Viv, l’assistente virtuale che capirà ed esaudirà i nostri desideri
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Tecnologia

Viv, l’assistente virtuale che capirà ed esaudirà i nostri desideri

Creata dagli ideatori di Siri, è dotata di un’intelligenza artificiale in grado di portare a termini compiti impossibili per i sistemi di Apple e affini

Non avrà la voce carezzevole di Scarlett Johansson e non finiremo per innamorarci di lei cullati dalle note oniriche degli Arcade Fire, ma come il sistema operativo protagonista del film «Her» di Spike Jonze, «Viv» potrebbe migliorare parecchio le nostre vite. È, o meglio sarà, un’assistente vocale creata dagli stessi ideatori di Siri, dotata di un’intelligenza artificiale che le consentirà di portare a termine compiti impossibili per la sua omologa di serie nei dispositivi Apple, ma anche per Google Now o Cortana di Microsoft.

Viv, in arrivo in una data da definire entro i prossimi cinque anni, sa andare oltre le istruzioni singole che le sono state impartite dai suoi programmatori. Funziona aggirando molti paletti che sono il freno e l’ostacolo alla versatilità dei sistemi attuali. Innanzitutto, non ragiona per compartimenti stagni. Non si limita a puntare una sveglia, effettuare una chiamata, rispondere in modo ironico a domande sull’esistenza di Dio, salvo poi fallire miseramente se le si chiede di prenotare un tavolo al ristorante controllando sull’agenda quando siamo liberi da impegni.

Ha un approccio radicalmente diverso: crea associazioni tra idee, applicazioni, informazioni, contesti. Così, se le domandiamo di indicarci dove comprare il vino adatto mentre andiamo a casa di un nostro amico che ci ha invitato a cena e ha cucinato lasagne, non apre la finestra di un motore di ricerca come farebbe Siri o farfuglia un «non ho capito», abbandonandoci a noi stessi. Piuttosto, incastra i diversi elementi del problema (la nostra destinazione, enoteche e supermercati sul percorso, gli ingredienti delle lasagne e con quale vino si sposano meglio) e fornisce la risposta giusta: la bottiglia perfetta e il luogo dove acquistarla.

Altri due esempi: potremo chiederle di prenotarci il volo più economico da Roma a New York per una data precisa, aggiungendo che vogliamo stare comodi perché siamo molto alti. Di nuovo, incrociando tutti questi fattori, non si limiterà a una valutazione del prezzo più basso, ma scarterà le compagnie che usano aeromobili obsoleti con poco spazio per le gambe. Ancora, basterà dirle che siamo ubriachi e farà arrivare un taxi o una macchina di Uber presso il luogo in cui ci troviamo, senza che sia necessario da parte nostra aprire una app. Sarà sufficiente parlare.

Le situazioni fin qui raccontate non sono invenzione o fantasia. Sono quelle descritte dagli ingegneri della start-up Viv Labs di San Jose, in California, dove da oltre due anni si lavora al progetto appena svelato da Wired. Dag Kittlaus, Adam Cheyer, Chris Brigham, i fondatori, compongono un team che nel settore ha un’esperienza molto consolidata: sono stati loro a creare Siri, acquistata nell’aprire del 2010 per 200 milioni di dollari da Apple. All’inizio non volevano vendere la loro creatura, alla fine hanno ceduto sotto l’insistenza diretta di Steve Jobs. Quando il guru della mela è venuto a mancare, quando si sono resi conto che il potenziale della loro invenzione non era stato sfruttato a dovere («Siri oggi è molto meno capace di quanto lo fosse nel 2010» hanno spiegato) hanno preferito licenziarsi da Cupertino e imboccare una strada autonoma.

Che porta appunto a Viv, alla sua intelligenza artificiale, alla sua versatilità e alle sue mille abilità. Al suo migliorarsi uso dopo uso, imparando a conoscere abitudini, passioni, piaceri degli utenti. Senza restare necessariamente agganciata a un dispositivo mobile come uno smartphone: l’idea è disancorarla da un oggetto, ma rilasciarla come un software. Sfruttare il prossimo boom dell’internet delle cose per ritrovarla, con l’orecchio teso per eseguire le nostre richieste, in auto come in casa, nel frigorifero come nell’hi-fi, nella tv come nel computer.  

La difficoltà più evidente, lo svantaggio rispetto alle assistenti di Apple, Google e Microsoft, sarà uscire dalla fase di start-up e trovare canali di distribuzione e una base di utenti adatta per consolidarsi. Sarà fondamentale costruire partnership con i servizi giusti, da reti di negozi fisici a portali di e-commerce. Senza limiti di contenuto. Con un accordo con una società di dating on line, Viv, che ci conoscerà a memoria, potrà aiutarci a trovare il partner o la partner più adatti a noi. Se non ci innamoreremo di lei, finiremo per innamorarci grazie a lei.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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