici, informando il personale delle eventuali anomalie.

"L’intelligenza artificiale si somma a quella degli operatori in carne ed ossa per aiutarci a capire se ci sono tutte le condizioni necessarie per il funzionamento in sicurezza", spiega Bertini: "Se tutti i passeggeri hanno allacciato le cinture, ad esempio, o se i maniglioni sono stati abbassati. Nulla si muove senza l'assenso preventivo del sistema di controllo centrale".

La tecnologia e in particolare gli strumenti Web si rivelano fondamentali anche per migliorare la qualità e la diffusione della comunicazione. “Bisogna scegliere i canali giusti in base ai destinatari dell’offerta. Le famiglie, che costituiscono lo zoccolo duro della nostra utenza, prediligono una comunicazione più tradizionale, gli amanti dell'adrenalina vengono intercettati sempre più spesso attraverso i social media, come Facebook, Instagram, Pinterest. Bisogna cambiare registro, analizzare i comportamenti degli utenti, sperimentarenuovi linguaggi. È un lavoro molto complesso, ma indispensabile: il nostro mestiere è vendere divertimento e felicità".

Il futuro è nella realtà virtuale
Una cosa è certa. La diffusione e la pervasività delle nuove tecnologie è ciò che consente ai parchi tematici italiani, e più in generale a quelli europei, di avvicinarsi agli standard delle mega-strutture americane. "Loro sono ancora un passo avanti", ammette Bertini, "ma le distanze non sono più siderali come un tempo. Ciò che vediamo oggi negli Stati Uniti non è più un miraggio, arriverà presto anche da noi".

Il riferimento è (anche) alla realtà virtuale, una frontiera già esplorata Oltreoceano e ormai matura per sbarcare anche in Italia. "Ci stiamo lavorando", rivela il responsabile, "è un tema che avrà un peso sempre maggiore nel mondo dell’enterteinment. Le persone che entrano in un parco tematico vogliono entrare in un mondo diverso, lasciare fuori dal cancello tutte le preoccupazioni, staccare per un giorno per provare a tornare bambini". Proiettarle in un’altra dimensione, in fin dei conti, potrebbe essere la via migliore, oltre che più rapida, per accontentarle.

Mirabilandia: le foto

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Roberto Catania

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