BitTorrent, ecco come funziona e quale versione scegliere
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BitTorrent, ecco come funziona e quale versione scegliere

Guida al popolare sistema di file sharing, alle novità e alle diverse opzioni disponibili per sfruttarlo al meglio

Ha numeri da record: oltre 170 milioni di utenti che ogni mese lo usano per scambiarsi più di 3 miliardi di gigabyte. Ma BitTorrent non è un software, bensì un protocollo, un sistema di condivisione: spezzetta un file in molteplici parti e consente di riceverlo da più fonti contemporaneamente anziché da una soltanto come avviene per un download tradizionale. Così se una sorgente va offline o non è disponibile, ci sono le altre. Tante altre.

C’è di più: mentre si preleva qualcosa, se ne immettono le porzioni già scaricate in upload, contribuendo al funzionamento del meccanismo. Che nel tempo, è cosa nota, ha dato vita a parecchie controversie: è vero che permette di mettere a disposizione sul web programmi televisivi, film, musica, persino lezioni universitarie in modo legale, veloce e soprattutto gratuito, ma è uno dei veicoli preferiti dai pirati e da utenti comuni per far circolare contenuti protetti da diritto d’autore. Inoltre, proprio per la sua peculiarità di spezzettare i file, sarebbe in grado di rendere più facile la diffusione dei virus e, pertanto, sarebbe molto appetito dagli hacker.

Premesso che uno strumento vada giudicato per le sue potenzialità, per il suo valore aggiunto, non per gli usi distorti che sono responsabilità esclusiva di chi li mette in pratica, ecco qualche indicazione sulle varie funzioni e opzioni disponibili del client, il software che permette di scaricare i torrent: piccoli file che si trovano su motori di ricerca, siti e forum o che i singoli possono creare. Sono la serratura, la chiave d’ingresso per prelevare tramite BitTorrent i video, i filmati, i documenti a cui fanno riferimento, di regola come indicato nel loro nome.

La versione base del software è quella gratuita, «Free», e ha una serie di requisiti di base che già bastano alla maggior parte degli utenti medi: ha un meccanismo proprietario per rendere i trasferimenti più rapidi e ottimizzarli a seconda della propria connessione, non impone limiti alla quantità di dati che si possono scaricare, a differenza del defunto Megaupload e suoi epigoni, che limitano la banda di download e chiudono i rubinetti dopo un tot di file, se non si passa a un’opzione a pagamento.

BitTorrent Free vive di pubblicità e ha anche un meccanismo che fa vedere i file mentre li si sta scaricando, opzione utilissima in caso di video e brani musicali, soprattutto per controllarne la qualità o l’effettiva corrispondenza al nome indicato. Altri servizi concorrenti, basati sullo stesso protocollo, impongono invece di aspettare il termine del download, riservando l’anteprima a chi paga. Ma come trovare un torrent? Quelli legali sono presenti di serie in molti siti, da università a enti di formazione, case di produzione e discografiche indipendenti; a volte, comunque, basta scrivere su Google quello che vi serve e la risposta potrebbe essere quella giusta. Occhio però ai contenuti illegali: potrebbero nascondere più di una delusione. Film diversi dal titolo, file corrotti, pornografia, virus. Nel peggiore dei casi, specie su sistemi Windows, e di recente anche su smartphone Android, nascondono applicazioni che permettono a malintenzionati di prendere possesso o almeno dare una sbirciata ai dispositivi di chi li ha aperti. Abbiate sempre l’accortezza di dotarvi di un antivirus aggiornato, pure per tablet e smartphone.

Antivirus che è già integrato, dunque si rivela una cautela niente male, nella versione Plus di BitTorrent, disponibile al momento soltanto per Windows. Cosa c’è di più rispetto a quella base? Oltre alla notifica in caso di infezioni, la mancanza di pubblicità, la presenza di un player HD per vedere direttamente nell’applicazione i video ad alta definizione, la possibilità di convertire i file per renderli compatibili con cellulari, tavolette, persino per le console dei videogiochi o la Apple Tv. Funzioni che altri software svolgono egregiamente, qui c’è la comodità di avere tutto integrato nello stesso posto e disponibile con pochi passaggi a prova di tecnonegati. Più interessante l'opzione che dà la possibilità di avere accesso a tutti i file scaricati da qualsiasi dispositivo, anche se si è dall’altra parte del mondo, lontani dal proprio computer. Una specie di Dropbox, i più tecnici perdoneranno la semplificazione, subito a disposizione e molto comodo per chi ha scelto Torrent anche per lavorare e scambiarsi con i colleghi documenti, presentazioni o contenuti di grosse dimensioni. L’abbonamento per tutto il pacchetto ha un prezzo ragionevole: 23,45 euro per un anno.

BitTorrent, inoltre, sta cercando di staccarsi il più possibile dal cordone ombelicale con il pc e infatti ha creato una app per Android (e no, non per iOS), per scaricare i file direttamente dagli smartphone e dai tablet del robottino verde. Un’opportunità niente male per prelevare film e canzoni in mobilità, senza passare da un computer e poi magari trasferirli su un device portatile. E se nelle avvertenze è scritto con chiarezza che è consigliabile utilizzare il Wi-Fi per il download per evitare di superare la soglia di dati prevista dal proprio piano e dunque rischiare sorprese in bolletta, non ci sono preclusioni: la app funziona sempre su rete 3G e LTE. Una scelta a pensarci bene obbligata per chi, è lo slogan del servizio, vuole offrire opzioni, non imporre regole.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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