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Tecnologia

Here, le cuffie per cambiare l'audio del mondo

Una coppia di auricolari rivoluzionari consente di enfatizzare i suoni che ci interessano e zittire disturbi e rumori di fondo

Prendete un qualsiasi brano musicale. Con un semplice programmino, o ruotando manopole e giostrandovi tra una manciata di levette, potete scegliere quali frequenze vi interessano di più. Decidere, per esempio, se enfatizzare i bassi in un pezzo da club o smorzarli, lasciando prevalere tocchi d’atmosfera. Ecco. Immaginate di fare la stessa cosa con i suoni che vi circondano, con l’audio del mondo reale.

Di attutire lo stridore del fischio dei freni in metropolitana, senza spegnere il vociare dei compagni di vagone. Cancellare il borbottio dei motori in un aereo, ma non la voce delle hostess e del vostro vicino di posto. Zittire il traffico cittadino, clacson inclusi, per esaltare la performance dell’artista di strada che regala virtuosismi impensabili con la chitarra.

In poche parole, regalare alle orecchie una capacità inedita: quella di decidere cosa ascoltare e cosa no. È la promessa di Here, discreta coppia di auricolari senza fili, quasi invisibili, ma dalle grandi virtù. Si collegano via Bluetooth a una app compatibile con dispositivi iOS e Android e, in qualche attimo, riscrivono la colonna sonora della realtà.

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Sviluppati dai Doppler Labs, azienda d'innovatori e talenti assortiti con sedi in Silicon Valley ma anche a New York e Shanghai, gli Here Active Listening hanno fatto il giro del mondo su siti e giornali da quando sono comparsi sul sito di crowdfunding Kickstarter, dove hanno raccolto 635 mila dollari dei 250 mila necessari per svilupparli e metterli in produzione.

La rivista Time li ha inseriti tra le migliori invenzioni del 2015, ma finalmente c’è qualcosa di più concreto del blasone che si sono guadagnati dalla carta (e i bit) con le loro promesse sulla carta. Sono arrivate le prime unità di prova e, chi le sta testando, a partire dalla prestigiosa MIT Technology Review sta esprimendo pareri molto positivi sulla loro effettiva efficacia.

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Sono comodi da indossare e facili da usare: non bisogna impazzire giostrandosi tra mille regolazioni, basta scegliere quelle preimpostate, che anticipano le altre, numerose, in arrivo. Tra le disponibili, ci sono le modalità autobus e ufficio, giusto per citarne due. Ma, di nuovo, il punto focale è che non siamo di fronte alle solite cuffie che cancellano il rumore e lo attutiscono.

Le Here, grazie a un sistema brevettato di minuscoli microfoni interni, sanno riconoscere in base alle frequenze le varie tipologie di suoni che catturano e consentire agli utenti di alzarli, abbassarli, rimuoverli. Così, se siete in un locale e il chiacchiericcio della folla è assordante, potete smorzarlo. O azzerarlo, lasciando intatto, paradossalmente, il riverbero delle posate che urtano i piatti o delle sedie che si spostano per centrarsi meglio con il tavolo.  

È come avere una bacchetta magica in mano, una tavolozza di rumori anziché di colori da combinare a proprio piacimento. Certo, ci sono dei limiti. Su tutti, quello della voce. Non esiste ancora un modo per enfatizzare le parole del nostro interlocutore e minimizzare le altre (la frequenza, di fatto, è la medesima), ma il potenziale è gigantesco e, vale per qualsiasi innovazione, i margini di manovra ben più che notevoli.

Di sicuro, per l’esperienza d’uso che garantisce, questa prima versione è un gradino sopra qualsiasi cuffia o auricolare mai provati. Intanto è stata spedita a chi ha voluto preacquistarla su Kickstarter. Tutti gli altri non dovranno aspettare molto: sarà in vendita nei prossimi mesi a un prezzo compreso tra i 199 e i 299 dollari. Meno di trecento euro al massimo per cambiare per sempre, o almeno ridisegnare quando serve, il rumore che fa il mondo.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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