Arriva OneDrive: perché è meglio di Dropbox
Una schermata del video di presentazione di OneDrive
Tecnologia

Arriva OneDrive: perché è meglio di Dropbox

Microsoft ha rinnovato il suo cloud (non solo nel nome) e adesso è davvero competitivo

Il cloud è un concetto abbastanza datato. Già nel 1967 si parlava di virtualizzazione (strettamente connesso a quello di “nuvola”), mainframe e partizionamento della macchina per avere, su un unico sistema, diversi tipi di applicazioni. Il passo successivo, decenni dopo, è stato quello di “portare” una partizione dei computer, chiamati server, su grandi strutture, capaci di fare da archivio per file creati altrove. La possibilità di accesso alle piattaforme cloud è stata resa possibile dallo sviluppo della rete internet, sia a livello quantitativo (larghezza di banda) che qualitativo (facilità di accesso).

La “nuvola”, così come la conosciamo, è diventata famosa grazie ai big della rete che hanno cominciato a sfornare piattaforme accessibili gratuitamente dove poter salvare i propri file. Per capire quanto repentino sia stato il successo del cloud basta pensare a brand come Dropbox o SugarSync, che hanno fondato il loro business esclusivamente su servizi cloud. Non a caso subito dopo sono arrivati i big di internet che hanno fiutato il trend e proposto le loro soluzioni. Prima Google Docs (diventato Drive) poi Amazon, Microsoft e Apple. Oramai tutti i grandi nomi hanno la propria piattaforma cloud con cui offrono ai clienti diversi gigabyte di spazio a disposizione.

Proprio Microsoft sembrava essere quella più indietro, almeno come soluzioni integrate, nel mondo del cloud per i “consumatori” (e non esclusivamente rivolto ad aziende e professionisti). Ora la situazione sembra essere cambiata, decisamente in meglio per Redmond. Stamattina l’azienda del nuovo CEO Satya Nadella ha lanciato il suo servizio di cloud OneDrive, la versione aggiornata di SkyDrive e, prima ancora, di Live Folders. Conseguenza di un problema burocratico (il termine SkyDrive rimandava fin troppo allo Sky di Murdoch), Microsoft ha approfittato del cambio di nome per offrire ai propri utenti caratteristiche innovative e porsi in maniera decisa come concorrente da battere nel panorama cloud.

Al di là delle implicazioni per il marketing, Microsoft offre 7 gigabyte di spazio gratuito per tutti i suoi utenti (vecchi e nuovi) ma con aggiunte interessanti. Chiunque invita un amico e lo spinge ad iscriversi al servizio riceve 500 megabyte extra che possono arrivare al massimo a 5 GB (quindi 10 amici in totale da poter invitare). Un altro modo per ottenere altro spazio è utilizzare la funzione di salvataggio automatico delle foto scattate con lo smartphone (o tablet): in questo caso si avranno altri 3 GB di storage gratuito.

Ma possiamo considerare OneDrive meglio di illustri concorrenti come Dropbox?

A differenza del concorrente, OneDrive permette il caricamento di file fino a 2 GB (illimitato su Dropbox) ma fornisce uno spazio di archiviazione maggiore (7 GB vs 2 GB di Dropbox). Entrambi i servizi permettono di guadagnare spazio aggiuntivo ma è nelle offerte in abbonamento che Microsoft sbaraglia la concorrenza. Su Dropbox per avere 100 GB di spazio all’anno bisogna sborsare circa 10 dollari al mese, su Google Drive 5 dollari al mese mentre su OneDrive 50 dollari all’anno, l’equivalente di poco più di 4 dollari al mese. 

L'app è disponibile su computer Windows, Mac, smartphone e tablet iOS, Android e Windows Phone e Xbox. In più, affidandosi a OneDrive, si ha la sicurezza di utilizzare un marchio che va oltre il singolo servizio (come può essere Dropbox). Chi usa il cloud di Microsoft può accedere alla versione di base, e gratuita, di Office per creare o modificare file con Word, Excel e PowerPoint. I problemi di sicurezza sembrano solo un (brutto) ricordo, almeno per i vertici dell’azienda. La speranza degli utenti è che lo diventino anche per loro, NSA docet.

 

I più letti

avatar-icon

Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

Read More