Spotify, l’invasione continua negli oggetti hi-tech
Tecnologia

Spotify, l’invasione continua negli oggetti hi-tech

Il servizio di streaming musicale è ovunque, ora anche nel BeoSound 5 di Bang & Olufsen

Spotify, almeno in Italia, è storia recente, ma la novità è piaciuta e parecchio: solo nella prima settimana dall’esordio sono stati ascoltati 11 milioni di brani, pari a 70 anni di musica. E l’effetto non è scemato, visto che il servizio di streaming musicale è riuscito a entrare nelle abitudini quotidiane di tanti utenti di internet che, giurano, non possono più farne a meno. Sul computer fisso, ma anche su telefonini e tavolette dove è disponibile tramite una app e pagando un abbonamento mensile di 9,99 euro, che consente di scaricare i propri brani preferiti per ascoltarli offline, per esempio in aereo o quando non c’è una connessione veloce a portata d’antenna.

Sempre in mobilità, Spotify entra nelle automobili tramite prodotti e sistemi dedicati, oppure, banalmente, tramite una connessione Bluetooth, che dà la possibilità di trasmettere nell’abitacolo l’audio che arriva da uno smartphone o da un tablet. E però c’è un’altra frontiera molto interessante che testimonia come ci sia ulteriore spazio per la crescita di questo servizio tra le mura domestiche. Non solo e non tanto passando dai diffusori grandi o piccoli di un computer o di un notebook, ma nell’integrazione di serie di Spotify in elettrodomestici e oggetti della vita quotidiana. Oggi televisori e impianti hi-fi. Domani, chissà, frigoriferi o radiosveglie.

La logica del ragionamento è chiara e non manca di coerenza: ho passato ore a organizzare la musica in playlist, ho catalogato i miei ricordi in cartelle virtuali oppure mi piace lasciarmi stupire dalle radio e dalle associazioni musicali di Spotify, allora perché dovrei rinunciarci appena sveglio, mentre faccio colazione, oppure se non ho un pc a portata d’orecchio o lo sta usando qualcun altro? Che sia un lusso o qualcosa di non rivoluzionario o indispensabile non c’è dubbio, ma lo scopo della tecnologia è in parte quello di creare nuovi bisogni, ampliare la sfera del possibile, metterci a disposizione in modo più semplice qualcosa che potremmo comunque ottenere con qualche passaggio o sforzo in più.

Dunque, se la strada non è segnata, un certo percorso s’intravede. Per esempio nell’annuncio della Bang & Olufsen, brand premium del settore dell’audio, che ha preso un suo prodotto iconico e conosciutissimo, il BeoSound 5, e lo ha equipaggiato di serie proprio con Spotify. Grazie a una partnership con la piattaforma di streaming, i clienti possono avere accesso diretto a 20 milioni di brani e 14 mila emittenti radio, oltre a continuare a sentire tramite il sistema hi-fi il loro personalissimo catalogo musicale digitale. Insomma, banalizzando in modo estremo, iTunes più Spotify fusi insieme in un impianto di alta fedeltà, lussuoso e dal design fine.

«I possessori di impianti Bang & Olufsen ci hanno detto che volevano Spotify e li abbiamo ascoltati» ha affermato Theis Moerk, category manager di Bang & Olufsen. «Un numero sempre maggiore di consumatori sceglie lo streaming per la propria musica e, in molti mercati, la musica in streaming supera i CD. A causa dei bit rate bassi, lo streaming aveva però frenato molti fan della musica. Ora, con Spotify completamente integrato in BeoSound 5, i possessori di Bang & Olufsen hanno accesso a più di 20 milioni di canzoni nella migliore qualità streaming. La partnership con Spotify è un passo importante per tenere i possessori di Bang & Olufsen aggiornati sulla crescente disponibilità di intrattenimento musicale e ci auguriamo di poter collaborare ancora con Spotify in futuro».

Insomma, in queste parole c’è tutto: lo streaming è una realtà consolidata e non lo si può ignorare; la qualità è finalmente all’altezza, dunque soltanto gli audiofili più incalliti continueranno a storcere il naso; questo – si legge tra le righe – è un primo passo e niente esclude che ce ne possano essere altri in futuro. D’altronde altri importanti nomi del settore, come la Onkyio, hanno ricevitori audio e video con «Spotify inside» da collegare all’home theater per godersi le proprie playlist anche sfruttando i diffusori collegati alla tv. E anche grandissimi produttori come la Samsung hanno incluso Spotify (l’annuncio internazionale è datato ottobre 2012) tra i tanti servizi di bordo della loro piattaforma interattiva.

Come già detto prima, è verosimile che sempre più brand decidano di riproporre il modello o esportarlo su altri elettrodomestici, in quell’ottica di sviluppo dell’internet delle cose che è il prossimo naturale passo della tecnologia. Di riflesso, significa una cosa soltanto: che Spotify ha ancora tanto potenziale da esprimere.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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