Neutralità della rete: lo sgambetto del Parlamento Europeo
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Tecnologia

Neutralità della rete: lo sgambetto del Parlamento Europeo

Approvato un testo vago e generico che lascia troppa discrezionalità agli Internet service provider, con il rischio "doppia corsia" per gli utenti

Una nuova legge per creare un internet “senza discriminazioni” in tutta Europa.

Questo è il parere di chi ha votato - al Parlamento europeo di Bruxelles - a favore di una regolamentazione che disegna contorni inaspettati per la neutralità della rete nel nostro continente.

La norma che è passata oggi a Bruxelles permette la creazione di “servizi speciali” dal doppio risvolto.

Gli internet service provider (ISP), coloro che vendono concretamente ai clienti finali la connessione internet, potranno ad esempio stingere accordi con i big dell’hi-tech per far si che i loro servizi non vengano conteggiati all’interno del limite periodico dei dati utilizzabili.
Un vantaggio direte voi?
Così sarà per chi è fedele utilizzatore di alcune piattaforme, che potrebbero ricadere all’interno di particolari alleanze con gli operatori, per agganciare meglio nuovi utenti.

Un vantaggio per i potenti
Pensate ad esempio ad Apple Music, YouTube o Spotify: con la mossa deliberata oggi dal Parlamento europeo, fornitori internazionali come Vodafone, Telecom, H3G e tutti gli altri, avrebbero tutto il diritto di offrire gratuitamente ai loro iscritti il traffico consumato dalle rispettive app, così da invogliare le persone a sottoscrivere determinate condizioni contrattuali.

Il risvolto della medaglia è per chi produce e offre contenuti e servizi trovandosi fuori dalla cerchia dei potenti, che vedrà ridursi sempre di più quella fetta di utilizzatori decisi a preservare i loro megabyte quando ascoltano musica o si godono un video. Uno svantaggio non da poco.

La doppia corsia del web
Ma non è tutto. Quella che sta passando come un’innovativa contestualizzazione della net neutrality in Europa rischia anche di creare la doppia corsia della rete di cui tanto si è discusso negli Stati Uniti.

Il rischio è di minare nel profondo il significato stesso di internet.

Cosa è la net neutrality
La neutralità della rete è un concetto tanto semplice quanto dibattuto: si riferisce alla necessità che la connessione web venga offerta a tutti a pari condizioni.
Questo vuol dire che se una persona paga per avere a casa 10 mega, deve realmente navigare a tale velocità, che non può essere soggetta a riduzioni o limitazioni, ad esempio quando si vede un film in streaming su Netflix.

Negli USA la situazione è stata critica per anni, visto il rischio che la neutralità della rete venisse abbattuta sotto i colpi di operatorii che puntavano alla creazione di una nuova autostrada dove i modem avrebbero viaggiato a velocità diversa.

Corsie premium
Da un lato le connessioni classiche, con cui poter navigare senza limiti di traffico e tempo; dall’altro una corsia premium, destinata ad un pubblico più esigente e desideroso di pagare una tassa aggiuntiva per garantirsi un’esperienza migliore della plebe. Negli States a febbraio la Federal Communications Commission ha votato a favore dell’accesso aperto e senza restrizioni al web, ponendo fine alla questione.

Cosa accadrà
I sostenitori hanno espresso la loro soddisfazione per una legislazione che prevede un utilizzo prioritario di internet da parte di alcune categorie di dispositivi, come le auto senza pilota o le apparecchiature a bordo di mezzi di soccorso.

Tutto giusto e comprensibile se la normativa europea fosse chiara ed esplicita, tale da spiegare quali organizzazioni ed enti possono abilitare la corsia più veloce.

E invece il testo (che si scarica da qui) è talmente ampio e generico da far pensare che gli ISP possano accendere e spegnere i rubinetti quando vogliono, a seconda del tipo di dato che viene inviato; rendendo più importanti le videochiamate Skype invece dell’invio di una email pesante o la visione della tv online rispetto al multiplayer.

Si tratta di supposizioni che potrebbero non realizzarsi mai ma che oggi godono del pieno consenso dell’Unione Europea. 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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