Bitcoin: sfiducia su Mt.Gox, ma la criptovaluta tiene
Casascius/Wikimedia Commons (lic.CC BY 3.0); elab. grafica N.Battista
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Bitcoin: sfiducia su Mt.Gox, ma la criptovaluta tiene

Problemi tecnici e una pessima gestione delle relazioni pubbliche di di Mt.Gox non sembrano aver intaccato la credibilità della criptovaluta agli occhi dei mercati

No, Bitcoin non è ancora morto. E neppure il più noto "cambiavalute" del suo mondo, Mt.Gox. Ma quest'ultimo ha problemi tecnici, e a volerla dire tutta, anche una pessima gestione delle relazioni pubbliche.

Da qualche tempo Mt.Gox è al centro di polemiche: funzionamento a singhiozzo e notevoli ritardi per diversi utenti (da qualche settimana ad alcuni mesi) nel ricevimento dei propri fondi convertiti da Bitcoin in valute di uso comune.

Poi, il blocco dei prelievi, lo scorso 7 febbraio, ufficialmente per risolvere problemi tecnici. Per diversi osservatori indipendenti, l'inizio della fine. Per il sito, invece, solo una sorta di bug in via di risoluzione. Ma la cosa non ha convinto né gli esperti di criptovalute, né i mercati: vediamo perché.

Se Mt.Gox non è stato in passato esente da blocchi temporanei delle transazioni, questi si sono sempre risolti nel giro di qualche giorno e il sito - nato in Giappone nel 2010 ma con base anche in Polonia e Stati Uniti - è sinora stato visto quasi come una "borsa valori" ufficiale nel mondo delle criptovalute; e quindi ben lontano da quegli improvvisati truffatori online che un giorno gestivano qualche migliaio di operazioni in Bitcoin e il giorno dopo si volatilizzavano col malloppo.

Mt.Gox non è stato neppure toccato dalla vicenda Silk Road, non avendo avuto alcun diretto coinvolgimento in operazioni di dubbia liceità. Eppure, i troppi problemi segnalati dagli utenti nelle ultime settimane sembrano mostrare una qualche situazione di sofferenza.

Come dicevamo, Mt.Gox arriva a bloccare i prelievi il 7 febbraio , adducendo problemi tecnici e la necessità di fermare il flusso delle operazioni per poterli risolvere con calma:

Nell'ambito del nostro impegno per risolvere il problema incontrato in diversi prelievi Bitcoin, si è rilevato che l'aumento del flusso di richieste di prelievo ha ostacolato i nostri sforzi a livello tecnico. Per comprendere a fondo il problema, il sistema deve essere posto in uno stato statico.

Il sito - che ad aprile dello scorso anno rappresentava da solo qualcosa come il 70% delle transazioni in Bitcoin - è troppo noto e rispettato, per fare una brutta fine. Il comunicato annuncia aggiornamenti entro il 10 febbraio. Che arriveranno, anche se dopo un weekend di silenzio decisamente poco piacevole per gli utenti.

Il nuovo comunicato è giunto puntualmente nella giornata di ieri, ma non sembra aver convinto i più. Offre due spiegazioni, una breve e "non tecnica", una tecnica e decisamente più lunga. 

In sintesi, la colpa sarebbe della "malleabilità delle transazioni ":

MtGox ha rilevato attività insolite suoi suoi portafogli Bitcoin e nel corso delle scorse settimane ha effettuato indagini che hanno confermato la presenza di operazioni che richiedono di essere riesaminate più attentamente.

Nel comunicato si leggeva anche:

Il problema che abbiamo individuato non è limitato a MtGox, e riguarda tutte le operazioni che prevedono l'invio di Bitcoin a terzi.

Di fatto, il cambiavalute incolpa una sorta di "bug", un presunto difetto strutturale del Bitcoin, che avrebbe consentito la manipolazione di alcune transazioni in una finestra di tempo abbastanza breve, prima che essere venissero registrate nella blockchain, quell'enorme file in cui sono archiviate tutte le operazioni con l'indicazione degli indirizzi Bitcoin interessati.

Ma nel giro di poche ore sono arrivate alcune repliche importanti: il problema c'è ed è noto. Ma non è di Bitcoin, bensì legato all'implementazione - peraltro proprietaria e non open source - fatta da Mt.Gox stesso. In poche parole, la scusa del bug viene rispedita al mittente.

Jeff Garzik - uno dei "core developer" del Bitcoin (e in forza al sito di pagamenti elettronici BitPay) - dichiara alla testata MarketWatch :

Innanzitutto, Bitcoin non è malfatto. Non vi è alcun grave difetto nel Bitcoin.

e in seguito, in un tweet:

Il protocollo e la rete #bitcoin oggi sono in salute. Cerchiamo di non reagire in modo eccessivo a un problema tecnico in una implementazione personalizzata.

Ma la voce più autorevole è quella di Gavin Andresen (sviluppatore capo della criptovaluta) a nome della Bitcoin Foundation : che oltre a ricordare che il problema "transaction malleability" è noto sin dal 2011, scarica in maniera ancora più incisiva la responsabilità su Mt.Gox e sulle sue implementazioni proprietarie. Il che deve aver creato non poco imbarazzo al boss di Mt.Gox, Mark Karpeles, che siede nel consiglio d'amministrazione della stessa Fondazione...

In queste giornate confuse per il mondo ancora giovanissimo delle criptovalute, non manca chi propone di spostarsi su monete differenti come Litecoin - forse la più diffusa dopo Bitcoin - o altre, comprese le più improbabili come Sexcoin o Dogecoin (per la cronaca, un Sexcoin - criptovaluta dedicata all'utilizzo su siti e servizi "a luci rosse" - vale al momento meno di un centesimo di dollaro, e ancora meno vale la pittoresca valuta col cane). Ma, anche se la quantità di "cryptocurrency" che circolano al momento rasenta il ridicolo, il Bitcoin continua ad essere tra i migliori candidati alla sopravvivenza.

La vicenda Mt.Gox ha ovviamente intaccato il valore della moneta (che poche settimane fa aveva toccato addirittura i 1.200$ per poi riassestarsi a quote sotto i 1.000), ma a ben vedere i mercati non si fidano di Mt.Gox e lo puniscono, semplicemente spostandosi altrove. Perché se oggi pomeriggio su Mt.Gox troviamo quotazioni attorno ai 570-580$, basta guardare su un exchange alternativo come Btc-e.com  ed ecco che si arriva tranquillamente anche a 700$. Lo stesso si verifica su altri siti. Quindi: quotazione lontana dai massimi, ma i mercati sfiduciano Mt.Gox, non la criptovaluta. Che è stata data per morta già diverse volte, ma che a quanto pare resterà in circolazione ancora a lungo.

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