Mappe di iOS 6: perché Apple chiede scusa
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Mappe di iOS 6: perché Apple chiede scusa

Esaminiamo la lettera con cui Tim Cook si rivolge a utenti e opinion leader, ammettendo l'errore di gioventù cartografica e consigliando alternative per arginare le lacune

"La scorsa settimana, con il lancio della nuova app Mappe, non siamo stati all’altezza di questo impegno. Siamo estremamente dispiaciuti di aver deluso i nostri clienti e stiamo facendo tutto il possibile per migliorare Mappe". È con queste parole che l'Amministratore delegato di Apple, Tim Cook, si è rivolto agli utenti in una lettera appena pubblicata anche in versione italiana . Cook ha ammesso pubblicamente i problemi del rimpiazzo di Google Maps in iOS 6, creato "ripartendo da zero" e ha affermato che più la nuova app Mappe verrà utilizzata e "più l’app diventerà accurata e affidabile".

Oltre a promettere miglioramente futuri il numero uno di Apple ha dovuto dedicare un paragrafo della lettera a "soluzioni alternative" fornendo un link a "app disponibili sull’App Store" , e consigliando di utilizzare le versioni online delle mappe di Google e Nokia (a cui negli Stati Uniti si aggiungono anche Bing, MapQuest e Waze), con tanto di rimando a una pagina in cui si spiega come creare un'icona per i servizi citati.

Ufficialmente Cook si rivolge agli utenti che hanno aggiornato da iOS 5 a iOS 6 e a quelli che hanno comprato un iPhone 5 o iPod touch di quinta generazione che montano direttamente il nuovo sistema operativo, e che in moltissimi casi si ritrovano con mappe dalle indicazioni imprecise se non proprio totalmente sballate . Ma Cook cerca anche di limitare i danni all'immagine di Apple da quello che viene già definito come "Mapgate" e che ha dato il là a prese in giro da parte di molti utenti ma anche da parte di Motorola.

Secondo le primissime reazioni alla lettera , il "mea culpa" di Cook pare essere stato accolto positivamente. Il fatto di ammettere l'inaffidabilità del proprio prodotto in termini chiari ed inequivocabili e addirittura di consigliare di affidarsi a concorrenti diretti, conferma l'approccio pragmatico dell'erede di Jobs e probabilmente avrà l'effetto sperato, quello di ristabilire la buona fede di Apple agli occhi di analisti, testate d'informazione e soprattutto di utenti e neoacquirenti di iPhone & C senza spedirne troppi verso i lidi Android e Windows Phone.

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Nicola D'Agostino