Dalla Rete al Dizionario, 10 nuove parole che ti conviene conoscere
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Dalla Rete al Dizionario, 10 nuove parole che ti conviene conoscere

Gli Oxford Dictionaries hanno introdotto nei loro vocabolari una serie di parole generate direttamente in Rete. Da Twerk, a Selfie, a Hackerspace, ecco come internet sta rimodellando il nostro modo di esprimerci

Sarà capitato un po’ a tutti, durante la ridicola, inclassificabile esibizione di Miley Cyrus agli ultimi MTV Video Music Awards di rimanere a corto di parole. E non tanto perché la ragazza fosse particolarmente sexy (sembrava un manichino che ha litigato con un parrucchiere), ma perché era difficile trovare una parola per descrivere un tipo di ballo sconclusionato che si sforzava di risultare provocante.

In realtà, una parola esiste, per indicare l’arte di dimenarsi in modo provocatorio mentre si è piegati ad angolo retto: twerking. Qualcuno l’avrà già sentita usare, altri invece staranno inarcando le sopracciglia, in realtà da qualche ora twerking è a tutti gli effetti un vocabolo da dizionario. L’hanno deciso i ricercatori della Oxford Universities, che giusto oggi hanno presentato al mondo una nuova infornata di neologism i presi in gran parte dal linguaggio della Rete.

Aggiungiamo nuove parle, significati e locuzioni agli Oxford Dictionaries Online” si legge nell’annuncio ufficiale “una volta che abbiamo ottenuto sufficienti prove, da una quantità di fonti, che siano ormai valuta corrente diffusa nell’inglese di oggi.

Naturalmente non basta che una parola faccia più volte il giro della rete per finire nei dizionari ufficiali, altrimenti a quest’ora saremmo sommersi da nuovi lemmi come planking (l’arte di farsi fotografare orizzontali), owling (l’arte di farsi fotografare appolaiati) e il batmanning (l’arte di appendersi a testa in giù da un muro usando le punte dei piedi). 

Per valutare a quali termini concedere l’ingresso nel tempio dei dizionari online, i ricercatori della Oxford University Press passano in rassegna ogni mese oltre 150 milioni di vocaboli, tra i quali, dopo una rigida selezione, ogni anno ne scelgono un migliaio. Il fatto che l’accento questa volta sia stato posto sulla Rete e sul gergo utilizzato dagli internauti non è casuale. Come ha già fatto notare Stefano Bartezzaghi in un’interessante intervista , la diffusione dell’uso prima delle email e poi dei social network ha decretato un ritorno di massa alla scrittura, intesa come semplice atto di “scrivere” (siano SMS, tweet, post, email etc.). Una scrittura deformata da esigenze diverse dal passato, spesso sintetica, ellittica e sempre più legata a termini che consentano di ridurre una complicata descrizione in un solo vocabolo.

A questo processo si aggiunge la portata globale dei trend in Rete, un fenomeno da locale può diventare di massa, e quelle che un tempo erano considerabili come bizzarrie isolate, sempre più spesso diventano oggetto di discussione grazie al rimpallo di blog e social network. Come avresti chiamato il “ballo” di Miley Cyrus negli anni ’50? Non l’avresti chiamato, semplicemente perché una roba simile non esisteva, e se anche esisteva, non aveva la portata di massa che il twerking ha assunto oggi. 

Sebbene l’elenco di neologismi annunciato da Oxford Dictionaries sia inevitabilmente composto da vocaboli in lingua inglese, molti di questi hanno un’alta probabilità di venire assorbiti anche nel nostro linguaggio quotidiano, soprattutto da chi passa diverso tempo online. 

Ecco dunque 10 paroleche faresti meglio a imparare alla svelta, prima che diventino di dominio pubblico e tu venga additato come un vecchio snob arterosclerotico.

1. Twerk: danza esageratamente provocatoria che prevede una posizione accovacciata e un frenetico movimento del bacino.

2. Selfie: sostanzialmente un autoscatto, ma il termine si riferisce in particolare a quelle foto scattate a sé stessi con l’esplicito proposito di condividerla in Rete.

3. FOMO: acronimo per Fear Of Missing Out; si usa per descrivere l’angoscia provocata dalla paura di perdere eventi socialmente importanti, spesso innescata dalla promozione di eventi sui social network.

4. Phablet: crasi di “phone” e “tablet”; il termine viene utilizzato per descrivere quegli smartphone con un display superiore ai 5 pollici, un formato che si pone idealmente a metà tra quello di uno smartphone e quello di un tablet.

5. TL;DR: acronimo di “Too Long Didn’t Read”; nel linguaggio ermetico di chat e social network, serve a comunicare che un articolo (o comunque un contenuto web) era troppo lungo o impegnativo per potercisi dedicare.

6. Internet of things: in italiano “Internet delle cose”, si usa per descrivere un futuro (assai prossimo) in cui tutti gli oggetti della nostra quotidianità saranno connessi in Rete e in grado di scambiarsi dati.

7. Supercut: una compilation di brevi videoclip fusi in un solo filmato. Su YouTube se ne trovano a bizzeffe, da quello che raccoglie tutti gli “HA!” di James Hetfield a quelli che ripetono in loop per ore una stessa sequenza. 

8. Emoji: un’evoluzione delle tradizionali emoticon, è il termine utilizzato per indicare la varietà di piccole immagini digitali e icone utilizzate nei servizi di messaggistica per accoppiare al messaggio uno stato d’animo o un significato aggiuntivo.

9. Hackerspace: Un posto in cui le persone che si interessano di computing e tecnologia possono ritrovarsi e lavorare su progetti comuni condividendo idee, strumentazione e conoscenze.

10. Buzzworthy: una notizia o un contenuto che potrebbero generare in Rete un passaparola tale da fare il giro del mondo.

 

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Fabio Deotto