Come funziona il Gps e perché non vi farà trovare niente
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Come funziona il Gps e perché non vi farà trovare niente

Il sistema satellitare non serve per trovare né il volo MH370 né il vostro telefonino. Perché funziona nel verso contrario

Per trovare un aereo, il Gps non serve. Ma nemmeno per localizzare un auto o un telefonino. Non è per colpa dell’arretratezza della tecnologia, dei costi della ricerca o di soluzioni che si potrebbero trovare se solo non fossero così onerose. Come spiega a Panorama.it Renzo Maseroli, esperto di sistemi Gps, il problema è che i satelliti non sanno in quale posto del mondo siete. Fatevene una ragione.

Come funziona il Gps?
“Il sistema Gps si basa su un principio molto semplice: i satelliti inviano in continuazione un segnale verso un ricevitore, che, per l’appunto, si limita a ricevere. Non dimentichiamo che abbiamo a che fare con un sistema inventato dai militari, per i quali il silenzio radio è molto importante. Il satellite manda il suo segnale e io, zitto, ricevo. Questo sistema ha due grandi vantaggi: il nemico non mi può individuare e non c’è limite al numero di chi può utilizzare il servizio".

Come fa il ricevitore a individuare la mia posizione?
"Perché il Gps funzioni, il ricevitore deve captare le onde da almeno quattro satelliti. A quel punto fa una trilaterazione: calcola, cioè, la distanza tra se stesso e ogni satellite, per trovare con precisione il punto in cui si trova".

Come si fa a sapere dove si trova un ricevitore?
"Quando uso un Gps nessuno può sapere dove mi trovo, a meno che al sistema non sia collegato un telefono cellulare che trasmetta in remoto la mia posizione. È quello che succede con la 'scatola nera' dei tir: al Gps è connesso un dispositivo dotato di una carta Sim (un 'tracker') che trasmette di continuo la posizione del camion, così il gestore di un’azienda (o chiunque abbia accesso a questo scamvbio di dati) può sapere dov’è. Nei telefoni cellulari questo dispositivo non c’è. Li si individua non per merito del Gps, ma perché sono agganciati a una cella telefonica".

I piloti degli aerei usano il Gps per non perdere la rotta. Potrebbero scambiare quei dati con le autorità a terra?
"È tecnicamente possibile, basta che ci sia un satellite che trasmetta i dati. Ma non dimentichiamo che c’è già uno scambio di segnali: i piloti parlano via radio con le torri di controllo, che possono vederli con i radar, e gli aerei già inviano in automatico delle informazioni a terra. Certo, sopra l’oceano non c’è contatto radar, ma fatico a capire i vantaggi di uno scambio dei dati Gps. È vero, potrebbe essere d’aiuto in situazioni come quella del volo MH370, in cui chi pilota l’aereo non vuol farsi individuare. Ma dubito che i sistemi militari vedano così poco come è stato raccontato in questi giorni. E in fin dei conti, se non ci si fida del pilota non si sale sull’aereo".

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Marco Pedersini

Giornalista. Si occupa di esteri. Talvolta di musica. 

Journalist. Based in Milan. Reporting on foreign affairs (and music, too). 

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