La strana storia dei cucchiaini di Google
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Tecnologia

La strana storia dei cucchiaini di Google

Vi spieghiamo i motivi dietro l’acquisizione dei Lift Labs, azienda che vuole eliminare i disturbi del Parkinson

Alla fine del 2013 Google era diventato il principale investitore di Calico, un’azienda biotecnica dedicata allo studio dei processi dell’invecchiamento. L’obiettivo di Calico è quello di sviluppare farmaci che possano prolungare la vita delle persone, andando oltre i limiti dell’età. Questo mese Calico ha annunciato una partnership con AbbVie per avviare  un processo di ricerca e sviluppo focalizzato sui disturbi della vecchiaia, come le malattie neurodegenerative e il cancro. Ma cosa c’entra Google in tutto questo?

Da tempo Sergey Brin e Larry Page hanno sottolineato come Google sia molto più di una web company. Fondata per facilitare l’approccio delle persone alla rete, la lungimiranza dei due l’ha portata a divenire prima una sviluppatrice di software  poi un attore di primo livello nella possibilità di applicare la tecnologia a progetti di varia natura, anche medici.

È un po’ la strada che ha seguito Bill Gates dopo essere uscito (almeno attivamente) da Microsoft. La differenza è che Gates ha portato avanti le sue idee e progetti con la fondazione che porta il suo nome e quello della moglie, mentre Brin e Page continuano la loro strada ancora sotto un unico tetto, uniti e compatti nello studio del miglioramento della vita delle persone. Non sorprende allora come l’ultima acquisizione, in ordine di tempo, riguardi i Lift Labs, il cui focus è lo sviluppo di cucchiai intelligenti, pensati appositamente per chi ha difficoltà motorie, come i malati di Parkinson.

Sappiamo benissimo che chi soffre di tale malattia ha problemi con il tenere le mani ferme. Anche il semplice mangiare può dunque diventare un serio problema. Per questo Google, assieme ai Lift Labs, ha realizzato un cucchiaio elettronico, che può controbilanciare l’ondulamento delle mani dei pazienti di Parkinson, permettendo che abbiano una vita alimentare nella norma e privi di quel disagio che quasi li divide dal resto delle persone.

Il cucchiaio in questione, chiamato Liftware, ha un sensore che riconosce i tremori e li cancella almeno del 70%, secondo quanto riportano i Labs. La tecnologia utilizzata è simile a quella che entra in gioco durante la stabilizzazione delle immagini nelle fotocamere: il movimento di chi scatta la foto o gira un video viene compensato da un’azione contraria della lente (stabilizzazione ottica) o del software (stabilizzazione digitale) così da avere una foto più ferma. In questi casi, se muoviamo leggermente la mano, la cattura non sarà sfocata ma restituirà un'immaagine più chiara del previsto, quasi come fossimo stati dei bravi fotografi (nei limiti della qualità del sensore, esposizione, ecc.).

“Il team dei Lift Labs è entrato a far parte dei Google X – aveva scritto Big G qualche settimana fa – così permetteremo che il dispositivo per cancellare il tremolio possa migliorare la qualità della vita di milioni di persone”. Dal canto loro i Lift Labs avevano dichiarato: “Google ci aiuterà a raggiungere molte persone che vivono quotidianamente con il Parkinson, così da avere un reale beneficio durante l’utilizzo di un cucchiaio”.

Google sta accelerando nel campo della salute come mai finora. A gennaio ha svelato le lenti a contatto che possono misurare il livello di glucosio nel sangue mentre a luglio ha presentato l’ambizioso progetto Baseline Study, per collezionare informazioni genetiche in maniera anonima e creare un quadro dell’attuale condizione della salute umana.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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