Google vuole i nostri bambini
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Tecnologia

Google vuole i nostri bambini

L’azienda pensa ai modi per aprire i suoi servizi ai minori di 13 anni. In arrivo YouTube for Kids e Gmail per i più piccoli

Chiunque voglia registrarsi su Google deve avere almeno 13 anni. Attualmente è questo il limite che la legge impone all’azienda di Mountain View che starebbe studiando nuovi metodi per aggirare il "problema". Tra questi vi potrebbe essere l’offerta di servizi costruiti ad-hoc per i bambini, che presto potrebbero essere in grado di guardare video su YouTube o inviare email alla luce del sole, senza dover scrivere sulla tastiera di nascosto, usando l’account di mamma e papà.

Tutto è partito qualche anno fa con il progetto “Dear Sophie”, presentato attraverso un video (sotto) in cui un papà decide di iscrivere la propria figlia a Google per raccogliere foto, video e notizie sulla sua vita, sin dai primi giorni, e inviandole per email che leggerà in futuro. Secondo quanto riportato dal sito The Information, Google vorrebbe dare a tutti la possibilità di usare siti come YouTube e Google+ con un account specifico, sotto la supervisione (anche in remoto) dei genitori.

Sarà infatti un pannello di controllo, installato sui computer di mamma e papà, a permettere di analizzare i siti e la durata del tempo speso su internet dai bambini, così da non lasciar da soli i neofiti tra i pericoli della rete. L’ostacolo dell’età sarebbe aggirato proprio dalla dashboard a disposizione dei genitori, una sorta di tutori dei piccoli su internet. I minori di 13 anni avranno a disposizione delle versioni "filtrate" dei siti più popolari trai navigatori, certi di non poter incorrere in contenuti poco adatti alla loro età.

 

Google potrebbe quindi realizzare una versione ad-hoc di YouTube (peraltro già ipotizzata all’inizio del 2014 ) e di Google+, nella volontà di offrire ai genitori un motivo in più per avviare i propri figli all’attività online, assicurandosi una schiera di nuovi utenti di cui tratterebbe informazioni e dati personali. Solo che, a differenza dei più grandi, qui le policy sono molto più restrittive. Nel rispetto del “Children’s Online Privacy Protection Act” (conosciuto come COPPA ), Google dovrà tenere una condotta assolutamente impeccabile sulle informazioni dei minori conservate, per non rischiare di incorrere in sentenze ben più pesanti di quelle inflitte dalla giustizia europea .  

A quanto pare lo sforzo di Google di rivolgersi ai più giovani è la conseguenza di una pratica che avviene già in molte famiglie. In tutto il mondo esistono infatti “compromessi” tra genitori e figli per cui è possibile usare le cosiddette “Google apps” (YouTube, Gmail, Google+) sotto la supervisione diretta dei più grandi. Con una serie di versioni pensate per i bambini, i genitori sarebbero più tranquilli nel lasciare i loro figli mentre guardano i video di Peppa Pig sulla piattaforma video, donandoli nel frattempo un maggiore senso di emancipazione digitale.

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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