Perché Google vuole "regalarci" batterie più potenti
Pete Slater @Flickr
Tecnologia

Perché Google vuole "regalarci" batterie più potenti

Alcuni dei progetti chiave di Mountain View (compresa l’auto che si guida da sola) avranno un futuro solo se supportate da una maggiore efficienza energia

Il rischio, quando si parla di futuro, è sempre lo stesso: cedere ai proclami, lasciarsi abbindolare dalle mirabilanti opportunità offerte delle nuove tecnologie senza considerare tutte le eventualità che di norma si frappongono fra il dire e il fare.

Succede così che grandi innovazioni annunciate in pompa magna da aziende, start up e centri di ricerca, finiscano miseramente per naufragare per via di complicazioni ampiamente preventivabili: costi esagerati, materiali inadeguati, batterie insufficienti. C’è tanta e tale fiducia nel progresso da princìpi da ignorare, o sottovalutare, questioni oggettivamente.

Sarà forse per questo che tutti i grandi player del panorama hitech stanno lavorando sotto traccia per mettere a disposizione delle future generazioni non solo grandi idee, ma anche condizioni favorevoli per il proliferare delle stesse. Un aspetto centrale i tutti i programmi di sviluppo è proprio quello dell’efficienza energetica. Le attuali batterie agli ioni di litio, infatti, non garantiscono un livello di autonomia sufficiente, o comunque soddisfacente, per alimentare i progetti di ricerca più ambiziosi.

Per questo motivo Google avrebbe deciso di riservare una grossa fetta dei suoi investimenti allo studio di batterie di nuova generazione. Ne dà notizia il Wall Street Journal che parla di un progetto firmato Google X (il laboratorio di ricerca segreto di Mountain View) finalizzato allo sviluppo di unità allo stato solido, batterie basate su elettroliti solidi anziché liquidi più piccole ma soprattutto più durature rispetto a quelle attualmente impiegate sui principali dispositivi mobili. Una tecnologia rivoluzionaria, probabilmente, che se davvero venisse portata a termine rivoluzionerebbe il mercato dell’elettronica di consumo proprio come hanno fatto le memorie SSD nei PC.

Attualmente - aggiunge yabada.com - ci sono almeno 20 progetti di Google che dipendono dalle batterie, tra cui l'auto che si guida da sola, i Google Glass, criticati proprio per la loro scarsa autonomia energetica, e un progetto finalizzato all’uso delle nanoparticelle per la diagnosi delle malattie. Le dimensioni ridotte delle nuove unità, continua ancora la fonte, consentirebbero alla medicina di avere inoltro un supporto più efficace per tutte quelle applicazioni - si pensi ad esempio ai pacemaker - che oggi devono essere continuamente monitorate proprio per via della loro autonomia.

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robertocatania