Project Goliath, ecco perché Hollywood vuole muovere guerra a Google
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Tecnologia

Project Goliath, ecco perché Hollywood vuole muovere guerra a Google

Da alcune mail del leak Sony risulta che i colossi di Hollywood stiano facendo quadrato contro Google. Obiettivo: eliminare la pirateria online

C’è un nome che ricorre insistentemente nei carteggi trafugati nell’ultimo hack Sony, un nome che per la fonetica e il contesto in cui viene citato, fa pensare a Google. Quel nome è Goliath.

A giudicare dalle mail portate a galla dal leak, un insolito assortimento di aziende si starebbe coalizzando per costringere Goliath – sarebbe a dire Google - a fare di più e meglio contro la pirateria web. Questa sorta di campagna di guerra sarebbe cominciata all’inizio del 2014, avrebbe come nome Project Goliath e riunirebbe nella stessa trincea nomi solitamente in competizione come Universal, Sony, Paramount, Fox, Warner Bros. e Disney, con l’aggiunta della Motion Picture Association of America.

Per capire quale sia il nocciolo della questione, torna particolarmente utile una email inviata il 25 gennaio 2014 dal Global General Counsel di MPAA, Steven Fabrizio, nel quale si parla esplicitamente della necessità di prepararsi legalmente e tecnologicamente per valutare nuove alternative per la lotta alla pirateria online.

In un passaggio particolarmente interessante si legge: “Abbiamo esplorato ipotesi legate al All Writs Act che, a differenza di DMCA 512, ci consentirebbero di ottenere decreti giudiziari per bloccare un sito senza prima dover sporgere denuncia e dover dimostrare che gli ISP in questione siano colpevoli di violazione del copyright.”

L’obiettivo di Project Goliath, insomma, è avere maggiore potere nei confronti dei siti pirata, il che sarebbe possibile individuando nuove misure che consentano di ottenere il blocco di un sito scavalcando la normale burocrazia, e soprattutto, scavalcando Google.

Per ottenere ciò, però, è necessario per i membri di Project Goliath agire anche sul piano investigativo: “Se intendiamo ricorrere all’azione dei Procuratori della Repubblica, possiamo ottenere risultati limitati, a meno che non riusciamo a indagare meglio e a ottenere prove migliori su Goliath.”

Di questo aspetto si occuperebbe un sotto-progetto di Goliath, chiamato Keystone, che i membri sarebbero inclini a finanziare con 70.000 dollari.

A quanto pare, dunque, nell’ultimo anno Hollywood e Google sono stati protagonisti di un silenzioso braccio di ferro, e pare che ancora nessuno dei due abbia poggiato le nocche al tavolo. Non stupisce a questo punto che lo scorso ottobre Google abbia deciso di mettere le ganasce ai siti di pirateria, facendone finire molti in fondo ai risultati di ricerca. Una misura che probabilmente i membri di Project Goliath non ritengono sufficiente.

Insomma, i tempi di SOPA, PIPA e ACTA sono meno lontani di quanto sembri. Il fatto che i promotori di una rete più sorvegliata abbiano incassato sonore sconfitte non significa che si siano dati per vinti, o che le ragioni che li hanno spinti a muovere guerra si siano in qualche modo indebolite. I colossi di Hollywood sembrano decisi a proseguire nella guerra tout court contro la pirateria online e hanno individuato Google come ostacolo principale nella strada verso la vittoria.

Del resto, lo spettro di SOPA ancora si fa sentire, e dai carteggi emergono chiaramente i risvolti politici di una guerra a tutto campo contro la pirateria. In quest’ottica, concentrare la potenza di fuoco contro Google consentirebbe alle aziende di Project Goliath di ottenere i risultati sperati senza passare per gli orchi che vogliono imbavagliare la libera Rete.

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Fabio Deotto