DuckDuckGo: la rapida ascesa dell'anti-Google
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DuckDuckGo: la rapida ascesa dell'anti-Google

Il motore di ricerca indipendente è passato dall’anonimato all’integrazione su iOS 8 e OS X Yosemite. I motivi del successo

Una delle notizie più eclatanti che è venuta fuori dall’ultimo WWDC 2014 di Apple è l’integrazione in Safari di DuckDuckGo, che affianca Google come motore di ricerca su Safari. Per molti si tratta della vittoria di uno strumento che si prefigge la difesa della privacy rispetto ai giganti della rete, molti dei quali coinvolti nello scandalo del Datagate. Con il lancio del prossimo iOS 8, per iPhone, iPad e iPod Touch, Apple darà la possibilità ai suoi utenti di scegliere a quale piattaforma affidarsi per le ricerche sulla versione mobile di Safari. Nel portafoglio dei possibili motori da utilizzare ci sono Bing, Yahoo e la novità DuckDuckGo, che cercherà di scalzare Google dalla poltrona del più utilizzato.

A prima vista la scelta di Apple rappresenta la migliore risposta al monitoraggio perpetrato dalla National Security Agency nei confronti dei clienti di alcune tra le più grandi compagnie tech del mondo, tra cui la stessa Apple e Google. Come fare per evitare che le persone vengano tracciate nelle loro ricerche? Per Apple la soluzione è fornire diverse  alternative a Big G, pescando a mani liberi tra i motori che affermano di proteggere la privacy delle persone.

La storia che vi è dietro DuckDuckGo è semplice: il team di sviluppo rassicura i suoi utenti affermando di non conservare le informazioni che vengono di solito prodotte durante le ricerche. Per farlo lascia che siano fonti esterne a gestire gran parte delle richieste: DuckDuckGo utilizza infatti circa 100 fonti tra cui Wikipedia e Bing, che forniscono i risultati sui testi digitati. La differenza avviene tra la ricerca e la restituzione dei risultati dove il “papero” interviene limitando l’utilizzo dei cookie, senza registrare gli IP dei navigatori.

Con premesse del genere è alquanto ovvio che l’utilizzo della piattaforma sia notevolmente cresciuto negli ultimi mesi. DuckDuckGo c’aveva messo 1.445 giorni a raggiungere 1 milione di ricerche. Dopo le rivelazioni di Edward Snowden sono bastati 483 giorni per arrivare a 2 milioni di ricerche e solo 8 giorni per superare i 3 milioni; oggi siamo a oltre la soglia delle 5 milioni di ricerche .

Molti non sanno che parte del successo di DuckDuckGo deriva da Tor. Circa quattro anni fa il sito ha introdotto la possibilità di effettuare ricerche in anonimo con un nodo in uscita con indirizzo “nascosto” proprio attraverso la rete Tor, che “anonimizza” il traffico web. Si tratta di una scelta che permette di veicolare le richieste degli utenti in maniera criptata, visibile ma non traducibile da un occhio esterno (tipo la NSA).

Anche se DuckDuckGo non va a sostituire Google, né su iOS 8 né sul nuovo OS X Yosemite, è chiaro che Apple stia spingendo molto verso l’estromissione dei servizi di Big G dai suoi prodotti. È successo prima con YouTube poi con Google Maps. Se siete fedelissimi di Google potreste ritrovarvi presto ad utilizzare solo l’app Chrome per iOS durante le vostre ricerche, una volta che Apple avrà escluso la diretta concorrenza da Safari.

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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