Netflix vuole portare i film sulla tv lo stesso giorno in cui escono al cinema
Tecnologia

Netflix vuole portare i film sulla tv lo stesso giorno in cui escono al cinema

Il servizio di streaming è pronto a rivoluzionare l'industria di Hollywood per offrire una scelta senza precedenti

In Italia non è ancora arrivato, anche se l’attesa dovrebbe finire entro la metà del prossimo anno. Oltreoceano, però, Netflix è già un’istituzione: secondo un’analisi della Nielsen, il servizio di streaming è usato dal 38 per cento degli americani. E, lo riferisce Bloomberg, starebbe per superare in termini di sottoscrizioni giganti come la HBO, madrina di serie di culto come Boardwalk Empire o Game of Thrones. Merito di un modello che smantella il passato per imporre nuove regole: l’esempio di scuola è House of Cards, avvincente thriller politico a puntate con Kevin Spacey. Netflix le ha rese disponibili tutte insieme, in una volta sola, dando la possibilità agli spettatori di guardarle senza attese o, più in generale, con i loro tempi. Spezzando la liturgia che impone una settimana di pausa tra un episodio e l’altro.

Se in quel caso a pagarne le spese è stata la rigidità dei network via cavo, il prossimo obiettivo della società californiana potrebbe essere un colosso dai piedi sempre più d’argilla: l’industria di Hollywood, già fiaccata dalla pirateria, dalla crisi economica, dai tempi ormai cortissimi tra i passaggi in sala e l’arrivo dei film sugli schermi domestici. Ecco, Netflix vorrebbe completamente azzerare questi tempi e portare i titoli su tv, computer e dispositivi mobili lo stesso giorno in cui debuttano al cinema. Sia chiaro: l’obiettivo non è affossare le major, che comunque restano la principale benzina del settore, i fornitori dei contenuti, ma dare agli spettatori piena libertà di scelta. Se amano il buio della sala, il rito della visione collettiva con dozzine di sconosciuti, è una possibilità che rimane a loro disposizione. Se però preferiscono godersi un blockbuster in pantafole, al caldo, sul divano, magari in pigiama, devono, o almeno dovrebbero – ragiona Netflix – avere questa opportunità.

Il servizio di streaming è già un pioniere nel campo. Quest’estate ha annunciato la sua intenzione di investire in documentari e piccole commedie, che debutteranno sulla piattaforma. Ma l’idea è andare decisamente oltre, veicolare non solo contenuti autoprodotti, ma le grandi anteprime che fanno gola al pubblico. A dirlo è stato direttamente Ted Sarandos, uno dei big boss della compagnia e il responsabile dei contenuti. Insomma, la figura ideale per raccontare la visione del futuro di Netflix: «Il modello che stiamo cercando di applicare alla tv» ha spiegato «potrebbe essere tranquillamente esteso ai film. Intendo: perché non farli debuttare su Netflix lo stesso giorno in cui arrivano in sala? Perché non assecondare il desiderio degli spettatori di guardare le cose quando vogliono?».

Più chiari di così non si potrebbe essere e, finora, la società californiana ha dimostrato di essere capace di non limitarsi alle parole, di essere pronta di trasformare le parole in fatti. In verità è già successo in passato che alcuni titoli fossero resi disponibili da network via cavo o servizi in streaming in contemporanea o addirittura prima del loro debutto sul grande schermo (è capitato al documentario Freakonomics, disponibile in anticipo negli Usa su iTunes e presentato anche al festival Tribeca di New York), ma è evidente che Netflix non parli di eccezioni, di esperimenti, bensì di regole, di future consuetudini. Cosa abbia fatto per passare dalla teoria alla pratica, non è dato saperlo, ma di sicuro qualcosa si muove. O si muoverà presto, come insegna la storia recente dello streaming.  

Sulla carta, peraltro, il ragionamento non fa una piega, anzi, a dire il vero, ingolosisce e non poco l’idea di trasformare alle lettera il proprio salotto in quell’«home cinema» che la tecnologia da anni favoleggia. Ma è ovvio che a cambiare volto sarebbe tutta la filiera, che le sale potrebbero svuotarsi (ancora di più), che la pirateria avrebbe molte più sorgenti da cui attingere. Che bisogna valutare bene a che prezzo offrire questa opportunità: non troppo basso per non svilirne il valore, non troppo alto da sgonfiare l’interesse. D’altra parte, meglio poco che nulla: già oggi, sui canali illegali, si trovano titoli in prima visione il giorno stesso in cui debuttano sul grande schermo. E la qualità è spesso accettabile, non di rado buona, visto che sono estratti dalle copie promozionali che le stesse major mandano in giro per il mondo per le giurie dei premi internazionali. Il punto vero è che forse non ha nemmeno troppo senso chiedersi se Netflix, e chiunque deciderà di seguirla, vincerà il braccio di ferro con la resistenza dei modelli del passato. Forse è solo questione di tempo.  

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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