Ecco perché Lg crede nell’Italia (e negli italiani)
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Ecco perché Lg crede nell’Italia (e negli italiani)

Una nuova sede e due responsabili italiani alla guida dei reparti chiave: il marchio coreano punta al mercato tricolore e studia nuove strategie per ridurre le distanze dai consumatori

Nessun dubbio. Da quando lo scorso gennaio è stato chiamato a guidare la filiale tricolore di Lg, Sam Kim ha fatto capire che la “sua” sarà un’azienda sempre più italiana. Per un coreano che lavora in un’azienda che più coreana non si può, credere nelle opportunità di un Paese che non sta certamente vivendo i suoi giorni migliori potrebbe sembrare una scommessa ai limiti dell’azzardo. Ma non è così. Sarà che a Seoul e dintorni il fascino dell’Italia e del Made in Italy è davvero irresistibile o, più probabilmente, per i segnali confortanti che arrivano dal mercato nostrano (soprattutto dai segmenti a più alto tasso tecnologico, vedi smartphone e TV di fascia alta); fatto sta che mai come oggi Lg vuole sentirsi vicina al nostro Paese e ai suoi consumatori.

Lo dimostra fra le altre cose la costruzione delle nuova mega-sede milanese (un building da oltre 6000 metri quadri all’interno del nuovo polo fieristico) e la decisione di affidare a due manager italiani, Paolo Locatelli e Omar Laruccia - rispettivamente Consumer Electronic Director e Marketing e MC Sales Director -, le chiavi della stanza dei bottoni.

Panorama.it ha avuto la possibilità di incontrarli e di scambiare con loro qualche opinione sul futuro di Lg Italia e sulle politiche di sviluppo, sia commerciali che di prodotto.

Iniziamo dai cambiamenti. Alla luce delle recenti decisioni l’impressione è che Lg Italia voglia diventare qualcosa di più che una semplice filiale locale
In realtà è una trasformazione che è già in atto da tempo. Lg ha sempre voluto mantenere una forte connotazione italiana. Il 95% della forza lavoro di Lg Italia è costituita da italiani, l’assistenza tecnica, il service, il call center, l’amministrazione sono qui. Di nuovo c’è oggi la volontà di aumentare l’impegno a livello locale, l’azienda ha compreso il vantaggio che può derivarle, sia in termini knowleedge, sia per ciò che riguarda velocità, capillarità e immagine per il trade.

Due manager italiani alla guida delle divisioni chiave dell’azienda: non c’è il rischio che vi pestiate i piedi?
No, non lo viviamo in nessun modo come limite. Siamo molto simili, siamo in azienda da molto tempo e abbiamo entrambi un grande amore per questo marchio. Ma soprattutto abbiamo la stessa percezione del nostro ruolo di manager: pensiamo entrambi di essere coloro che hanno la possibilità di far diventare grande un’azienda. L’economia prevale sulla politica. Da qui l’affiatamento, la sinergia, la voglia di costruire insieme, la stessa visione dell’azienda e del mercato.

Ammetterete che si tratta comunque di una sfida molto impegnativa
Le sfide non mancano. Lg è un’azienda complessa, con una struttura multidivisionale, una persona sola farebbe certamente fatica a tenere le redini di tutto. Al giorno d’oggi puoi avere una visione, ma la differenza la fai solo se sei in grado di trasferire questa visione a tutti gli elementi dell’azienda. È come un puzzle: un conto è avere tutti i pezzi sparpagliati, altra cosa è congiungerli per creare una visione d’insieme.

Com’è lavorare coi coreani?
È qualcosa che ti permette di avere una spinta continua verso l’innovazione. Hanno una visione del business ma anche una capacità di sorprendere il consumatore che è straordinaria. Sanno vedere oggi quel che sarà domani.

Renzi dice che i primi 100 giorni di un esecutivo sono quelli decisivi. Quali sono in questo senso le vostre priorità?
Si è imboccato un certo tipo di percorso per essere più vicini ai consumatori. È una strategia intrapresa a livello corporate per essere più vicini alle necessità dei mercati locali. Abbiamo grandi potenzialità, grandi tecnologie e grandi prodotti; vogliamo trasmettere entusiasmo alla forza vendita, lavorando sulla centralità del punto vendita e su tutto ciò che crea valore per i consumatori finali. È una formula che si concretizza in tante azioni con le persone che sanno fare la differenza: dobbiamo infondere uno spirito nuovo, vogliamo lavorare in modo diverso con le persone che influenzano le vendite. Non possiamo permettere che l’innovazione creata dalla fabbrica si disperda nel punto vendita.

Si può far crescere anche il valore del brand?
Ci sono tutta una serie di leve che creano valore ed entusiasmo intorno a un marchio. Sono quegli aspetti che, ad esempio, permettono di dare un’informazione al consumatore affinché scelga un prodotto piuttosto che un altro, pensiamo ad esempio al negozio fisico, alla comunicazione sul trade, al rapporto con i commessi. In termini concreti qualcosa lo abbiamo già fatto. Ad esempio rinnovando l’organizzazione aziendale per avere un team su tutte le categorie, ma in modo integrato. Agli occhi dei consumatori Lg resta comunque un’azienda, un marchio unico.

Per l’utente finale cambierà qualcosa?
La tecnologia è qualcosa di freddo e noi abbiamo il dovere di scaldare il rapporto con l’utente finale. Proveremo quindi a migliorare il contatto coi consumatori all’interno dei punti vendita, estenderemo le aree esperienziali ma lavoreremo anche a 360 gradi con clienti e partner per fare azioni di co-marketing. Il che non significa solo fare volantini aggressivi e piani promozionali. Vogliamo fare co-advertising, merchandising, promotering, attività congiunte sul punto vendita e sul Web.

A proposito di Web: che ruolo avrà Internet nel futuro di Lg?
È il terzo pilastro della nostra strategia commerciale. Non solo come strumento per fare pubblicità ma anche e soprattutto per ricevere feedback dagli utilizzatori. È su questi commenti che intendiamo costruire una parte del nostro futuro.

Questo naturalmente dando per scontato che dalla Corea continueranno ad arrivare prodotti di successo…
La storia di questa società parla più di qualsiasi cosa. Lg è arrivata prima sulle TV 3D con occhiali passivi, sull'Ultra HD e sull’Oled di alta gamma, ha una linea del bianco di altissimo livello tecnologico, frigoriferi dal design rivoluzionario e smartphone premiati da utenti e addetti ai lavori. Sappiamo di avere prodotti leader, dobbiamo lavorare per farli conoscere.

Cambierà qualcosa a livello di prezzi?
Proprio perché il valore delle nostre tecnologie è ampiamente riconosciuto, vogliamo che Lg sia percepito come marchio premium. Ecco perché stiamo lavorando da tempo per elevare il valore della marca. Questo non significa che ci dimenticheremo di chi ha un budget limitato: siamo e restiamo un’azienda che fa prodotti di elettronica di consumo per le grandi masse.

 

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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