Benvenuti nella società open
Tecnologia

Benvenuti nella società open

Nell'era dei brevetti e delle licenze uno dei fenomeni culturali più interessanti e pervasivi è la democratizzazione della tecnologia. E del sapere

Vi è un diffuso desiderio di partecipazione e condivisione delle competenze e delle risorse mai riscontrato prima. Prendiamo Internet: nonostante in origine fosse un progetto militare, prese la forma di WWW e HTTP, come lo conosciamo oggi, in modo completamente “aperto” e gratuito. Da allora, nonostante si siano cercati mille e più modi di canalizzare il fenomeno, sempre al fine di monetizzare la più grande invenzione nel mondo della comunicazione umano dai tempi della Bibbia di Gutemberg e del telefono, è stato lo spirito delle prime BBS, degli hacker etici a prevalere. Un esempio, sempre legato alla Rete, è Internet Achieve, un progetto di Brewster Kahle che mira a rendere accessibili a chiunque libri, video, audio e documenti, così come le vecchie versioni di ogni pagina Web (Wayback Machine). Lo stesso spirito che guida i wikipediani, coloro che contribuiscono con articoli e modifiche alle voci della più grande enciclopedia mondiale. Come non citare anche i progetti open source, ovvero i software a sorgenti aperti dove chiunque può mettere le mani per migliorarli, partendo dal presupposto che la folla è più capace (o intelligente) del singolo: vedi il sistema operativo Linux o il browser Firefox o ancora Scratch, la piattaforma che permette ai bambini di creare videogiochi. Non solo software “aperto”: Raspberry Pi e Arduino sono schede hardware low cost che permettono a chiunque di creare progetti per tradurre in realtà il cosiddetto Internet degli oggetti, dove le cose saranno in collegamento con altre cose senza più l'intermediazione di noi umani). 

Ma lo spirito open ha, via via, travolto molti altri ambiti di applicazione. Basti pensare agli “open data”, informazioni non più appannaggio di pochi burocrati, ma di tutti: tant'è che si parla di “open government” persino in Italia. Vi sono intere librerie online che distribuiscono libri gratuitamente, come il progetto Gutenberg. Da citare anche le mappe libere: OpenStreetMap. Quando si parla di cultura, come dimenticare l’università? I MOOC sono corsi universitari gratuiti online aperti a tutti: ci si iscrive, si seguono i corsi da casa propria e si fanno gli esami.
Un discorso a parte lo merita il cloud computing: i dati, i software, interi sistemi hardware non sono più disponibili localmente, ma sono accessibili online, indipendentemente da dove ci si collega: vedi il progetto OpenStack, che vede sviluppatori ed esperti di tutto il mondo collaborare all'interno di una comunità per scambiare conoscenze e competenze.
C'è chi giura che sia solo l'inizio: in futuro non avrà più senso “brevettare”, e quindi costringere, il sapere.


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Marcella Sala